Quando la figlia di mezzo, decenne o forse meno, si sentì affidare dalla madre sua sorella, più grande di lei di due anni, perché la proteggesse dagli sgarbi della vita, ignorò le sue proprie perplessità e si applicò al compito con la stessa diligenza con cui sempre si applicava ad ogni compito.
Ma continuò a domandarsi per molto tempo a chi sua madre avesse affidato lei.
Non trovando risposta a questo quesito, lo considerò inopportuno o mal posto e decise di accantonarlo dalla sua coscienza.
Il quesito sarebbe un giorno, ineluttabilmente, riaffiorato.
giovedì 20 novembre 2008
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Quel giorno la donna, che portava ancora dentro di sè la bambina ferita, guardò in faccia il dolore e si rispose piangendo che sua madre non era stata sufficientemente affettuosa con lei. Dopo aver tirato fuori tutta la sua rabbia, pensò che adesso doveva fare lei stessa da madre a quella bambina che si portava dentro, donandole quell'accoglienza, quel caldo amore materno che lei avrebbe sempre voluto avere, ma che il destino non le aveva regalato.
RispondiEliminaO forse la figlia di mezzo era stata cresciuta dalla madre con maggiore esperienza, o forse il mondo era mutato in quei due anni di differenza.
RispondiEliminaForse impossibile dare una risposta dall'esterno, ma i danni psichici restano in mancanza di risposta convincente.
( Mi sono inoltrato in un terreno infido per le mie capacità e probabilmente ho sparato solo cazzate)
Sileno
credo che poi la sorella più grande si occuperà di lei.
RispondiEliminaquant'è complicato il romanzo familiare!
RispondiEliminala famiglia: prima istituzione e luogo dei sentimenti opposti
un solo appunto: freud diceva "da dove vieni?" ... jung "dove vai?"
credo convenga provare a seguire il suggerimento di jung
Il problema si presenta QUANDO riaffiora il quesito! E chissà se la figlia di mezzo è preparata ad affrontarlo, chissà se qualcuno le ha insegnato a proteggere anche se stessa dagli sgarbi della vita...Un caro saluto, Arnicamontana
RispondiElimina@ Tutti: mi scuso, ma non controcommento mai sui post della figlia di mezzo.
RispondiEliminaun abbraccio affettuoso, marina
Strana decisione quella della madre...
RispondiEliminaIo, da prima figlia, ho sempre avuto la responsabilità dei fratelli minori. Certo, è un po' più logico, ma non è stato facile lo stesso...
La conclusione è strepitosa!!! A voce ti racconterò una storia ascoltata giorni fa, potrebbe essere illuminante.
RispondiEliminaAllora sta figlia di mezzo è determinata! Bene, mi piace ancor di più...
RispondiEliminaSottoscrivo la risposta di Giorgio, perché affronta il problema in maniera costruttiva: meglio non ripetere gli errori che altri hanno fatto con noi.
RispondiEliminasai, Marina,
RispondiEliminapenso che in qualche modo ognuno di noi è chiamato prima o poi ad essere genitore di sé stesso e saperlo fare efficacemente è una grande risorsa, una ricchezza inestimabile, ma il problema è un altro...se il momento in cui si viene chiamati ad essere genitori, non in senso strettamente fisiologico ma traslato, è troppo anticipato, se non hai ancora le strutture adatte per auto-allevarti diventerai, di fatto, orfano, parzialmente orfano: una sorta di condizione di figlio-modello-groviera...un po' orfano e un po' no...
ti abbraccio come immagini
grande giorgio, resta sempre nelle vicinanze.
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