La vita è come una polenta. Se l’acqua sul fuoco è troppa ne risulta una broda scivolosa, una pastella acquosa e immangiabile, priva di consistenza e di sapore.
Se di acqua ne metti troppo poca, ne esce un blocco pesante, grumoso, secco e viscoso, indigeribile.
Nozioni base. Chi non le sa?
Eppure evidentemente qualcuno, che poi è quello che mette l’acqua sul fuoco, non le sa.
Ma chi è che mette l’acqua sul fuoco?
La vita è come una marinata.
Puoi metterci il limone o l’aceto, il vino, la birra persino. Naturalmente l’olio. E poi un po’ di sale e qualche erba o spezia. Con lo zenzero è molto buona e anche con i semi di cumino. Ma insomma se sbagli il rapporto tra la sostanza lievemente corrosiva e l’olio, o sarà insipida o sarà acida.
D’accordo. Siamo ai fondamentali.
Ma lo sa quello che mette l’aceto?
E chi è che mette l’aceto?
La vita è come un soufflé.
Se i chiari di uova non sono montati a neve, il soufflé si affloscerà, crollerà sotto il suo stesso peso. Se le uova sono troppe e i chiari troppo battuti, uccideranno il delicato sapore del formaggio o del prosciutto cotto, e un soufflé varrà l’altro, il sapore base sarà di frittata.
Qualunque chef ve lo confermerà. Semplice routine.
Sì, ma qualcuno lo ha detto a chi batte le uova?
E poi: chi è che batte le uova?
La vita è come un Mojito. Abbondante rum cubano, qualche foglia di menta, un po’ di zucchero di canna e succo di lime.
Attenzione con lo zucchero. Se è troppo il mojito diventerà dolciastro, perderà persino il nerbo del rum e non riuscirà a sciogliersi tutto.
Ma se lo zucchero sarà troppo poco il lime prenderà il sopravvento. Il risultato sarà aspro, da brivido.
Preparare un mojito non è difficile. Si fa quasi ad occhi chiusi.
Allora perché l’addetto allo zucchero non rispetta le dosi?
Ma chi è questo che mette lo zucchero?
La vita è come qualunque altro piatto. Equilibrio, misura, niente di troppo né di troppo poco. D’accordo, conosciamo la ricetta. Ce la caviamo nell’esecuzione.
Il problema, con la vita, è capire chi è che fa le porzioni.
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Noi e l'imponderabile...?
RispondiEliminaIl problema è che non conosciamo mai le dosi che il secondo partecipante metterà nel piatto del giorno.
Io no di certo: sono una schiappa in cucina!
RispondiEliminaLa mia visione della vita è sempre stata differente, anche da quella prepostami dai miei genitori: io faccio le mie dosi !
RispondiEliminaI miei genitori trovavano sempre il modo di dare la colpa a qualcun altro ( e a volte l'un l'altro) per gli errori.
Io provo a fare la mia Polenta, la mia Marinata o altro. Mi viene soddisfacente? OK, altrimenti cambio.
Preferisco investire le mie energie cambiando i miei comportamenti, le "mie dosi" che non rincorrendo le dosi altrui.
E non voglio neppure che gli altri facciano la "mia Polenta", questo proprio NO. Non devono neppure osare !
@ Paola: giuro la tua polenta non la tocco!
RispondiElimina@Artemisia: non ci credo che sei una schiappa, scommetto che i giorni in cui ti va, cucini benissimo.
@ Maria Cristina: certi giorni il piatto del giorno lo butteresti alla spazzatura.
Cmq per fortuna che c'è Tommasino: oggi gli ho fatto le polpettine e le patate fritte. E lui mi ha fatto una foto. Tutto molto banale e molto rasserenante.
ciaomarina
Mi sono riletta.
RispondiEliminaE' vero, io sono molto molto molto indipendente.