metterci la faccia

Venerdì 31/08/07 Ore 14.45

Dopo molte esitazioni, ho deciso di inserire una mia foto.
E lì si è posto il problema di quale scegliere.
Avrei voluto mettere una foto che mi rappresentasse, che dicesse chi sono.
Già questo è abbastanza difficile per tutti, in più io sono due.
C’è una Marina che va dal 1 ottobre del 1943 al 1991.
E poi ce n’è un’altra.

Piccolo inciso a proposito della mia data di nascita.
Mark Twain ha detto: Diffida di una donna che dice la sua vera età. Una donna così è capace di tutto.

Ma torniamo alle due Marina.
La prima era una persona traboccante di vita, di energia, di coraggio, di voglia di fare, di andare, di conoscere, di scoprire. Con le sue malinconie, i suoi spasimi, le curve discendenti, ma vitale....
Uno spirito libero, come mi definiva mio marito.
L’altra, quella che ha incontrato una depressione grave sul suo cammino, non so definirla. La potrei definire solo per differenza e non mi va.
Comunque, ogni tanto, la prima tenta faticosamente di riaffacciarsi, e così per incoraggiarla, per sostenerla, per darle fiducia, pubblicherò una sua foto.
Ecco, ci tenevo a dire che se non metto una foto di ieri mattina, non è perché non vediate i segni del tempo su di me. Applicateli voi, non è difficile.
Non essendomi mai considerata bella, grazie a dio, non sento di dover difendere il mio passato.

ore 16.47
Questo bel discorsetto, sincero fino in fondo, sembra superato.
Sottoposto ad un fuoco di fila di domande, mio marito sostiene che le costrizioni che io sento in me dalla malattia, non traspaiono, all’esterno. Che io sono, bontà sua, in tutto e per tutto la stessa. Che da me continua a ‘promanare energia’. Testuale.
-Stesso spirito libero- ha detto.
Per cui, contr’ordine compagni, metterò la foto della mia visita a Ponza, il 20 giugno scorso. Perché lì, davvero, la Marina che sono stata si è riaffacciata. Voglio darle il mio benvenuto così.


ore 18.14
Sorry, very very sorry, ma sembra che questa storia possa andare avanti all’infinito.
È mia figlia a dire la sua questa volta. La foto non le piace. -Neanche ti si vede. Papà l’ha scelta apposta!- E poi, per dirla tutta, ci tiene che la sua mamma presenti la sua faccia migliore. Che ovviamente risale a diversi anni fa’. Prende la faccenda nelle sue mani e comincia uno studio attento delle mie foto. Di una non va bene la "location", come dice lei, in un’altra sono orrenda, è sempre lei a parlare, un’altra ancora viene bocciata perché la mia giacca “ha le spalline”, cosa che considera inaccettabile. Ne propongo timidamente una in sua compagnia, ma lì è lei a non piacersi. Capitolo e rinuncio a dire la mia sulla scelta.
Sembra che ci siamo: aggiungete dieci anni.



Sabato 1/09/07 ore 07.15
Sapete che vi dico? Che questa storia mi ha rotto! Non mi piace pubblicare una vecchia foto. Mi sembra di togliermi gli anni, pratica che mi ripugna. Perciò metterò la più recente che ho. Inoltre ho condotto tra me e me un piccolo dialogo indagatore. "Perché ci tieni a mettere una tua foto?" Perché lo fanno tutti. "Cavolata! Quando mai hai fatto una cosa perché la fanno tutti?" Ho tergiversato un po’. Mi sono difesa come ho potuto. Ma poi ho dovuto confessare: per pura vanità. Vanità difensiva. Mi spiacerebbe che, avendo io omesso di mettere una mia foto, i miei lettori mi immaginassero racchia e impresentabile. Se debbono trovarmi racchia, lo facciano sulla base di elementi certi.
Fine della storia. Spero.