venerdì 7 marzo 2008
una fiaba a lieto fine...
Anche noi adulti abbiamo bisogno di fiabe. Il bambino che è in noi avverte talvolta il bisogno che qualcuno, con calma voce rasserenante, gli narri a sera, prima di dormire, una fiaba che ne concili il sonno e che lo introduca al buio della notte con parole rassicuranti, visioni liete.
Sono creatura anche io.
Sicché qualche volta, la sera, per farmi addormentare serena mio marito mi narra una bella fiaba. Che fiaba vuoi che ti racconti? mi chiede. Ed io: Raccontami la fiaba di Clemente, ti prego.
Così, inforcati gli occhiali, sedutosi al mio capezzale, mio marito pazientemente comincia:
C’era una volta, in un paese lontano lontano, un importante Ministro che si chiamava Clemente. Sedeva nel Grande Consiglio dei Ministri che governava il paese e viveva felice e contento. Un giorno però, il Ministro Clemente, che aveva un carattere gioviale ma un po’ bricconcello, si irritò molto perché dei Dignitari avevano offeso sua moglie Sandra, impedendole persino di uscire di casa. -Ah no, pofferbacco, esclamò il Ministro Clemente, questo non posso tollerarlo. Con questi colleghi Ministri non ci voglio governare più!- Ma che cosa c’entra? -gli chiesero i colleghi Ministri. -C’entra, dichiarò lui, perché non mi siete stati amici mentre mia moglie soffriva e così io, come marito fedele e innamorato, non voglio più avere niente a che fare con voi. Ben vengano nuovi Ministri migliori di voi!- E detto fatto, buttò all’aria il suo scettro di Ministro e costrinse tutti gli altri Ministri a fare lo stesso e alla fine scombussolò tutto il paese.
Grande fu l’agitazione. A quel punto bisognava nominare un Nuovo Grande Consiglio dei Ministri e con grandi squilli di tromba venne indetta una Grande Gara. Gli uomini più potenti del paese si organizzarono in squadre, con vessilli di vari colori, per partecipare alla gara e diventare i nuovi Ministri. Il Ministro Clemente, tutto contento, si mise ad attendere che qualche squadra si rivolgesse a lui e lo chiamasse per gareggiare insieme. Aveva anche preparato il suo discorso: -Va bene, gareggerò con voi, ma quando avremo vinto voglio il Ministero più bello e importante, con un grande scettro e soprattutto che nessun dignitario osi più offendere mia moglie, la luce degli occhi miei!-
E pavonegiandosi per la sua bella impresa, si offrì come compagno ora a questo ora a quel gruppo, sicuro che tutti se lo sarebbero conteso.
Ma che è che non è, nessun gruppo lo volle prendere con sé. Né i Neri, né i Crociati, né gli Azzurri, né i Verdi. Neppure i Bianchi lo vollero. Chi gli disse che il popolo era troppo irritato con lui, chi gli disse che era troppo collerico, chi non volle nemmeno riceverlo. Sempre più mesto il Ministro, pardon, l’ex Ministro Clemente, girava per le strade di quel paese cercando qualcuno che lo ascoltasse e gli desse retta. Finché una sera, dalla sua casa, dove la moglie Sandra sferruzzava accanto al focolare, emise un editto, nel quale dichiarava, a tutto il paese, che non avrebbe più partecipato alla gara, perché il mondo era stato cattivo con lui e lui si sentiva offeso e deluso.
Ecco, è a questo punto che, già insonnolita, comincio a sorridere e scivolo nel sonno ristoratore rasserenata, fiduciosa, serena....
Mio marito non fa neanche in tempo a spiegarmi la morale della favola, che sicuramente c'è, ma tanto potete ricavarla da voi.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
La morale della favola e' che come diceva Fabrizio de Andre' "E' mai possibile o porco di un cane
RispondiEliminache le avventure in codesto reame
debban risolversi tutte con grandi puttane"...
Va' beh io proporrei l'esilio. Ma poi sono finita in un auto-esilio...
Carlotta
morale della favola: amore coniugale e politica (locale e nazionale) non sempre stanno assieme
RispondiEliminaCiao Marina, non so se rimpiango di più un marito come il tuo che ti racconta le favole, o le favole che sai scrivere tu...
RispondiEliminaAncora una volta, sei stata eccezionale.
Buona giornata!
Obbligherò mio marito a raccontarmi favole prima di addormentarmi, mi piace la cosa. Dovrò convincerlo a stare sveglio fino alle 2 di notte, ma ne uscirò vittoriosa.
RispondiEliminaMarina, non sono tanto sicura che il Clemy non ricicci, sai, come le patate.
Di morale ce ne può essere più d'una.
RispondiEliminaVediamo.
Per quanto riguarda la rinuncia di Clemente può essere come quella della volpe che non arrivando all'uva se ne andò dicendo che era acerba.
Oppure: chi troppo vuole nulla stringe.
Oppure: chi è causa del suo mal pianga se stesso.
Vado avanti? No, penso sia sufficiente così!
Brava, Marina!
Che bella, sembra vera!
RispondiEliminaFelicità.
Rino, ehmmmm
In mezzo a tanti rospi da mandar giu', qualche piccola soddisfazione ogni tanto ci vuole.
RispondiEliminaBrava, Marina!
Bella l'idea del marito che ti racconta le fiabe... Poi la fiaba è davvero una fiaba dei nostri tempi, azzeccatissima. Un abbraccio, Giulia
RispondiEliminaChi troppo in alto sal cade sovente precipitevolissimevolmente…!
RispondiEliminaBellissimo post, bellissima ed arguta storia pari a te, complimenti. Ringraziandoti per i tuoi commenti mi sono gemellato a te e ti ho linkata. Spero ti faccia piacere e continua a scrivere come scrivi.
Ciao e a presto. Il Cantastorie errante
Marina! Quando si dice il caso!
RispondiEliminaAnche mio marito voleva farmi addormentare con la favola di "Clemente, una volta Gran Potente".
Non ci crederai: la sua è finita in modo diverso! Nella sua versione, sembra che, ritiratosi nel suo maniero a Ceppaloni Land, due minuti dopo aver annunciato al suo popolo in lacrime che non si sarebbe più canditato, è uscito nuovamente sulla loggia e ha esclamato: "E invece no! Farò come il Gran Prence Umberto, Voce Urlante nel Deserto! Formerò un'armata brancaleone tutta mia, una specie di Lega Centro-Sud-o-giù-di-lì, per la delizia dei cittadini della parte bassa dello stivalone!"
Be', anziché addormentarmi siccome un angiolo come te, ho cominciato a rigirarmi nel letto e a sudar freddo. E dato che l'incubo era in agguato (come accade ai bimbi quando gli si racconta la fiaba con l'Orco Cattivo), mi sono alzata.
E ho iniziato ad inviare mail di "Achtung! Minen!" a tutti i miei amici del Centro-Sud-o-giù-di-lì.
Come si dice: uomo avvisato...
Splendido post (come sempre).
Ma dai Marina ti fai raccontare le favole?
RispondiEliminaVedi cosa hai combinato Anna costringerà suo marito a stare sveglio fino alle 2,speriamo che non venga sul tuo blog,scoprirebbe la fonte.
Buon fine settimana
Roberto
Marina, però se a me raccontassero questa storia prima di dormire...con i protagonisti che ha farei degli incubi allucinanti!!eheheh
RispondiEliminaBuon 8 marzo, cara Marina!
RispondiEliminaBeh, 'sta favoletta è 'na bomba, una volta qualcuno me l'ha raccontata e mi sono rasserenato.
RispondiEliminaSono diventato più ottimista da un lato....
...anche se dall'altro... non troppo!!!
Quella che hanno raccontato a me era anche un po' più lunga (io fatico a prendere sonno) e surreale. Pensa che il personaggio di Clemente era addirittura stato il testimone di nozze, assieme a un altro illustre politico siciliano, di un giovane mafioso di nome Campanella. Non c'è limite alla fantasia di chi è capace di ideare queste deliziose favolette.
siete ancora tutti bambini, vedo: le favole vi fanno ancora sognare. Anche se qualcuno, prudentemente, preferisce non fidarsi del lieto fine...
RispondiEliminaho apprezzato le varianti ciao marina