Margherita Guidacci (1921-1992)
Le poesie
Edizioni Le lettere
Firenze, 1999
La sabbia e l'angelo (1964)
XIX
Le foci dei fiumi sono sorgenti del mare ed il mare è sorgente
Di nubi, e le nubi sorgenti di sorgenti. Così in sicuri
Anelli intorno a noi si muovono spazio e tempo
Finché domini l'eterno immutabile.
XX
Ahimé il silenzio ed i freddi cieli e la prima
Ora di notte, che alla terra più non appartiene!
Figure invisibili tu indovini dietro i vetri,
Poiché questo è tempo dei morti;
Anche le tue mani si fanno d'aria ed il tuo volto dilegua.
XXI
Ogni morte contiene in sé tutta la morte della terra.
Perciò morendo saprai
Il pesce buttato a riva nella notte d'uragano,
E l'arso albero, e la belva atterrata dalla fame,
E il riposo dei popoli distrutti
Sotto le sabbie dei loro regni dimenticati.
Quanta verità in questi versi, grazie per avermeli fatti conoscere.
RispondiEliminaTristi, ma belle...
RispondiElimina... quando i versi non hanno bisogno di elogi!
RispondiEliminaRino.
Sono versi tristi e (perciò?) belli. Arrivano come lance e ci portano ovunque queste parole "E il riposo dei popoli distrutti
RispondiEliminaSotto le sabbie dei loro regni dimenticati"...Ciao, A'
Davvero belli, ma allo stesso tempo molto tristi. Però sintetizzano l'idea della morte dicendo il vero.
RispondiElimina