Il "verde" si comporta in modo strano: per averlo operativo ho dovuto avviarlo tre volte.
Quanto al wireless USB adpter, non lo sopporta.
Ho dovuto toglierglielo, se no semplicemente appena acceso sveniva. Mi sa che la cara creatura è giunta alla fine dei suoi giorni. Lavoro su un computer di fortuna grazie alla gentilezza del proprietario dell'hotel, perché di fare la fila ad una postazione Internet café non se ne parla. Dopotutto sono in vacanza! Del resto di memorabile da scrivere non ho proprio niente.
Qui c'è troppa bellezza e mi è venuta la sindrome di Stendhal: deliqui no, ma pigrizia, pigrizia, e ancora pigrizia, sì.
Accanto al piccolo Tommaso, che ha preteso di fare il suo riposino pomeridiano praticamente su di me, ho iniziato il mio nuovo ghiottissimo libro. Quell "Amore rabbia follia" di Marie Vieux-Chauvet che nel 1968 fu ritirato da Gallimard per tema delle vendette di François Duvalier e che fu la causa dell'esilio della sua autrice.
L'inizio è promettente: rendere visibile la mia vita interiore, questo è il mio scopo. Parlare di me è facile. Mi basta mentire convincendomi di dire il vero.
L'io narrante è una donna haitiana della cerchia degli aristocratici locali di trentanove anni. Dalle prime pagine sembra una donna in procinto di scardinare qualche cosa. Mi è già simpatica.
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