giovedì 6 settembre 2007

io penso positivo....

...Osserva il cielo attraverso cui le cose ritornano tutte in se stesse: vedrai che nulla in questo mondo si estingue, ma con moto alterno tramonta e risorge. Se ne va l'estate, ma per tornare l'anno successivo. Passa l'inverno, ma riapparirà nella sua stagione. La notte nasconde il sole, ma subito dopo il giorno porta via la notte. Similmente le stelle, nella loro rotazione, non fanno che tornare dove sono già passate. Continuamente una parte del cielo sorge, e una parte sprofonda sotto l'orizzonte...

Può darsi che questo "vicibus descendere ac surgere" faccia girare la testa a qualcuno, lo allarmi, o lo sgomenti.
Per me è rasserenante, pacificatore, consolante.
Che Seneca, sempre lui, ce lo ricordi per prepararci alla morte o per insegnarci ad affrontare le vicissitudini della vita, non fa grande differenza per me. La lezione è la stessa. Riprenderla ogni tanto, darle una ripassatina, vale sempre la pena. Lezione positiva. Rimette le cose al loro posto e noi al nostro.

Piccolo esercizio di immaginazione. Da non ripetere ogni mattina.
Allontanare il mio sguardo da questo scrittoio, cambiare la prospettiva con cui guardo normalmente alla mia figura seduta.
Spostare lo sguardo dietro di me. Ecco, mi vedo sempre più lontana, piccola figura in un agglomerato umano insediato su una sfera che sta ruotando su se stessa e intanto gira incessantemente intorno ad un astro incandescente, con il quale si sposta, a velocità inimmaginabile, nel buio cosmo.
Attraverso quel buio anche io sto viaggiando, minuscola particella tra miliardi di astri.
Vertigine. Se ne fossimo consapevoli in ogni momento della nostra vita, impazziremmo, io credo e non potremmo vivere.

Per questo l'uomo occidentale si è immaginato una cosmogonia che assegnasse alla creatura umana un posto centrale: sia nel cosmo, che nell'atto della sua creazione. Così la Genesi, ma così anche Platone nel Timeo.
Porci al centro dell'universo, destinatari dell' universo, ci ha permesso di non impazzire. Così come il non pensare a questa nostra condizione, saperla senza realmente saperla, tenerla lontana dalla nostra coscienza, ci mette al riparo oggi.

Ma, oggi, noi viviamo una diversa condizione. Anche se la scienza ha spazzato via le nostre fantasie antropocentriche, dimostrandoci, senza tema di smentita, neanche da parte delle chiese, che siamo una totale insignificanza nell'universo, noi abbiamo riguadagnato, con il nostro solo intelletto, una diversa condizione. Siamo tornati ad uno stato di privilegio, sia pure differente.
È stata la scoperta della radiazione cosmica di fondo (1964), “tenue e ormai gelido bagliore residuo delle epoche immediatamente successive al big bang” a riconsegnarci un ruolo di privilegio.
Quell' immediatamente si legge "trecentomila anni" che possono apparirci tanti, ma sono niente di fronte ai quattordici miliardi di anni cui si fa risalire il big bang.
La radiazione cosmica, che del big bang deve essere considerata la prova regina è stata “fotografata” e possiamo vederla
nel sito NASA. È graziosamente chiamata infant universe, ma la sua visione, se accompagnata dalla rifessione, può essere sconvolgente.
Guardando quelle immagini, che non sono altro che particolarissimi “fossili” noi stiamo guardando indietro nel tempo. Noi siamo spettatori, non dell’attimo stesso dell’inizio, ma tanto prossimi da poter tracciare una specie di panoramica: “la panoramica sulla genesi dell’infinito.”

Pur così marginali, così insignificanti, noi siamo riusciti ad avere una conoscenza così prossima e potente che riacquistiamo un ruolo e un valore specialissimo.
Al momento non siamo in grado di dire se, oltre noi, nell’universo qualcun altro osserva quei fossili, cioè quanta intelligenza avanzata abbia prodotto l'universo. Sappiamo però segnare i confini di tempo e spazio in cui siamo i soli ad osservare.
Confini precisi: entro il sistema solare e negli ultimi venti-trentamila anni, noi siamo soli.
Chi crede in un dio, può rispondere che é dio che osserva noi che osserviamo. Il discorso scientifico non esclude l’ intervento di una volontà creatrice che abbia prodotto il big bang stesso. Chi crede rimanda la prova della
inesistenza di questo intervento alla scienza stessa. Più correttamente, secondo me, dovrebbe assumersi invece l’onere della prova di quell’intervento. Ma questo qui non mi interessa.
Quello che oggi io mi chiedo è: che cosa può e deve significare, per noi il fatto che, con un clic del mouse, possiamo vedere l’universo bambino?

Una risposta ce la dà, ed è, insieme, illuminante e sconvolgente, Aldo Schiavone, storico, in "Storia e destino" un libretto di un centinaio di pagine appena. Un libretto straordinario, che lui stesso ha definito "esercizi di futuro e di speranza per prepararsi al tempo che ci aspetta". In una forma chiara e accessibile anche a chi, come me, manca di nozioni scientifiche, ripercorre il cammino che ha portato alla nostra specie, e il nostro stesso cammino e ci mostra come "nell'ultimo, vertiginoso tratto di questo cammino, siamo giunti sull'orlo di una soglia oltre la quale ci aspetta un passaggio pieno di rischi ma anche di straordinarie opportunità."
Opportunità, è su quest'ultima parola che si è fermata la mia attenzione.
A me non fa paura immaginare la vita dopo di me. Non so perché. Al contrario mi piace immaginare la vita futura, anche senza di me. O forse penso che, in qualche modo, non sarà senza di me. Chissà quale altra "me" se la godrà....

Aggiungo che, per una persona con una formazione umanistica, come me, la scienza è davvero poca cosa nel suo bagaglio culturale. Ma so anche, che pensare, riflettere e fare la poca e povera filosofia che pure ognuno di noi fa, è impossibile senza qualche consapevolezza scientifica di fondo. Beh, Schiavone questa ce lo dà. In un certo senso ha aperto per me delle strade non solo di semplice consapevolezza e conoscenza, ma anche alla fantasia, alla immaginazione. Al pensiero stesso, perché è fatto di tutte queste cose insieme. Fantasticare a partire dalla scienza e non disancorati da questa, è tuttt'altra cosa. A me piace.




Quanto al libretto, non mi danno percentuali sulle vendite, ma...leggetelo!

Aldo Schiavone
Storia e destino
Einaudi €8

2 commenti:

  1. Concordo, Oh se concordo sulle tue parole:
    "Fantasticare a partire dalla scienza e non disancorati da questa, è tuttt'altra cosa."

    Oltre a Schiavone che non ho letto ma che uno di questi giorni cercherò in libreria (durante una delle mie scorribande) ritengo che la scienza mi stia aiutando - alla grande - a capire, a capirmi, a capire gli altri ed i loro comportamenti, anche le loro emozioni talvolta...
    Non è che la Scienza sia una mia "Nuova Religione", NO !, però la scienza mi aiuta in un percorso di ragione e mi allontano sempre più da quello per me illusorio e stupido della fede e dei miracoli...
    Ripeto Per ME, almeno per me.

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  2. ...e così ieri ho surfato per cercare qualche info su Schiavone...ho anche scoperto il Transumanismo...oggi continuo...

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