Tema.
Supponete per un momento di dovervi prendere cura dell’educazione dei giovani del pianeta. Delle bambine e dei bambini delle classi elementari, per la precisione. E immaginate che vi sia data la possibilità di dare loro un solo, unico insegnamento.
Immaginateli tutti lì, ognuno nel proprio paese, nella propria scuola e tutti in attesa della vostra, unica lezione.
Non ne avranno altre. Su questa dovranno orientare la loro vita. Quale sarebbe la vostra lezione?
È quando dobbiamo scegliere che riusciamo a toccare l’essenziale.
Quindi, lasciando da parte tutte le parole, spesso perfettamente in mala fede, sull’educare e sulla scuola e sui professori ecc, guardatevi dentro e dite: voi, che cosa ritenete assolutamente indispensabile insegnare ai giovani?
Non mi aspetto discorsi filosofici, alta morale e psicopedagogia. Ma, concretamente, una breve lezione. Ex cathedra. Perché qualche cosa si deve avere il coraggio di dire, ex cathedra.
Il mio svolgimento.
Ecco, io penserei soltanto a dar loro l’ idea più concreta e visiva possibile, della nostra e loro collocazione nello spazio.
La mia sarebbe una lezione di astrofisica.
Molto semplice, ridotta all’osso.
Servendomi di tutti i sussidi che il mondo moderno è in grado di offrirmi (foto, filamati, simulazioni ecc.) gli parlerei della collocazione della terra nel sistema solare e del sistema solare nell’Universo.
Gli mostrerei quanto minuscola, insignificante, periferica sia la nostra Terra.
Cercherei di imprimere nella loro mente la consapevolezza dell’Unico Destino, che accomuna tutti gli abitanti di questo pianeta.
Siamo qui e siamo piccoli. Siamo una cosa sola, nel buio dello spazio. Una cosa sola.
Oggetto della mia lezione, la mia sola lezione, sarebbe questa consapevolezza.
E poi pregherei i miei Dei perché da soli, riescano a far discendere da questa consapevolezza, tutto il resto.
Tutti quei bei sentimenti, quei nobili, alti, principi, quelle leggi morali, quelle regole, quei sistemi filosofici, che non hanno nessuna speranza di essere rispettati ed applicati se noi uomini non raggiungiamo una PROFONDA consapevolezza della nostra collocazione nello spazio e nel tempo e del nostro destino collettivo.
Se ci vediamo così minuscoli a ruotare nello spazio, tutti su questa vecchia palla, che si può fare incandescente o gelida il fatto di essere tutti uguali è di una evidenza abbagliante.
Invece di soffiare sull’anima belle parole direi semplicemente. Ecco, abitiamo tutti insieme qui. Tutti insieme su questa palla che gira. Che ne vogliamo fare di questa casa comune?
Come ci conviene viverci?
Quali regole ci conviene darci?
Vorrei che si rendessero conto, visivamente, che immaginare un destino diverso per stanze diverse della casa è idiota, prima che immorale. Che la casa va tenuta in ordine, che il frigo sta lì per tutti, che non ci sono figli e figliastri perché abbiamo da badare al tetto e alle fondamenta e conviene darci una mano.
Il linguaggio della “morale” anche quando rivestito di belle immagini e di squisiti sentimenti, può lasciarci pericolosamente sordi. Io punterei di più su un istinto di autoprotezione che sulla mozione degli affetti.
Almeno in questa fase storica e in questa congerie culturale.
Fine della lezione. Andate pure a casa e senza spingere per le scale!
martedì 22 aprile 2008
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Da "me" non fanno altro che spingersi per le scale e sperare che qualcuno ruzzuli giù.
RispondiEliminaHo il sospetto che sono talmente inetti che alzare gli occhi al cielo è fuori dalla loro portata: non riescono neanche a mettre il naso fuori dalla finestra.
Una tristezza, una desolazione, inimmaginabile.
Unica lezione!
RispondiEliminaCapitevi, conoscetevi, ascoltatevi... restate bambini!
Rino, essenzialmente.
Il titolo della mia lezione sarebbe
RispondiEliminaVIVI E LASCIA VIVERE.
Lo svolgimento un'altra volta, oggi faccio sega.
Amate e pensate sempre con la vostra testa. Leggete ascoltate musica, divertitevi e non lasciatevi indottrinare da nessuno mai.
RispondiEliminaMagari con parole più semplici ma il concetto sarebbe quello con una sola aggiunta: siete bambini avete anche il sacrosanto diritto di divertirvi :-)))
Pensate con la vostra testa
RispondiEliminaIl tuo svolgimento lo condivido senza alcuna riserva. Mi ci sono ritrovato completamente. Concreto ed emotivamente coinvolgente.
RispondiEliminaE' proprio vero: niente ha speranza di essere rispettato ed applicato se noi non raggiungiamo una profonda consapevolezza della nostra collocazione nello spazio e nel tempo e del nostro destino collettivo.
E' proprio così.
Un famoso scrittore diceva ad un certo punto di un suo libro: una grande casa ha la forza nella sua gente.
altri l'hanno detto prima di me,ma mi ripeto,perchè lo considero fondamentale:pensare con la propria testa,sempre,valutare le scelte senza farsi influenzare dagli altri.che nn vuol dire nn ascoltare,anzi,ma semplicemente decidere cosa sia meglio secondo il proprio metro di giudizio....mi rendo conto che è difficile,in una lezione sola,e spesso nemmeno con anni di "indottrinamento" ci si riesce,ma vale la pena provare!
RispondiEliminaE soprattutto tenere pulito il bagno,per pudore e per rispetto a quelli che vi entreranno dopo di noi.
RispondiEliminaCristiana
Solo una donna saggia come te poteva arrivare a tanto. Io mi sarei accontentato di raccomandare loro di lottare sempre per la propria libertà, di pensiero e di azione, tenendo presente che la libertà di ognuno termina laddove inizi quella di un altro. In subordinata, pregherei loro di non guardare mai le televisioni dello psiconano, per salvare almeno una nuova generazione.
RispondiEliminaNon potrei mai fare una lezione migliore. P
RispondiEliminaPrima di leggere il tuo svolgimento avevo pensato anch'io (analogamente ad altri commentatori che mi hanno preceduto): pensare con la propria testa, mantenere sempre spirito critico, non dare mai niente per scontato.