venerdì 7 novembre 2008

de ira

Tra i miei livres de chevet c'è da sempre Seneca, I dialoghi e le Lettere a Lucilio. Nessuna civetteria. Il fatto è che dentro ci trovo sempre il consiglio adatto ad affrontare piccole questioni e grandi problemi. Oggi mi somministro la seguente lezione, che mi succede di dimenticare spesso.

da Lucio Anneo Seneca: I dialoghi
Mondadori editore
Traduzione di Giovanni Viansino
De ira 32,1

Dice quello: "Ma l'ira ha qualche piacere ed è dolce restituire il dolore." Niente affatto.
M. Catone, nel bagno, un tale che non sapeva chi fosse, lo colpì involontariamente. Chi infatti, conoscendolo, gli avrebbe fatto ingiuria? poi, a quello che chiedeva scusa, Catone disse: "Non ricordo di essere stato colpito."
Cosa migliore considerò non riconoscere l'ingiuria che vendicarsene.
E' proprio di un grande animo disprezzare le ingiurie.


Ultionis contumeliosissimum genus est non esse visum dignum ex quo peteretur ultio.
E' il genere più offensivo di ingiuria non essere sembrato degno di subire la vendetta.

13 commenti:

  1. L'odio, come l'amore, ci tiene legato strettamente all'altro. Solo l'indifferenza ci dimostra che l'altro non ha NESSUN POTERE su di noi: siamo veramente liberi da lui, su un altro pianeta.

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  2. Il problema che abbiamo spesso è che ci ingiuriano e non chiedono mai, neanche per accenno, scusa.

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  3. Marina,
    me lo insegnò mio padre, da bimba. Allora mi sembrò assurdo, ma ne ho fatto inconsciamente tesoro.
    Ora mi capita, forse troppo spesso, di ignororare ingiurie e persone. Non so se è un bene, ma so che si vive molto meglio.

    Grazie per questo ricordo involontario del mio adorato papà....

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  4. gorgio, sempre perle di saggezza le tue!

    La Figlia

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  5. Bella questa citazione, ma quella che mi sorprende è come dopo l'elezione di Obama in molti blog si è sentito il bisogno ed il piacere di riportare i pensieri alti espressi dall'umanità. Non so, ma anche questo mi sembra un dato che indica qualche cosa. Come se quest'evento avesse aperto le finestre alla bellezza.

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  6. io uso anche questo come linimento:
    Ben più gravi sono gli effetti prodotti in noi dall'ira e dal dolore, con cui reagiamo alle cose, che non quelli prodotti dalle cose stesse, per le quali ci adiriamo o ci addoloriamo.

    Marco Aurelio

    ma non è facile.
    non è proprio facile, soprattutto sulle tecnologie internettiane, dove le parole corrono e colpiscono come pallottole

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  7. amalteo: tu sei bravissimo, non indulgi mai a scorrerie furiose. Non so come tu faccia, ma ci riesci
    marina

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  8. L'odio è un sentimento forte, come l'amore appunto.
    Con un po' di sforzo l'indifferenza si può ostentare, ma non realmente provare...

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  9. Stavo riflettendo su alcuni passi de "La porta" di Magda Szabo e mi sono imbattuta su questa frase:
    "...non mi ferivano con le parole, bensì col silenzio, perchè per una persona è molto più doloroso sentirsi indegna persino di una parola, di una domanda, di una spiegazione..."

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  10. @ franca: hai ragione su tutta la linea: restare indifferenti nel profondo è terribilmente difficile, ma almeno tento di non mostrare le ferite...
    La citazione dalla Szabo è perfetta!
    marina

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  11. "Il miglior disprezzo è la non curanza" mi insegnava mia madre quando ero bambino. Peccato che nel suo caso la non curanza solitamente dura 1o-15 secondi e poi parte in quarta...

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