martedì 8 aprile 2008

"a Roma, dove niente è facile..." Sigmund Freud 1907

Mi sono regalata un libro mostruosamente caro.
Sotto il cielo di Roma
sottotitolo: Roma nella poesia del mondo da Licofrone alle neoavanguardie degli anni ‘60. Fermenti Editrice.€ 120

Con Licofrone siamo nel IV secolo A.C., fino agli anni ’60 fanno circa 2400 anni.
2400 anni di poesie dedicate a Roma. A cui si aggiungono lettere, passi di opere teatrali, diari, saggi, romanzi, prose varie, studi...
Pur selezionando molto e molto tagliando, i curatori sono arrivati a mettere insieme 830 pagine.
Qualcuno, spero, sta procedendo dagli anni ’60 in poi.
Queste voci che si sono alzate per cantare Roma, con amore o con odio, sono voci di tutti i paesi del mondo, in tutte le lingue del mondo.
Dal greco classico, al latino, e naturalmente all’italiano. E non manca nessuno dei dialetti italiani: il napoletano, il marchigiano, l’abruzzese, il siciliano, la lingua sarda, il piemontese, ma perché continuo? Tutti, vi dico. E tutte le lingue europee, dalla langue d’oc, all’islandese, dall’ albanese, al russo, al rumeno, al danese, al polacco. E l’americano e l’inglese e l’australiano. E poi il croato, il bulgaro, il maltese, il finnico, il danese. E l’egiziano, il turco, il libanese. Quasi inutile menzionare il francese, lo spagnolo, il portoghese, il tedesco, l’inglese...
Non c’è paese assente da questo elenco e si resta senza parole.
Il Nicaragua, il Cile, L’Uruguay, l’Argentina, l’India, la Serbia, la Grecia, la Cina, il Giappone, la Colombia, Cuba, la Siria, Israele, il Senegal, il Sud Africa...
Il libro è la prima storia della mitopoiesi della città di Roma.
Io lo leggo un po’ per volta. E faccio delle continue scoperte.
Quando ho pensato di parlarvene mi sono detta che avrei inserito qualche poesia, qua e là, di aree e tempi diversi.
Ma adesso sono nella più totale confusione. Come scegliere?
Come lasciare da parte i versi di Virgilio? Come scartare le parole del Corano? Inserire Arun Ibn Yahya e Jacopone da Todi a scapito di Petrarca e François Villon?
Dire no a Dante? Preferirgli l’Ariosto, o il Tasso o Shakespeare?
E perché rinunciare a Corneille? a Servantes, a De Vega?
Forse in favore di Swift, di Rousseau, di Foscolo?
Scegliere Chenier, o Leopardi? Goethe o Byron?
Rifiutare Tennyson in favore di Browning? Prendere Puskin e lasciar cadere E. A. Poe?
Proporvi Baudelaire, Verlaine, Kavafis o Carducci, Longfellow, Emerson?
Avvicinarmi all’oggi con Hesse, Swinburne, D’Annunzio o con Pascoli, Machado, Lee Masters?
Rinunciare a Ruben Darìo per Palazzeschi? O a Majakovskij per Pound?
Accogliere Apollinaire o Pessoa?
Lorca, Neruda o Rafael Alberti? E come rinunciare a Borges?
Dovrei farla finita, lo capisco bene. Ma lo stupore che mi ha preso nel leggere tutti i nomi dei più grandi poeti del mondo ve lo devo trasmettere.
Tagore, Hikmet, la Szimborska, Ferlinghetti, Ginsberg, la Plath, Evtušenko, Adonis, De Andrade, Brodskij, Bachmann...
Ho già rinunciato ai grandi italiani. Non ne manca uno, naturalmente.
Sto così, indecisa e intanto vi ho inflitto un elenco.
Allora tirerò a sorte. Aprirò il libro a caso e vi proporrò i poeti scelti dalla sorte: sette volte, una per ogni colle. O, per dirlo con Rose Auslander (1901-1982)"Sette profili/abbandonati/ai secoli.







De Andrade 1923
Era d’estate alla fine del meriggio
come Adriano o Virgilio o Marc’Aurelio
entravo a Roma lungo la Via Appia
e, per Antinoo e tutto l’amore della terra,
giuro che vidi la luce farsi pietra.

Ovidio-Tristia
Tu comunque, tu che puoi
va’ a vedere Roma per me!


Erasmo da Rotterdam 1536
Perché mi sia data la possibilità di dimenticare la Città, avrei bisogno di mettermi alla ricerca di un qualche Fiume Lete, affinché cessi di tormentarmi il rimpianto che ne sento, poiché solo amarezza è quel che provo...


Umberto Saba
Roma-m’hanno detto-
è come una madre negra.
Piena di abominevoli difetti.
ma le madri negre-aggiungo io
-sono le più amorose-e quindi le migliori-del mondo.

David Mourao-Ferreira 1927 1996
Voglio una via di Roma
coi suoi rossi coi suoi ocra
con quella chiesa barocca
quella fontana quel chiosco
quel cortile nell’ombra
la luce lontana di un tiburio
e la sommità di quella torre
che non ha radici in terra
In cambio darò
Mosca
Oslo Tokio Bangkok
Sfuggente e occulta forza
di mostrarsi rumorosa
solo quella via di Roma
mi scuote in ogni fibra
Per questo la voglio così tutta
opulenta per la sua gran povertà
con il volo di questa colomba
il rimbombo di questa moto
con questo bar di cattivo gusto
sulla cui veranda bevo
questo caffè dopo pranzo
a sera un campari soda
In cambio darò Lisbona
Londra Rio New York...

Gustave Flaubert-1851
A Louis Bouilhet
...Ma parliamo di Roma. Certamente te l'aspetti. Ebbene, vecchio mio, mi rincresce confessarlo: la prima impressione è stata sfavorevole. Da bravo borghese, ho avuto una delusione. Cercavo la Roma di Nerone e ho trovato invece quella di Sisto V. L'atmosfera pretesca ammorba di noia la città dei Cesari. L'abito del gesuita ha ricoperto ogni cosa di una tinta fosca e seminarista...il cristianesimo (è) talmente diffuso ed invadente che il cuore pulsante dell'antico ne viene schiacciato, annegato.
L'antico sopravvive nella campagna, incolta, vuota, maledetta come il deserto, con i suoi grandi tronconi di acquedotto e le sue mandrie di buoi di ampie dimensioni. Questo è veramente bello, e di un bello antico da sempre sognato.

Cesare Pavese 1908 1950
Passerò per piazza di Spagna

Sarà un cielo chiaro,
s’apriranno le strade
sul colle di pini e di pietra.
Il tumulto delle strade
non muterà quell’aria ferma.
I fiori spruzzati
di colori alle fontane
occhieggeranno come donne
divertite. Le scale
le terrazze le rondini
canteranno nel sole.
S’aprirà quella strada,
le pietre canteranno,
il cuore batterà sussultando
come l’acqua nelle fontane
sarà questa la voce
che salirà le tue scale.
Le finestre sapranno
l’odore della pietra e dell’aria
mattutina. S’aprirà una porta.
Il tumulto del cuore
nella luce smarrita.
Sarai tu-ferma e chiara.

18 commenti:

  1. Con 120 euri compri a mala pena un paio di scarpe, che rischiano pure di farti male. Ottima scelta, da seguire: questo libro può solo fare bene.
    Quella di Mourao-Ferreira, a me totalmente sconosciuto, è bellissima.

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  2. Ogni tanto fatemi scrivere uno di quei commenti tipo "anche io...".

    Anche io, come Anna, ho trovato bellissima quella di Mourao-Ferreira, anche a me totalmente sconosciuto.

    Mariateresa

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  3. cultura precedente (ed attuale, se è per quello) adatta per gustare la raffinatezza di quei compilatori.
    hai tutte le fortune: Roma ai tuoi occhi ed alle tue gambe e le tracce lasciate da chi l'ha camminata da passante.
    felicità, vero?
    non serenità. felicità
    ciao
    a rileggerti

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  4. Un libro mostruosamente caro è sempre un acquisto he va ftto, prima o poi, nella vita. Se non altro per togliersi lo sfizio... :-)

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  5. 120 euro: il tuo amore per Roma è veramente grande!

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  6. Caspita che scorpacciata di poesie in 830 pagine!

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  7. i soldi per i libri sono sempre ben spesi!complimenti x la scelta!

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  8. Marina!!!!!!!!!!!

    Ma quella che tu hai inserito come poesia di G. G. Belli, dove l'hai presa?...

    Io sono uno studioso di Belli e del dialetto belliano e ti dico in tutta sicurezza CHE QUESTO NON E' UN SONETTO del grande Poeta trasteverino!

    E' quanto di più sgrammaticato (dal punto di vista del dialetto) abbia mai letto e Belli era un autore così pignolo che ha disconosciuto qualcuno dei suoi sonetti soltanto per una parola o un costrutto sintattico che non fosse più che fedele alla lingua della "plebe romana"!

    Sappimi dire!
    Guido.

    (Approfitto dell'occasione per ringraziarti della tua lettura di DISTICI PER IL VECCHIO E L'OMBRA.
    "Il dramma dell'equilibrio" è il titolo della mia prima raccolta: contiene poesie cha vanno dal 1959 al 1970)

    G.

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  9. Ciao Guido, dunque. Il sonetto è inserito nel Cap. X, a pag. 262 del volume di cui parlo nel post. Il curatore è Filippo Bettini e l'edizione da cui è stato tratto il sonetto è quella di B. Cagli, Roma Newton Compton 1975.
    Sono appena andata a verificare sull'edizione che ho io, quella in 4 volumi della Feltrinelli e il sonetto, come tu dici non c'è. Sui cimiteri ce ne sono tre, ma non compare quello di Testaccio. A questo punto sospetto che il libro non valga i 120 euro che ho spesi!
    che mi consigli? toglierlo? scriverci una nota? incavolarmi di brutto e scrivere all'editore?
    suggerisci tu
    grazie ciao marina

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  10. Adesso che non moderi più sono preso alle volte dall' irrefrenabile tentazione di fare dei post velenosissimi ed intrisi di gratuita cattiveria ;-)

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  11. Ci sono dei libri cari...più che cari, io ci vivo in simbiosi...
    Un bacio!
    Leggo il post...

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  12. va benissimo il libro, vanno benissimo le poesie, va benissimo l'amore per Roma.
    Alle tre di notte, però, si dormeeeeeee!

    un abbraccio,
    ilpiccoloLord
    :)

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  13. al Piccolo Lord non sfugge niente!
    c'ho un sonno...
    ti abbraccio marina

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  14. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  15. accidenti: in genere faccio caso agli orari dei post. quasta volta però mi era sfuggito.
    riarrivo per dire che sono contemporameamente ammirato e divertito per la storia del sonetto del belli. ammirato per lo studioso guido che ha colto in castagna i compilatori della antologia . e divertito per la tua indignazione di lettrice.
    sarà stata la meldestra copiatura di una copia e la pigrizia redazionale nel controllo delle fonti

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  16. Soldi spesi non bene ma benissimo :)

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  17. Tento di nuovo la sorte, sperando che questa volta mi sia benigna e sostituisco lo pseudo belli.
    marina

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Non c'è niente di più anonimo di un Anonimo