Disse il Professore, con un'ombra di rammarico nel sorriso:
-Tutti si dimenticano di noi. Funziona così. Ci lasciano cadere come stracci vecchi.
-Non io.- replicai. -Io no. Io non lascio mai cadere nessuno come uno straccio vecchio.
Assentì. -Le credo, signora. Assolutamente. Ma me, mi lascerà cadere.
-Scommettiamo? replicai.
Quando questo breve scambio mi torna in mente -e mi torna in mente spesso- sorrido e vorrei andare a riscuotere la mia posta.
Ma poi lascio tranquille le acque e mi limito a cucirmi addosso i miei vecchi stracci a mo' di giustacuore.
Ma qualche altra volta il pensiero della mortalità del Professore mi coglie improvviso come una catastrofe irreparabile e allora subito ne cerco notizie.
Rassicurata, mi stringo meglio addosso quel vecchio straccio mai lasciato cadere. Del giustacuore non so fare a meno.
venerdì 23 gennaio 2009
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Si può continuare a vivere anche solo per un giustacuore portato ben cucito addosso. Erano anni che non vedevo scritta e non pronunciavo la parola "giustacuore": adesso mi resterà appiccicata alle labbra per l'intera giornata.
RispondiEliminaMolti anni fa alla radio c'era una trasmissione che si intitolava, se non ricordo male, "Una parola per te. Piccola enciclopedia popolare": due minuti soli nei quali veniva spiegato il significato di qualche parola inusuale. Grazie, Marina, oggi ho imparato una parola nuova che mi rimarrà cucita addosso.
RispondiEliminase fossi un uomo oggi ti scriverei
RispondiEliminaTi amo, vieni via con me:
hai scritto una cosa così profondamente mia che me ne sono prima spaventata e poi...ne ho pianto.
Ti adoro, Marina.
p.s.:oggi sono più labile e vulnerabile del solito, tienine conto, ragazza mia...
Forse perchè hai un gran cuore...
RispondiEliminaOrmai non mi meraviglio più. Anche con un post breve riesci a far comprendere agli altri che persona meravigliosa sei.
RispondiEliminaio non so cosa ti trattenga dal mandargli una mail per dirgli che tu non l'hai accantonato, e non solo perché ne hai bisogno.
RispondiEliminaIo lo feci col capocciaro, sottolineando che NON avevo bisogno di lui, che gli scrivevo solo perché mi faceva piacere dirgli che stavo bene, che speravo stesse bene pure lui, e che lo ricordavo spesso con simpatia, stima e riconoscenza imperitura, da lupetta a lupetto.
Mi rispose contento, credo, da lupetto a lupetta.
se lo meritano.
penso anch'io che non tutti gli rendono merito quando non ne hanno più bisogno. Almeno nel caso dei "capocciari", poi il tuo prof non so chi sia..
chiamo spesso, bhè, abbastanza spesso, Stefania: una che mi ha aiutato in più di un'occasione, come fai a non dirle che le sei grata? che la pensi?
RispondiEliminaBlonde ha ragione: perche' non scrivi al professore. Credo che gli faccia piacere.
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