domenica 24 gennaio 2010

ancora una poesia

Delle poesie di Ottiero Ottieri a me piace la capacità di piombare come un falco nella profondità del tema esistenziale dopo aver svolato leggermente e ironicamente sulle colline del quotidiano.

I grandi viaggi
di Ottiero Ottieri

E tutti partono per grandi viaggi.
Tra il Messico e l'India
non sono incerti. Decidono. Mia figlia
ha tutto visto e va in Australia.
Sono stati già tre volte a Ceylon,
possono tornare per la quarta a Bali. Tutto il mondo è loro,
noto solo un certo imbarazzo per 
il Polo. Ostenda e Stoccolma
vengono qui. O vado in India o vado a New York.
O preferisco una casa nella campagna toscana,
dove faccio una villa a modo mio
da un podere fuggito dai contadini
per la miseria? Per i padroni imbecilli?
Cetona è il Saint-Tropez dell'Etruria.
Belli sono i cipressi a folto pennello
e il pino e il leccio e l'ulivo,
si sposa con la loro armonia
che ha fatto la rinascenza.
Ci sono troppe salite e discese a San Francisco,
meglio allora le rupi del Colorado. Ma chi
è stato due mesi nella Nuova Guinea?
Un grande avvocato che ha studio a Milano
in Corso Matteotti dove torna e riprende.
Io sarei rimasto nella Nuova Zelanda. Vado
a vivere in Egitto. Corso Matteotti, dopo averti
mille volte percorso, preferisco l'orso
del Polo Sud.
Vivere non è necessario,
è necessario partire. È necessario
tornare? Forse. Sceglie invece
di stazionare a Roma, gonfia di attrici,
attricette, attriciotte,
ogni pomeriggio, ogni mattina,
almeno da vedere. Egli è un produttore,
o un regista o un operatore e tiene lontano
la morte con la cinèsi
perenne, con un dongiovannismo
di mestiere, facendo, ricevendo
il male. Ahi, Roma!
La fornicazione è una navigazione
irrequieta, un rollio fermo nel golfo
che evita l'altura ma dura
oltre l'amore unico
che può trafiggere a morte,
ma va ricambiato minuto per minuto
e ti impedisce di chiedere aiuto.
È il potere, l'erotica e la gloria
che fanno la storia? O l'umile lotta
fedele a un ideale. Cristo lo ha già
deciso ma noi siamo ribelli,
angeli decaduti perennemente attratti
da una frivolità o serietà
che ci faccia divertire. Divertimento,
cima del mondo! Divertimento non sei
mai spento. Come sei ricercato
dall'essere umano che si annoia
della foia, che cerca con incessante insistenza
lo svago, il mago della gioia. Ascolta l'oroscopo
vuol sapere se il sole o le stelle lo faranno felice,
che cosa dice la carta del cielo
perché quella della terra è talmente arata,
che fatica a germinare il seme della speranza.
L'oroscopo produce con più felicità
l'ansia di conoscere il futuro, il
quale s'accorcia con il fatale
camminar della vita. Eppure appare
che l'esistenza si allunghi come le serate d'estate,
che il sole tardi al tramonto,
abbia la sua vecchiaia
che lo porta a indugiare
sull'orlo della terra
come se la volesse illuminare
oltre il voluto da Colui
che stabilì le leggi della notte e del giorno.
Può il sole con l'uomo rompere
il ritmo e divenire immortale,
risplendere perennemente?
Oppure la notte durare oltre la notte
fosca o lieta in un'alternanza
che non inquieta l'uomo ma lo fa
giacere senza sussulti? Odo
ancora i singulti del fatale
passaggio fra la notte e il giorno,
fra il giorno e la notte,
ritmo che nulla spezza
neppure la più grande
umana alterezza. Nessuna
imperialistica potenza ha dominato
il corso dell'esistenza. La notte e il sole
sono più forti
della nostra trascendenza.

11 commenti:

  1. e pensare che vogliono togliere lo studio della geografia dalle materie scolastiche.... poveri noi. I nostri ragazzi saranno privati dall'incanto del viaggio, che prima di tutto deve essere mentale. Buona domenica

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  2. Le amiche di mia madre, signore quasi ottantenni, vispe ed eternamente centrifugate nella giostra burraco-viaggi-conferenze-inviti-cene-orafo-ricette, talvolta mi fanno pensare che io, silenziosa, quieta, innamorata di me stessa(bum!è solo un modo di dire!), e comunque lavoro-scrittura-riflessioni-blog-amicizie con il contagocce, mi fanno pensare, dicevo, le amiche di mia madre, scusate, sono ridondante, di essere un orso polare sbarcato all'equatore!
    Io le fuggo come la peste.Fuggo i loro gridolini, le loro risate, il loro permanente organizzarsi, i loro programmi di crociere vienna-budapest-smirne-bosforo, viaggi che concluso uno ne comincia un altro, è vero: Ostenda e Stoccolma vengono qui!
    Fuggo le loro certezze, le loro ricette, le loro partite a burraco, il loro ingioiellarsi con coralli, turchesi, scaramazze; fuggo i loro troppi fiori appuntati ai colli di golf color pervinca, i loro troppi nastri agli orli delle gonne, i loro fondotinta rosati delle geishe, il loro mostrarsi, complimentarsi, fagocitarsi.
    Però, confesso che il mio fuggire, a volta, mi mette un po' in crisi. Sarò stramba? Disadattata? Peggio, invidiosa! Peggio ancora, superba e complessata! Non disinvolta, non normale, non viva.
    Oh per carità! Le amiche di mia madre sono tutte signore per bene, brave, serie: hanno portato avanti la famiglia, cucinano benissimo, tirano a lustro la casa e sono, come si dice da noi, garbate! Nel senso di perfette padrone di casa, a tutto tondo. Nulla ha segreti per loro! Le macchie spariscono in un processo autodistruggente, le piante crescono tropicali, le torte si glassano da sole, i datteri si caramellano di notte, le scorzette di arance trovano da sole la strada per il cioccolato e diventano candite in un battibaleno! Però sono centrifugate in quella giostra, da cui per altro non vorrebbero mai scendere, e io le guardo, un po' a disagio e silenziosa, e m'interrogo. Da sempre.
    Poi leggo questa poesia, e più di mille riflessioni, di mille interrogativi, di mille dubbi e disagi che incombono sul mio esistere, mi riconcilio con me stessa, più forte, forse, per questa poesia.
    Marina, ti chiedo scusa, ho scritto un post, più che un commento, ma la tastiera è andata da sola!
    Per favore, però, scrivimi a chiare lettere che non sono stata villana approfittando del tuo spazio! Ho bisogno che me lo certifichi: chiaro e leggibile. O che mi certifichi il contrario, naturalmente, se lo sono stata. Hai visto mai che mi scappa ancora la tastiera e lo rifaccio?
    Betta

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  3. Il viaggio non mi appassiona, per pigrizia forse, perché il mio orizzonte stretto mi basta, certo. Questa smania di partire non mi appartiene, eppure... devo confessare che il viaggio mi prende "dopo" che sono partito, quando ho vinto l'inerzia e, solo allora mi prende la curiosità di vedere ed ascoltare...

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  4. viaggiare è amore per il mondo...viaggiare ti permette di conoscere, allargare i tuoi orizzonti e non rimanere fossilizzati a casa propria...e se proprio non posso viaggiare...la geografia almeno mi può far conoscere il mondo e mi permette di viaggiare almeno con la fantasia

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  5. il vero problema che emerge dai versi é che non si viaggia per conoscere,capire gli altri, vivere la natura a 360°...oppure imparare ad osservare; macché, solamente per dire poi che lì si é stati, in quel paese si é passati. Allora mi godo, io questi versi, e colgo il messaggio che qualsiasi posto é godibile se ben osservato, vissuto, ma é il viaggio interiore che valorizza tutto ciò che é esterno a noi.Grazie per l'ospitalità.

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  6. Ho finalmente viaggiato molto leggendo la poesia e ho sognato di essere lì in quei luoghi.
    Purtroppo soltanto in sogno. Però passo passo ho consultato un grosso atlante geografico alla faccia di chi vuole eliminare la geografia dalla scuola.

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  7. viaggiare è conoscere:
    luoghi,mari,orizzonti,persone,se stessi.

    Un piacere irrinunciabile,da fare sia mentalmente,che con i libri che fisicamente!


    PS=ho appena visto che mi hai segnata tra i link come "giovanna-desaparecida"
    Io non mi chiamo giovanna.
    O forse mi hai confuso con giovanna alborino con cui ho in comune il mio secondo blog... :)

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  8. vado forse un poco fuori tema...
    la poesia è bellissima, ma io mi sono soffermata sulla tua introduzione ed il "tema esistenziale".
    qui da voi mi muovo da pochi giorni quindi non so che aria tiri, da me gli ospiti sono prevalentemente "storici" e ultimamente mi è capitato di cogliere assurde chiusure di fronte ai temi esistenziali. come se fosse debolezza, un inutile esporsi, un vano disquisire e mi chiedo che dovremmo mai farci in questi spazi... parlar di politica come al bar? fare copia/incolla di articoletti divertenti... e intanto fatichiamo a vivere ma i più bravi ci dicono che non c'è nulla da chiedersi né da capire...
    scusa... ho (s)parolato anche qui.
    'notte :-)

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  9. ciao bis(bet)ica: qui normalmente i temi esistenziali hanno cittadinanza. Forse recentemente ho però esagerato :-)
    mi sono davvero esposta troppo, dovrò fare marcia indietro...ho troppo sparolato :-))
    ciao, marina

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  10. @desaparecida: scusami! effettivamente ti ho confusa con Giovanna. Scherzi dell'età :-((

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  11. @Betta: poiché hai scritto un post diventerà un post! beccati questo :-)
    marina

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