lunedì 10 novembre 2008

il futuro arriverà

Domani la Corte di Cassazione, a sezioni unite civili, si esprimerà, in via definitiva, sulla sorte di Emanuela Englaro, la giovane che dal 1992 si trova in stato vegetativo permanente, ossia irreversibile. E' nutrita e idratata artificialmente.


"Ed ecco come vive ancora oggi Eluana: i suoi occhi si aprono e si chiudono seguendo il ritmo del giorno e della notte, ma non ti vedono. Le labbra sono scosse da un tremore continuo, gli arti tesi in uno spasimo e i piedi in posizione equina. Una cannula dal naso le porta il nutrimento allo stomaco. Ogni mattina gli infermieri le lavano il viso e il corpo con spugnature. Un clistere le libera l'intestino. Ogni due ore la girano nel letto. Una volta al giorno la mettono su una sedia con schienale ribaltabile, stando attenti che non cada in avanti. Poi di nuovo a letto." (dott. Luca Carra-Zadig)



Verrà un giorno -non ne dubito- in cui gli uomini ricorderanno con orrore i tempi in cui corpi già morti, privi di coscienza e incapaci di ogni funzione, venivano tenuti prigionieri in letti, come cadaveri procrastinati. E come questo accadesse anche contro il loro espresso volere. E inorriditi racconteranno come gli si infilassero tubi nel naso e nella bocca, e venissero iniettati di aghi e sostanze, e alimentati a forza, e attaccati a macchine enormi e mostruose e vilipesi per mesi ed anni e decenni. E riferiranno come quei corpi si piegassero e piagassero e deformassero e si ritirassero, assumendo le piccole fattezze di mummie non ancora mummificate. Racconteranno come quei corpi divenissero proprietà delle autorità civili e come quelle religiose li usassero per riaffermare il proprio potere sugli animi della popolazione.
Narreranno come quei corpi venissero sottratti a coloro che più li avevano amati in vita per usarli in battaglie nominalistiche in cui la posta era il potere della collettività sull'individuo.
Racconteranno il paradosso per cui il loro stato veniva definito "vita" e come, coloro che collezionavano così esseri umani ormai cadaveri, si definissero vigili custodi della vita.
Quel giorno qualcuno chiederà scusa a qualcun altro.

19 commenti:

  1. quel giorno qualcuno chiederà scusa alla vita per aver ignorato la sua dignità
    sottoscrivo ogni cosa
    e...
    PREGO
    per la giustizia armata solo di pietas.
    Tez

    RispondiElimina
  2. Nient'altro da dire. Le tue parole dicono davvero tutto.

    RispondiElimina
  3. Quel giorno verrà. Speriamo presto.
    Poche, lucide parole che racchiudono tutto.
    Straordinaria, come sempre.

    RispondiElimina
  4. E' sempre un tema scottante... Non credi? Io proprio non saprei...

    RispondiElimina
  5. Certe cose sono estremamente difficili da discutere: temi troppo "sensibili". Invidio 2 cose di te la bravura con cui esprimi il concetto e la sicurezza che mostri. Io non possiedo ne l'uno ne l'altro però non capisco il senso della frase " Quel giorno qualcuno chiederà scusa a qualcun altro". Sulla vita e sulla morte e sul significato da dare ad esse credo che possano esserci valutazioni differenti no? Se ad essere in coma vegetativo fosse mio figlio di 18 anni io non so se sarei così splendidamente certo di staccargli la spina. Per quale dannato motivo dovrei chiedere scusa e a chi?

    RispondiElimina
  6. @anonimo: benvenuto. Mi dispiace se la forza della mai convinzione ti offende. E' solo la mia convinzione. Io mi limito a dire quello che penso e che sento nel profondo di me stessa. Inutile (inutile?) dire che una decisione del genere non può che essere libera, per chi vuole sottrarre il proprio figlio a questa condizione come per chi voglia invece conservarlo in quella condizione. Penso che sulle ragioni non ci possa essere contraddittorio: ognuno ha le sue. Ognuno deve veder rispettata la sua sensibilità. E' la legge che deve garantire che siano entrambe rispettate.
    Forse non sono stata chiara: quando dico che quel giorno qualcuno dovrà chiedere scusa a qualcun altro, intendo dire che coloro che si oppongono al diritto di un individuo di disporre della propria vita e della propria morte, quando la società comprenderà che si tratta di una violenta imposizione del proprio concetto di vita, dovranno, se saranno onesti, chiedere scusa delle sofferenze imposte agli altri. Sarà forse fra venti anni, forse fra cento, io sono sicura che accadrà. Lo inscrivo in una linea di progresso dell'uomo. Scusami ma è proprio quello che penso.
    permettimi di dirti che l'espressione "splendidamente certo" per un padre che vuole staccare la spina a sua figlia è un po' troppo forte.
    Non dovrebbe essere difficile capire che l'amore può esprimersi in modi diversi. Rispetto il tuo. Credo nel mio e vorrei che la legge lo rispettasse.
    marina

    RispondiElimina
  7. @ fabio: so che è un tema scottante e rispetto, ma DAVVERO chiunque pensi in modo diverso da me: chiedo solo che la legge mi lasci libera di disporre della mia vita e della mia morte. E come me, libero chiunque altro. Non voglio imporre a nessuno la mia visione ma vorrei che gli altri non imponessero a me la loro, marina

    RispondiElimina
  8. Sottoscrivo anche gli spazi fra le parole; io provo la stessa indignazione e lo stesso orrore di fronte a quella che per me è soltanto perversione. Senza tentennamenti dico no a questa parvenza di non morte, e vorrei anche poterlo dire in modo inequivocabile, dando delle direttive anticipate: nessuno dovrebbe poter scegliere per noi, soprattutto in nome di idee religiose che non si condividono.

    RispondiElimina
  9. Urge il testamento biologico!Nessuno dovrebbe avere il diritto di decidere di cose tanto personali,che coinvolgono la dignità di un individuo,ne' la legge e tantomeno la chiesa,sorda ad ogni esigenza umana.Naturalmente sono dalla parte del padre di Eluana,perchè, finchè vige questa confusione,la parola dovrebbe spettare a chi l'ha conosciuta e ha colto il suo spirito e l'ha amata e la ama e la vuole rispettare.
    Cristiana

    RispondiElimina
  10. Non so se ha avuto risalto sui media nazionali, ma la settimana scorsa per la prima volta in Italia a Modena il giudice dott. Stanzani ha con decreto sancito il diritto di un cittadino ATTUALMENTE SANO di affidare alla moglie, in caso di sua futura malattia estrema, la scelta di staccare la spina, nominandola tutore.

    RispondiElimina
  11. Quel giorno verrà. Prima o poi arriverà...
    E sarà quando gli uomini avranno imparato ad avere pietà...

    RispondiElimina
  12. Grazie Marina mi sento pienamente soddisfatto dalla tua risposta e, se posso dirlo, pacato.

    RispondiElimina
  13. @ Giorgio: è vero, l'ho letto, ma non trovavo più la notizia. Grazie di averla data tu. E' la prima pietra del testamento biologico, nel quale io spero molto.
    ciao, marina

    RispondiElimina
  14. @ Anonimo: sono contenta di essermi potuta spiegare meglio
    ciao, marina

    RispondiElimina
  15. Non ho molto da dire se non aggiun gere, come ulteriore spunto di riflessione, che un genitore che ha dato la vita al proprio figlio per arrivare ad accetare di dovergliela togliere deve veramente e profondamente sentire che quella fattispecie di vita non una vita, ma umiliazione e accanimento. Nessuno credo si vorebbe mai trovare davanti ad una scelta di questo tipo, ma qualora questo dovesse malaguratamente accadere, soltanto chi veramente ha amato ed ama ed ha condiviso e condivide dovrebbe avere questo diritto. Il testamento biologico è l'unica strada per veder rispettati e tutelati i diritti del nostro morire senza divenire ostaggio di nessuno.

    RispondiElimina
  16. Una battaglia di civiltà la sua e quella di suo padre. Un uomo che ho sentito poche volte parlare ai giornalisti e sempre con estrema dignità.

    RispondiElimina
  17. Quello che mi fa un po' rabbia e' che sui media appaiono sempre foto della povera Eluana quando era lei, bella, piena di vita e sorridente. Secondo me queste immagini (a quanto pare lontane anni luce da quello che e' rimasto della povera ragazza) depistano e influenzano l'opinione pubblica facendo leva sull'emozione.
    Non dico che dovrebbero pubblicare foto di Eluana adesso, per carita', ma descrivere chiaramente, come hai fatto tu, qual e' la sua atroce condizione attuale.

    RispondiElimina
  18. Verrà un giorno in cui la definizione "vivo e vegeto" assumerà un altro significato e finalmente si comprenderà che la seconda cosa non riguarda necessariamete la prima. La cosa più triste è che le legislazioni si debbano evolvere, quando ci riescono, sulla pelle delle varie Eluane.

    RispondiElimina

Non c'è niente di più anonimo di un Anonimo