Quando sono stata a Cuba ho imparato ad amare Nicolàs Guillén e Pablo Milanés.
Un poeta e un musicista.
Nicolàs Guillén è nato a Camagüei nel 1902.
Il suo itinerario segue tutti gli avvenimenti politici dell’isola di Cuba e si intreccia con quelli europei. Partecipò alla Guerra Civile in Spagna tra i Repubblicani e dopo il colpo di stato di Batista fu in esilio a Parigi. Tornò a Cuba dopo la cacciata di Batista e vi visse fino alla morte nel 1989.
Per Cuba è il poeta.
Una volta un intellettuale francese di cui non ricordo il nome ha detto che secondo lui noi italiani amiamo molto la poesia e questo sarebbe dimostrato dal fatto che chiamiamo per nome, Dante, il nostro più grande poeta.
Abbaglio più grande non sarebbe possibile per un paese che ha miti che con la poesia non hanno nulla a che fare!
Nicolàs Guillén è invece presentissimo nella coscienza cubana.
I suoi versi sono così diffusi tra tutta la popolazione che servono come ninne nanne, per le dichiarazioni d’amore e come testi per molte canzoni.
Me li recitarono i bambini in gita scolastica incontrati al Museo di Von Humboldt, li sentii citare dall’autista di un pullman di linea e apprezzai molto l'omaggio di un suo verso (che per immodestia riferirò) fatto alla mia persona in una casa de trova "alta niña de caña y de amapola".
Tornando seri, il merito maggiore di Guillén sta nell’aver restituito dignità alla cultura afro-cubana, fino ad allora vissuta sull’isola con uno schiacciante senso di vergogna.
Nella sua poesia trasportò i ritmi della musica “negra” e meticcia e la ricchezza creativa della lingua e dei suoni delle cerimonie rituali di origine africana.
Rosa tú, melancólica.
El alma vuela y vuela
buscandote a lo lejos,
Rosa tu, melancólica
rosa de mi recuerdo.
Cuando la madrugada
va el campo humedeciendo,
y el dia es como un niño
que despierta en el cielo,
Rosa tu, melancólica,
ojos de sombra llenos,
desde mi estrecha sábana
toco tu firme cuerpo.
Cuando ya el alto sol
ardió con su alto fuego,
cuando la tarde cae
del ocaso deshecho,
yo en mi lejana mesa
tu oscuro pan contemplo.
Y en la noche cargada
de ardoro silencio,
Rosa tù, melancólica
rosa de mi recuerdo,
dorada, viva y humeda,
bajando vas del techo,
tomas mi mano jria
y te me quedas viendo.
Cierro entonces los ojos,
pero siempre te veo,
clavada alli, clavando
tu mirada en mi pecho,
larga mirada fija,
como un puñal de sueño.
L’anima vola e vola
cercandoti lontano,
o Rosa, tu melanconica,
rosa del mio ricordo.
Quando poco a poco l’alba
la campagna inumidisce,
e il giorno è come un bimbo
che si sveglia nel cielo,
o Rosa, tu melanconica,
carichi gli occhi d’ombra,
dal mio arrotolato lenzuolo
tocco il tuo saldo corpo.
Quando già alto il sole
arde col suo alto fuoco,
quando la sera cade
dal ponente disfatto,
io alla mia tavola lontana
il tuo ignoto pane osservo.
E nella notte gravida
d’appassionato silenzio,
Rosa, tu, melanconica,
rosa del mio ricordo,
dorata, viva e umida,
tu discendi dal tetto,
mi prendi la mano fredda
e resti li a guardarmi.
Io chiudo allora gli occhi,
ma pur sempre ti vedo,
là piantata, a piantare
il tuo sguardo sul mio petto,
lungo sguardo immobile,
come un pugnale di sogno.
Pablo Milanés
Pablo Milanés, (Bayamo 1943), compositore, chitarrista, cantante, è stato il fondatore, assieme a Silvio Rodriguez, della Nueva Trova cubana degli anni 60 e 70, la canzone d’autore che trae ispirazione dal folclore dell’isola, si arricchisce di temi politici e sociali e si contamina con altri generi musicali.
Yolanda
Esto no puede ser no mas que una cancion
Quisiera fuera una declaracion de amor
Romantica sin reparar en formas tales
Que pongan freno a lo que siento ahora a raudales
Te amo
Te amo
Eternamente te amo
Si me faltaras no voy a morirme
Si he de morir quiero que sea contigo
Mi soledad se siente acompañada
Por eso a veces se que necesito
Tu mano
Tu mano
Eternamente tu mano
Cuando te vi sabia que era cierto
Este temor de hallarme descubierto
Tu me desnudas con siete razones
Me abres el pecho siempre que me colmas
De amores
De amores
Eternamente de amores
Si alguna vez me siento derrotado
Renuncio a ver el sol cada mañana
Rezando el credo que me has enseñado
Miro tu cara y digo en la ventana
Yolanda
Yolanda
Eternamente Yolanda
Yolanda
Eternamente Yolanda
Eternamente Yolanda
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Conoceras de seguro Compay Segundo!
RispondiEliminaBuenos dias,
Rino.
Conoceras de seguro Compay Segundo!
RispondiEliminaBuenos dias,
Rino.
Ed io imparo e conosco e per questo sono felice e grata.
RispondiEliminaUn bacio, ma grande!
Pablo Milanès...una meraviglia semplicemente..
RispondiEliminaGRAZIE MARINA.....
RispondiEliminaGrazie, Nidia e scusami. Ho inavvertitamente cancellato il tuo commento. Lo riporto qui.
RispondiElimina" Io ti ho scoperta tardi e ti sto leggendo tutta, un po' alla volta con immenso piacere.
Amo Pablo Milanés, Jolanda è pura emozione. NIDIA