Riepilogo delle puntate precedenti: di come, a forza di digressioni, la nostra autrice sia riuscita ad arrivare al capitolo sei del suo blog-che-aspira-a-diventare-un-libro.
Ho appena scoperto una controindicazione alle digressioni con cui, come ricorderete, sono solita infarcire i miei testi.
Se, cioè, sospendete per mezza giornata-il tempo di una permanente veloce dal vostro coiffeur di fiducia e della spesa settimanale al più vicino supermercato- se sospendete, dicevo, il vostro Lavoro di Scrittura, quando vi rimettete al computer e provate a riprendere il filo del vostro discorso, vi trovate di fronte ad un inesplicabile caos, privo di senso e di logica e risalire per li rivi del discorso stesso si rivela impossibile. Avete presenti quelle espressioni algebriche inutilmente, a mio parere, complicate, in cui una parentesi graffa ne contiene una quadra, che ne contiene una spericolata sequenza di tonde, ognuna delle quali chiede di essere sciolta, prima di riuscire anche solo a sospettare, che cosa quella infame espressione voglia veramente rappresentare? Ebbene con le digressioni letterarie, accade la stessa cosa. Segnalo qui che esiste in rete un programmino per semplificare espressioni algebriche, mentre un programma analogo per eliminare digressioni a matrioska dai libri-o aspiranti tali-grazie a Dio ancora non è stato inventato. Potrebbe sì aiutarmi a capire di che cosa sto parlando, ma il mio libro-o aspirante tale-ne verrebbe drasticamente ridotto.
Questa difficoltà a rintracciare il filo del discorso comporta la necessità di riprendere il proprio Lavoro di Scrittura con una osservazione qualsiasi, magari della natura di questa con cui appunto ho ripreso. Che, cioè, non ha alcun interesse per il lettore né alcun significato al fine della storia che si ha in mente di raccontare. Per fortuna ha però, o almeno dovrebbe avere, un Effetto Straniante. L’ Effetto Straniante va molto di moda nel mondo delle lettere e in pratica, dal punto di vista del lettore, si potrebbe semplificare così: Ma che cazzo sta dicendo questo?
Nel preciso momento in cui si pone questa domanda il lettore si sente “straniato”. E, in subordine, stranito. Quale sia il vantaggio di sentirsi straniato per il lettore e per quale motivo il farlo sentire così debba essere considerato un merito letterario non lo so, ma so che si sale molto nella considerazione dei critici e non intendo lasciarmi sfuggire questa occasione di essere, sia pure casualmente, straniante.
Ora, se vi siete sentiti straniati almeno quanto me, siamo sulla buona strada e possiamo riprendere, in qualche modo, il nostro discorso.
Discorso che non riprenderò affatto da lì dove ci eravamo fermati ma, con un salto logico che dovrebbe straniarvi ancora di più, ricominciando da capo.
A questo mio exploit ci tengo molto. Infatti tutti gli espedienti letterari fin qui da me utilizzati non hanno niente di originale, ma sono scopiazzature più o meno riuscite di autori brillanti ed erano in voga già qualche secolo fa’ nel mondo delle lettere. Ma il riprendere pari pari il primo brano del proprio libro, facendolo in pratica ricominciare da capo, è cosa che non si era fin qui veduta. Siamo cioè in pieno sperimentalismo. Naturalmente è una scommessa, perché può darsi che questa minuscola idea abbia uno strabiliante successo di publico e di critica, che venga salutata come un arguto sbeffeggiamento, come un’idea di ciclicità dell’arte, e quindi della vita, come la rivoluzione copernicana della tecnica espressiva e la prima pietra del romanzo del secondo millennio, ma può darsi anche il lettore, già abbondantemente straniato, si incazzi di brutto, butti tutto all’aria, inveisca senza controllo e abbandoni me, il mio blog, il mio aspirante libro e, per uno scrupolo di sicurezza, anche la Rete.
Poiché però l’artista, quello vero intendo, se non è più avanti del suo tempo non è proprio nessuno, mi resta la residua speranza che nel 3094, questo mio artificio possa venir riconosciuto come paradigma della corrente letteraria dei Ri-principianti, che dominarono la scena letteraria europea negli anni dal 2008 al 2028. Vent’anni in fondo non sono pochi.
Perciò, ecco qua:
“Ciò un blog. Stabiliamo preliminarmente che quel "ciò" non significa “questa cosa”, non è cioè il pronome dimostrativo, ma la grafia che più mi aggrada per dire “io ho”.......
Come vedete l’audacia sperimentale ha in me poca lena, ma se volete davvero sperimentare l’effetto che un Ri-principiante può fare sul suo lettore, ecco qua il link per voi. Godetevi questa ri-principiatura mentre io vado avanti con il mio racconto.
Non oggi però perché un impellente bisogno di socialità mi chiama verso blog altrui. Continua...
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continua......e ci lasci così?x quanto concerne me,amo le digressioni,le uso,nn mi sento stranita,ma willing and able a leggere i capitoli seguenti,di qualsiasi argomento tu voglia parlare!ti basta?spero di sì!
RispondiEliminaLo straniamento è un po' come l'innamoramento
RispondiEliminati porta altrove e da nessuna parte
ti solleva dal mondo e dalle perplessità
ti rende finanche perplessità vivente
ti solleva dai preconcetti e dai pregiudizi
ti monda persino da te stesso
Lo straniamento non si può descrivere efficacemente
per questo sortisce quel
"ma che c---- dici?"
Lo straniamento è per definizione libero ed anarchico
ti coglie dove non pensi
o anche sulla via di Damasco.
Lo straniamento è l'infanzia del pensiero.
p.s.
ho scritto a tastiera libera e mente persa, non spaventarti, ma ora mi sa che ci faccio pure un post pazzoide, come piacciono a me...
Smack!
Va bhè, ma così non vale!
RispondiEliminaRicominci da capo e ci lasci dopo una riga...
Il bisogno è bellissimo!! :-)
RispondiEliminaDa una strenua seguace, nonchè teorica, dello straniamento un grido accorato: "ma che cazzo dici?"
RispondiElimina:-))
Non 'ciò' capito una cippa, però ho riso parecchio... dici che vale (Vale) lo stesso??
RispondiElimina:-)
V
Clap Clap...anche io non ho capito una mazza ma è stato tutto molto bello..ce la rifai? :-)
RispondiEliminag
ehehehe....ci stai tenendo per le briglie con questo "racconto"!!!:)
RispondiElimina...Buona settimana cara!
Mi piace questa tua digressione, questo divagare fra qua e là, questo giocare con le parole come fossero calcoli matematici che alla fine danno un risultato, una somma, una cifra.
RispondiEliminaEppure sono straniato, quasi allontanato dai miei pensieri per introdurmi nella lettura, in codesta lettura che mi sta portando al tuo Ciò.
Rino, leggermente "straneggiato".
Stavo pensando a un commento serio da lasciarti ma dopo aver letto quello di Anna come faccio?? rido e mi vengono in mente solo cose buffe, ovvero come potrebbe essere il mio bulbo (capigliatura) dopo una permanente...al momento questa è l'immagine più divertente a cui riesco a pensare...ah, la sana autoironia!!
RispondiElimina...ah ah ah...Marina. Anch'io non ho capito niente. E poi, gira e rigira e poi torna indietro, clicco sul link e son di nuovo al punto di partenza. Mi gira la testa e vado a letto... Scusa se t'ho fatto impazzire con sky stamattina. Il problema è che io, non ho idea di come funzioni. Pensavo che ci fossero semplicemente 1000 canali...da digitare!! ;-)
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