mercoledì 2 aprile 2008
ditelo a Dawkins
La prima volta che ho sentito pronunciare la parola meme è stato diversi anni fa da mio marito, dopo la lettura de “Il gene egoista” di Richard Dawkins.
Il concetto mi interessò molto. L’idea di piccole unità di informazione che si trasmettono nella società, come fermenti attivi, mi conquistò.
La parola l’ho poi ritrovata quando ho cominciato a frequentare il mondo dei bloggers.
Il suo senso però mi sembra completamente stravolto.
In effetti la parola viene usata per indicare il passaggio successivo di un compito, di un incarico, di una prestazione da fornire. Come il testimone di una staffetta.
Ora, il meme non dev’essere necessariamente un concetto di fisica quantistica, una riflessione filosofica di particolare pregnanza o il verso limpido di una poesia. Può anche essere lo slogan della pubblicità di un lassativo, il rigo di una canzone dei Jalisse o, peggio ancora, l’ultima dichiarazione dello psiconano.
Non si discute del “valore” del meme stesso. Si discute del fatto che il meme che ti raggiunge dovrebbe essere normalmente gratis. Mentre nel mondo blogger il meme che ti arriva addosso lo devi pagare, dandoti da fare per identificare altri destinatari del meme stesso. Esistono nel mondo blogger dei meme davvero graziosi, gentili, generosi addirittura: premi, attestazioni, gesti di simpatia. Io non ne contesto il contenuto. Io contesto l’obbligo stringente di diventare battitore per scaraventarlo addosso ad altri innocenti ricevitori di meme.
Allora avanzo questa supplica ai promotori di meme. Volete infierire su di noi? Fatelo, ma, per amore di verità, smettetela di chiamare la vostra iniziativa con il nome di meme.
Chiamatela Catena di S. Antonio e via.
P.S. Per Markouk. Non ce l'ho personalmente con te. Anzi, se li trovo su You Tube, metterò i miei brani musicali preferiti.
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Ti ringrazio... ti ho linkata su tutti r due i blog...
RispondiEliminaerrata corrige
RispondiEliminati ho linkata su tutti e due i blog
Non sono mai stato fatto oggetto di meme (ma il plurale qual'è: memi?), però li ho sempre visti come te: delle catene di sanantonio belle e buone.
RispondiEliminaSe uno apprezza (o detesta) il mio blog ci sono le risposte, c'è l'e-mail, c'è la possibilità di mettere link, perché rilanciare catene varie? non c'è abbastanza immondizia in giro, anche sulla rete?
Pace e benedizione
Julo d.
Anche io vittima dello stesso meme, anche se questo sulla musica mi piace. Ops, ho detto MEME, sorry!!!!
RispondiEliminaIo li raccolgo tutti, ma non ne passo nessuno.
So' brava, vero? :-)
A me i meme annoiano, non sarò simpatica ma così è.
RispondiEliminaSì...ma che so' 'sti meme? Nessuna vena polemica... è una vera domanda!
RispondiEliminaMariateresa
...l'unica cosa che non mi piace di questo "mondo blog", sono i meme!!!
RispondiEliminaMessaggio ricevuto Marina! Niente piu` meme! O catene di S. Antonio!!! Anche a me non entusiasmano, ma quando vedo il mio nome citato su un altro blog con la richiesta di partecipare, non resisto! Chiamala voglia di protagonismo... !
RispondiEliminaA presto!
Su questo io sono più categorica: chiamateli come volete, ma per favore non passatemeli!
RispondiEliminaIO ACCETTO DI PROSEGUIRE SOLO I MEME CHE MI PIACCIONO,E ANCHE SE LI PASSO AD ALTRI,NN PRETENDO E NON MI OFFENDO SE NN LI CONTINUANO.LO CONSIDERO UN GIOCO,TUTTO QUA.COMUNQUE E' VERO,SONO"QUASI" CATENE DI S'ANTONIO,MA ALMENO NON CONTENGONO MALEDIZIONI E SFIGA X CHI NN LI FA!ALLORA SI',CHE MI RIFIUTEREI DI PROSEGUIRLI!.
RispondiEliminaCondivido. Infatti tutte le volte che raccolgo una staffetta la lascio cadere, non nominando nessuno, perchè detesto obbligare gli altri.
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