venerdì 21 marzo 2008

tattiche e stategia


Finte. Tredici modi per sopravvivere ai morti.Di Paolo Teobaldi.
È un libro smilzo, un centinaio di pagine, uscito nel 1995.
Mi rivelò uno scrittore che dalla sua provincia, Pesaro, osservava il nostro paese e il suo trasformarsi, il suo farsi diverso che è così simile ad un disfarsi.
Il libro mi è tornato in mente passando sul Ponte Palatino, dove negli ultimi mesi in due differenti incidenti automobilistici hanno perso la vita due giovani.
Dopo il primo incidente dei mazzi di fiori furono appoggiati al muro del ponte; poi vi fu attaccata una foto. Poi un piccolo lumino comparve davanti alla foto. Poco distante apparvero altri mazzi di fiori, finti, per durare. Sabato scorso ho notato un piccolo tavolinetto, coperto di un drappo rosso. Sopra vi era una cornice con una foto, un vasetto con dei fiori e il lumino a forma di candela. Il piccolo altare occupa metà della profondità del marciapiede, già molto stretto. Immagino che anche qualche passante presto andrà a fare compagnia ai due sfortunati ragazzi, perché le macchine che vengono dal Lungotevere entrano a velocità sul ponte, diviso a metà nei due sensi di marcia e piuttosto pericoloso.
A me non piacciono gli innumerevoli sepolcri improvvisati che costellano le nostre strade. Capisco perfettamente il sentimento che spinge a questi gesti ma gli altarini non mi piacciono ugualmente. Inoltre spesso gli stessi che eressero i piccoli monumenti finiscono con il trascurarli e quelli diventano di una desolazione straziante.
Quando li vedo penso sempre a Finte.

Sono tredici storie che esemplificano il modo in cui, quando si perde qualcuno, si tenta di sopravvivere alla persona perduta. Il libro non si tuffa e non ci tuffa nel dolore, ci descrive invece delle tattiche, piccole tattiche fantasiose, in vista della grande strategia: come continuare a vivere.
Ci sono quelli che, perso un figlio, si riuniscono periodicamente con altri genitori per stabilire dei contatti con i figli morti.
Ci sono quelli che immobilizzano il tempo, lasciando la stanza del defunto come sotto vetro, in ogni minimo particolare.
Ci sono quelli che apparecchiano la tavola anche per il morto.
Ci sono quelli che portano sulle tombe piccoli oggetti cari al defunto e le addobbano continuamente.
Ci sono quelli che costruiscono cippi lungo le strade, attaccano mazzi di fiori agli alberi e foto sulle pietre miliari.
Non ve ne dico altri, li scoprirete da voi.
Il libro è scritto in un modo apparentemente non meditato, è una specie di inventario scritto in una lingua quasi colloquiale e dimessa, ma proprio per questo capace di prenderti dentro il suo ritmo pacato, di irretirti.

Da allora non ho mancato nessuno dei libri di Teobaldi.
“La discarica” -una satira impietosa della nostra società di consumatori, in cui per la prima volta appare una ironia sardonica- e poi “Il padre dei nomi”, “La badante”, “Il mio manicomio”.
Se pensate di leggerne uno solo, leggete il primo, Finte. Tanto so che poi leggerete anche il secondo. E per secondo leggete La discarica. C’è un uomo che si dedica minuziosamente ad una pulizia a fondo di una casa: pagine irresistibili.


Paolo Teobaldi

14 commenti:

  1. Il giro in libreria è certo devo comprare anche l'altro: Biografie di una passione (non so se mi spiego...).
    Colgo quindi l'occasione per dirti che ho finito "Cassandra" da te consigliato: BELLISSIMO!!!!
    Mi è piaciuto da matti.
    Grazie

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  2. ieri sera vedevo la figlia di moro maria fida e il suo dolore intatto.
    fra le morti da rielaborare quella che è diventata storicamente simbolica deve essere particolarmente gravosa

    ciao marina

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  3. Grazie per il suggerimento, Marina. Lo seguirò senz'altro (sono un po' in carenza da buone letture...)
    Un abbraccio!
    V

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  4. @ amalteo la morte di Moro è gravosa per il paese. Per la famiglia penso che il dolore sia lo stesso, sia che si tratti di morto "pubblico" o privato. Per una figlia è solo un padre. Non c'è questione pubblica che possa dare spiegazione della perdita di un padre.
    A me ha colpito molto il suo discorso su che cosa significhi Stato. O, allora, trattare da parte dello Stato con le BR. Mi sono sentita d'accordo con lei.
    marina

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  5. Seguirò il suggerimento...
    grazie :-)
    buona giornata!

    g

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  6. Per quanto riguarda gli altarini improvvisati sono perfettamente d'accordo con te.
    Per quanto riguarda l'elaborazione della perdita, ci sono quelli che semplicemente portano nel cuore il ricordo delle scomparso...

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  7. Complimenti per il tuo bellissimo Blog, lo leggo tutti i giorni e ci trovo sempre qualcosa di interessante su cui riflettere...come in questo tuo ultimo post. Ciao!

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  8. Gli altarini mi immalinconiscono e, al contempo, mi fanno tenerezza. Io ho elaborato il lutto per la perdita di mio padre andando spesso nella cappella cimiteriale, non per raccogliermi e, tanto meno,per pregare.Ma per pulire, tenere in ordine, cambiare i fiori, curare le piante con atteggiamento quasi maniacale. Mi sembrava e mi sembra di poter fare ancora qualcosa per lui.Tutto ciò è in netta contraddizione con la mia visione della vita e della morte.
    Ma sono abituata ad accettare da sempre le mie contraddizioni.
    Ciao bella, buona Pasqua, sii serena. Sebastiano ci aspetta subito dopo le feste.
    Un bacio.
    Anna

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  9. Mi hai incuriosita.
    Mi chiedo se Teobaldi parli anche di quelle madri che,durante le ore piccole,scrutano la nebbiolina del televisore e captano frasi dall'aldilà.Ne conosco una.
    Per quanto mi riguarda,non sono mai tornana in un cimitero,ne' mai ci andrei,secondo me è la negazione dei ricordi.

    Cristiana

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  10. Quanti autori che non conosco e tu me li presenti così bene, me lo sono segnato... Grazie e tantissimi auguri. Un abbraccio, Giulia

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  11. Grazie per la visita e per la generosa considerazione ... dell'anagrafe ! Spero che avremo modo in futuro di scambiarci visite interessanti e proficue. Per adesso tanti auguri di Buona Pasqua.
    Lupo.

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  12. Benvenuta a gagarin, sono passata a trovarti e ilt uo ultimo post è fulminante.

    ciao Lupo, spero non ti sia offeso, ma per me sei stato una vera salvezza! Dobbiamo allearci ;-)

    @ giulia: da te ho fatto almeno tre scoperte importanti!

    @ valentina secondo me ti piacerà, c'è anche tanta provincia amara

    @anna, capisco perfettamente come il prendersi cura aiuti. Ma sulla strada mi disturbano. Mi sembra anche un sopruso. Ognuno ha i suoi morti, se tutti creassero altarini la città diventerebbe un unico cimitero.

    @ maria cristina: Cassandra è uno dei più bei libri che io abbia letto. sono contenta che ti sia piaciuto
    marina

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  13. Ti auguro una felicissima Pasqua!

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  14. Anche a me non piacciono gli altarini per le strade. Mi mettono inquietudine come del resto gli espedienti che hai citato dal libro di Teobaldi. Non oso immaginare cosa farei se avessi un lutto come quello di queste persone. Non ce la faccio a pensarci.

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