Da parecchie settimane non andavo in centro, preferendo restare il più possibile accostata al mio quartiere e alla sua sguarnita tranquillità.
Ma ieri mattina sono uscita in cerca di un negozio di lane.
Avevo dimenticato l'odore dell'umanità pendolare in transito sugli autobus d'inverno.
Un odore di lana umida, fumo stantio, dopobarba e deodoranti in lotta e aliti all'odor di cappuccino: promiscuità senza varietà.
Avevo anche dimenticato l'umore che vi si respira: fretta, sospetto,
voglia di essere apodittici e malmostosi, insofferenza e ansia repressa.
Tra Piazza Venezia e Piazza Argentina, da sempre e sempre, gli autobus facevano una fermata intermedia, su via del Plebiscito, fermata che serviva tutto un groviglio di strade a ovest del Corso, piene di negozi, uffici, studi, scuole ecc. Fermata necessaria e sempre molto frequentata perché vi si arrestavano molte linee.
Da mesi la fermata non c'è più, c'è un cartello nuovo nuovo che dice: Fermata Soppressa; ma ancora capita che qualcuno, all'oscuro del fatto, si veda portare fino a Piazza Argentina, ben oltre la sua meta, mentre protesta a gran voce. Così è accaduto questa mattina. Ogni volta che ci passo mi sento piena di rabbia.
Infatti la fermata è stata soppressa perché si trovava a pochi metri da Palazzo Grazioli, abitazione privata del Presidente del Consiglio. Quando gli autobus fermavano lì c'erano file di vetture che si arrestavano e poi ripartivano, viaggiando perciò lentamente. Certo questo infastidiva CHI doveva uscire dal Palazzo nella sua auto dai vetri fumé (o anche chi doveva entrarvi, vassallo politico o escort che fosse) e che doveva pazientare per infilarsi nella carreggiata. Il tempo dei potenti e dei loro cortigiani è prezioso, quello di chi va al lavoro invece è un bene futile e sacrificabile.
È stato fatto per ragioni di sicurezza! hanno detto.
Sarà. Anzi, non è manco pe' niente! Infatti gli autobus continuano tranquillamente a fermarsi davanti al Senato della Repubblica. E sì che lì di sicurezze da garantire ce ne sono molte di più!
Sono anche queste piccole cose che fanno di noi dei sudditi e non dei cittadini.
Non aggiungo altro al tuo post perché dice già tutto.
RispondiEliminaSolo una cosa: "voglia di essere apodittici e malmostosi". Che bello leggere che ancora si usano queste parole. Non hai idea di che intima gaiezza mi hanno dato questi due vocaboli.
Grazie
Pace e benedizione
Julo d.
sinceramente in nostro presidente del consiglio mi fa sentire suddito molto spesso...e sinceramente mi disturba parecchio il fatto che l'Italia debba girare intorno a lui e purtroppo temo passerà molto tempo prima che qualcosa possa cambiare.
RispondiEliminasarà anche un'inezia quella dell'autobus ma per me denota poca attenzione per i cittadini, se è stato fatto davvero per ragioni di sicurezza allora, proprio come dici tu, questo spostamento di fermata doveva esser fatto a maggior ragione davanti al Senato; ma mi sembra abbastanza ovvio il reale motivo: chi regge le fila del governo non può mica perder tempo a far la fila in auto con noi comuni mortali
un abbraccio
Quanta verità nelle tue parole così splendidamente espresse.
RispondiEliminaCosa potrebbe fare un cittadino che non vuole essere suddito in questo caso ?
complimenti, una descrizione attenta sulle sfumature di vita quotidiana.
RispondiEliminaUna goccia nel mare putrido che ci sta annegando.
RispondiEliminaCi vedono da molto tempo come sudditi e ci fanno sentire tutte le volte che possono tali. A qualcuno però purtroppo piace, deresponsabilizza. La lbertà ha sempre un prezzo.
RispondiEliminaGiro sui mezzi pubblici spesso e mi ritrovo in quello che dici.
Ho presente quella fermata e mi hai fatto venire in mente i viaggi da incubo sul 64 superaffollato. Tant'è che quando vado per lavoro in Piazza dei Caprettari preferisco i 20-30 minuti a piedi da Termini (a passo di marcia).
RispondiElimina