Quando la figlia di mezzo capì che cosa significasse essere femmina nel mondo che si trovava ad abitare, decise immediatamente ed indefettibilmente di diventare un maschio.
Si applicò al compito con il massimo di concretezza pretendendo dal suo corpo l’esecuzione precisa di ognuna delle abilità in cui si esercitavano i maschi.
Cominciò quindi da subito a misurarsi con questi sul piano fisico. Molto alta per i tempi ma niente affatto robusta la figlia di mezzo compensò con il coraggio e la decisione la mancanza di peso e vinse molte sfide, incassando senza troppe recriminazioni la sua parte di colpi e riportando un’ infinità di ammaccature, segni e cicatrici su gambe e braccia. Ma ne distribuì altrettanti.
Mentre la madre tentava inutilmente di ingentilirla, la figlia di mezzo remava controcorrente puntando ad essere, per il Comandante, quel figlio maschio che la natura gli aveva rifiutato e che forse, dico forse, avrebbe potuto attirare la sua attenzione.
Per tutto l’arco della sua giovinezza la figlia di mezzo, che il Comandante consuetamente si lasciava alle spalle, recriminò con se stessa per non essere riuscita a portare a termine quell’opera di trasmutazione sessuale.
lunedì 21 aprile 2008
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Non c'è niente da fare in mancanza di una figlio maschio in casa, c'è sempre una figlia che tenterà di conquistare il padre a tutti i costi: o divenendo una donna femminile ed imper seduttiva o assumendo attitudini psicologiche o fisiche maschile. In entrambi i casi il dolore non mancherà.
RispondiEliminaAnch'io ero molto mascolina e sempre in competizione con amici e cuginetti maschi per attirare l'attenzione di mio padre, che tra l'altro mi regalava macchine, soldatini e pistole. Quando ero piccola, anzi, ero proprio convinta di essere un maschio per errore finito dentro il corpo di una femmina.
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