lunedì 16 luglio 2007

amore rabbia follia

No, alla fin fine non sono riuscita ad amarla la donna haitiana che mi ha consegnato Marie Vieux-Chauvet nel suo "Amore Rabbia Follia". Troppo colma di odio. Troppo pazza di rancore. Il libro è potente, doloroso e a tratti insostenibile. La Haiti dei primi cinquant’anni del secolo scorso sembra l’inferno in terra e tutto questo orrore mi si rovescia addosso, sia pure tenuto per le redini dalla scrittura dell’autrice. Ma io non sono più salda come una volta e leggere l’orrore mi spaventa. Voglio sapere, ma nello stesso tempo vorrei nascondere la testa sotto il cuscino e ignorare. Mi lancio qualche affettuosa maledizione: -Avevi davvero bisogno di conoscere intimamente anche quest’altra desolazione? Non potevi proprio chiudere gli occhi ignorando le atrocità di Papà Doc?- Sembra di no, sembra che me le vada a cercare. Comunque per tornare a Claire (quella donna si chiama così), non c’è proprio niente di chiaro in lei. Trattata dalla famiglia e dalla società con uno sprezzo crudele, vive di una sete di vendetta che la porta fin quasi al fratricidio. E l’amore che la brucia non riesce a farmela compiangere. Nel libro c’è qualche cosa che mi ricorda “La casa di Bernarda Alba”di Garcia Lorca: l’atmosfera di menzogna nel chiuso di una famiglia; ma ci dev’essere dell’altro; forse anche lì due sorelle innamorate dello stesso uomo? O forse solo quella smodata ipocrisia sessuale, quella repressione feroce dei diritti dei corpi? Non ricordo: il teatro di Lorca l’ho letto a vent’anni! Poi qualche volta l’ho visto a teatro, ma qualche decennio è comunque passato. Se fossi a casa potrei controllare. Però sono diventata saggia: queste perdite non mi fanno più impazzire di rabbia. D’accordo, non so più ricostruire la storia di Bernarda Alba, ma l’odore di chiuso di quella casa e quello che Lorca ci voleva dire di quella società, è rimasto. Ma, soprattutto, è rimasto il ricordo della fame e del piacere con cui ho letto tutto Lorca, ogni più piccola, sperduta riga di quello che è stato pubblicato. Le poesie restano tutte, quelle ho continuato a frequentarle, non me ne separerò mai.Ho amato la Spagna attraverso Garcia Lorca e, per una smorfia della mia sorte, continuerò a sognarla. Intanto leggo di Haiti e penso che no, non vorrei visitarla. Nessun popolo può restare indenne dopo tanto orrore. Il libro lo terminerò in ogni caso perché la Vieux-Chauvet sa come tenere legata a sé la sua lettrice, ma considero questa lettura, cui nessuno mi obbliga, un piacere doloroso.

1 commento:

  1. Nessun popolo può restare indenne dopo tanto orrore - hai ragione. Non so se neppure io riuscirò ad andare, forse, ad Haiti

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