l' amore è cieco

Gente, ho un fidanzato.
Si chiama Tarta. Di cognome Testudo.
Non fatevi ingannare dal nome, è molto maschio. Anche troppo direi.
Il nostro è un amore molto clandestino. Sembra che avendo incontrato Tarta in un viale del Colle Oppio, mi sarei dovuta subito autodenunciare (di che cosa? boh) e avrei dovuto portarlo a Massa Marittima, dove c’è il più grosso centro europeo per la difesa della tartaruga terrestre, marina e, se esiste, aerea. Dopo diversi, infruttuosi tentativi di allocarlo in un ambiente più adatto gli ho lasciato a disposizione il mio terrazzo, creandogli anche suggestivi (per una tartaruga) angoli, zone ombrose, vasche di acqua ad altezza di tartaruga ecc. Il suo regime alimentare è vario, Tarta è molto esigente, anzi un bel po’ schizzinoso. Dell’ insalata si stufa presto, gli piacciono i pomodori, i fichi, le nespole, le fragole, le ciliege, la carne tritata (!), il rosso d’uovo e..i miei piedi. Tarta è un feticista. Il suo oggetto erotico sono i miei piedi. Così va la vita. Quando esco in terrazzo, ovunque Tarta sia, mi sente, lo capisce, lo sa e si precipita. Ad una velocità pazzesca non solo per una tartaruga ma direi anche per un levriero. Dopo di che mi morde i calcagni. O, secondo l’estro, mi sale sulle dita dei piedi. Io mi sposto sul terrazzo di pianta in pianta e Tarta dietro. Mi siedo e Tarta si accuccia, mi viene da dire, accanto a me. E’ imbarazzante. In fondo è un rettile e questa regressione filogenetica che mi propone non mi trova consenziente. Gli ho cercato una moglie ma sembra che tutti i “tartàri” della città abbiano maschi. Sicché continuiamo a vivere insieme, lei con il suo amore infelice, io con questo imbarazzante corteggiatore. La cosa veramente allarmante è che, a quanto mi dicono, se normalmente una tartaruga terrestre vive una trentina di anni, in cattività può arrivare a cento! Tarta è molto giovane, avrà sette, otto anni, e già trent’anni vanno oltre la mia sopravvivenza. Almeno oltre quella per me augurabile. Che ne sarà di Tarta?