Sempre meravigliarsi. Non stupirsi mai.
Il pensiero mi batte contro questa contraddizione. Perché io credo a entrambi i precetti. Io penso che di fronte alla vita, alle sue menzogne, ai suoi tradimenti, quello che bisogna fare, quello che bisogna tentare di fare, è non stupirsi. Dirsi: Sono un vivente? Era inevitabile. Cammino su questa terra? Doveva accadere. Non sono una wonder-woman della filosofia. Ma vi garantisco che non è impossibile. Ci si può riuscire. Può anche diventare una modalità acquisita. E ci rende forti. Niente davvero ci spezza, anche se tutto continua a ferirci.
Quanti dolori di cui ho paura. Ho visto la salamandra attraversare ogni fuoco. E non prova dolore. Non sarò mai una salamandra. Christa Wolf.
Le persone. Davvero vogliamo stupirci del male che un umano può e vuole fare ad un altro umano? Impossibile direi. E la natura. Davvero possiamo stupirci del suo potere su di noi? Impensabile.Quanto al tempo? Vogliamo davvero meravigliarci della sua corsa folle? O di quanto ci sembri folle la sua corsa? Certo che no. Sappiamo che sta a noi inserirci nelle fessure del tempo per disegnarvi la nostra vita.
E dunque: stupirsi mai.
Però. Meravigliarsi sempre. Essere sempre pronti ad un oh! di meraviglia di fronte alla vita. Non trascurare mai nessun segno, nessuna scintilla, nessuna briciola di novità. Disporsi sempre a riconoscere che un’alba, pur nella sua prevedibilità, resta un miracolo e un tramonto, sicuro come l’alba che lo ha preceduto, un altro miracolo. Un’onda porta un’onda, lo sappiamo. Ma davvero possiamo restare indifferenti di fronte al suo srotolarsi? Davvero è sensato restare indifferenti? Guardare il mare e trovarlo il solito mare? Le sorprese della vita dobbiamo sottolinearle. Prendere la matita rossa del nostro assenso e quella blù della nostra gratitudine e segnarle come una piccola anomalia, il filo tirato di una trama che perde finalmente la sua esattezza e la sua inevitabilità.
Benvenuto sia l’errore.
I poeti sanno tutto. Al fondo dell’animo dei poeti giacciono le verità. Le verità possono contraddirsi. Forse debbono contraddirsi. Perché le verità della poesia debbono servire tutti ed ogni persona umana. Ne servono tante e servono diverse.
Per questo quando ricorro ai poeti e cerco tra i loro versi la piccola verità per il mio piccolo momento, so già che mi imbatterò in voci differenti, che troverò il sì e il no, il bianco e il nero, l’alfa e l’omega. Il verso che oggi rifiuto racchiuderà domani la risposta al mio affanno, il poeta con cui oggi consento, domani lo respingerò. E’ giusto. I poeti non se ne rammaricano, ne sono sicura.
Non nella imperturbabilità cerco la mia salvezza. So che il brivido è il meglio dell’umanità.
Christa Wolf
Ma:
Nil admirari prope res est una, Numici,
solaque, quae possit facere et servare beatum.
O Numicio, non stupirsi mai di nulla è l’unica cosa che possa farci e conservarci felici.
Orazio Epistole
Eppure l’uno ha scritto versi di meraviglia autentica di fronte alla vita e ai suoi miracoli e l’altra ha dato più di una prova di poter risalire ad un tranquillo riconoscimento della ragionevolezza e della ineluttabilità insieme del nostro destino.
Sicché: stupirsi sempre, meravigliarsi mai.
Dixit.
P.S. Bip, sono grata al tuo genio e al tuo cuore. E naturalmente ce la metterò tutta. Ma se non mi vedi ricomparire sul blog nei prossimi giorni rassegnati: la tua amica è un’inetta. Ah, vuoi per cortesia badare a che Emmeti non uccida il limone prima del mio ritorno?
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scrivi: "Eppure l’uno ha scritto versi di meraviglia autentica di fronte alla vita e ai suoi miracoli e l’altra ha dato più di una prova di poter risalire ad un tranquillo riconoscimento della ragionevolezza e della ineluttabilità insieme del nostro destino."
RispondiEliminaIl solito vecchio
"fate come vi dico
ma non fare come faccio io..." ?
beh no, io credo che uno scrittore è una persona che cerca una strada come tutti noi, sollecita riflessioni e solleva problemi, ma resta un uomo. Non ha una fede cui uniformarsi.
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