Ho deciso di riprendere la serie "figlia di mezzo" che pubblicai nei primi giorni del mio blog.
Per tutti gli amici che sono venuti a farmi visita solo in seguito metto qui il link ai primi quattro, minuscoli, episodi.
Vi renderete conto che non seguono nessun ordine, né cronologico, né logico.
Vengono come e quando vogliono e li scrivo quando e come posso.
Nel grande ospedale cattolico dove l’urgenza e un consiglio amico avevano fatto ricoverare il Comandante, all’alba e al tramonto una preghiera litanica risuonava in ogni camera, a conforto di molti e a turbamento di alcuni.
Temendo che quel rito tecnologico fosse di fastidio per il paziente, la figlia di mezzo tentò maldestramente di manomettere l’impianto per ridurne il volume nella stanza. Infastidito dal suo trafficare il Comandante ne chiese spiegazioni e ottenutele liquidò rapidamente la faccenda dichiarando di aver già provveduto, attraverso l’astrazione, al suo personale silenzio.
Da quel giorno uscendo all’alba o entrando al tramonto nell’ospedale, mentre risuonava ovunque la preghiera, anche la figlia di mezzo smise semplicemente di sentirla e il più perfetto, il più assoluto e il più fresco dei silenzi ne lenì il tormento.
Della straordinarietà di quell’esperienza molto tempo dopo chiese spiegazione ad uno psichiatra che le confermò come in situazioni di estrema necessità, l’io umano possa ritirarsi in regioni irraggiungibili da qualunque suono.
Ma si mostrò comunque colpito dalla evidente estensione di quella forma di autotutela dal Comandante alla figlia di mezzo.
lunedì 17 marzo 2008
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Non avevo mai letto i post di questa serie.Belli! Dovrei scriverne anche io. Conosco bene quelle litanie e quell'ospedale e non sono mai riuscita ad astrarmi. Mi intristivano e mi facevano sentire vicina alla morte. Un incubo! Sono maestra in estraneazione, ma in quel caso non ci riuscii.
RispondiEliminaEh, che ricordi...! :-)
RispondiEliminaNon sapevo di questem litanie...guarda che il link però non mi funziona, mi riporta alla stessa pagina. Giulia
RispondiEliminaCol tempo si riesce a dare ai ricordi una colorazione diversa...
RispondiEliminaIn quanto all'astrazione, credo che la mente umana abbia capacità per noi impensabili
Li ho letti tutti. Non facili, criptici per i lettore e forse colmi di un'intensità non detta. Belli.
RispondiEliminaSempre molto particolari i tuoi post. Brevi ma incisivi. Quello che lo psichiatra ha spiegato, io lo faccio tutti i gg, tranne se sto studiando e i vicini mi suonano in testa, di fronte e sotto. Allora però non mi estraneo più e divento una belva.
RispondiEliminaSordità. Grazie per la lettura. La tua amica logopedista ha ragione a raccontarti di esperienze appassionanti perchè il suo lavoro, forse più del nostro, è davvero una continua e avventurosa scoperta. Ciao, ora vado a leggere le altre figlie. :-)))
Ciao Marina!!!
RispondiEliminaBeh, dovrò leggerli tutti allora!
Altrimenti solo questo non ha senso...
Un bacio, a presto!
nella mia esperienza vedere e raccontare con gli occhi di oggi gli eventi che si sono riverberati dentro di sè qualche tempo prima ha un valore psicologico molto intenso.
RispondiEliminaè un ri-conoscersi.
ci leggo questo dentro queste pagine. tanto più interessante scritte e ancora ri-scritte.
ho ancora un pezzo di ragionamento sui blog da fare con te. ha a che fare con quella operazione tipica di questo mezzo di comunicazione: stare al confine fra il dentro di sè di un ricordo e il consegnarlo al lettore. è un gioco sottile, da funamboli.
tornerò
ciao
paolo amalteo