E torno con un ricordo.
Arriveranno a giorni gli operai per la ristrutturazione di un piccolo appartamento adiacente al mio, che negli anni era diventato per me una specie di cantina, in cui ammassavo tutto quello che non trovava posto in casa.
Sto quindi provvedendo a liberarlo. E trovo un po’ di tutto.Tra le altre cose due tamburelli degli anni ’30.
Appartevano a mio padre che ci giocava sulla sabbia di Ostia con mia madre, quando erano ragazzi.
Sono in ottimo stato e mandano quel suono straordinario che produce la palla di cuoio quando colpisce la pelle tesa sul cerchio di legno. So che ora li fanno in materiale sintetico e sono molto più leggeri, e che la palla è diventata di gomma; ma il suono non è più lo stesso e a me non piace.
Con i tamburelli di mio padre ho poi giocato anche io. Sport molto popolare una volta, e molto divertente. Aveva le sue regole, ma nel complesso, forse perché per lo più si giocava sulla spiaggia, era un gioco molto libero. Era bello tuffarsi sulla sabbia, capriolare per prendere la palla prima che il tiro si spegnesse, saltare per raggiungerla in cielo. E sempre quel suono esatto, fondo, ma vivo, della palla sulla pelle tesa.
Quando si andava avanti in sequele lunghissime senza che la palla cadesse ad uno dei due giocatori, il suono ripetuto diveniva quasi ipnotico, si entrava in una specie di trance, e gli occhi non abbandonavano la palla come se anch’essi volessero tenerla sollevata da terra.
E quando si aspettava la battuta, a gambe larghe e salde sulla sabbia, i piedi che si erano creati un affossamento solido, pronti allo scatto, tutto il corpo si sentiva bene.
Che cosa rimpiangiamo della nostra gioventù?
Davvero la rimpiangiamo intera?
Non ne sono sicura.
Ma rimpiango sì, quando giocavo a tamburello con mio padre, sulla spiaggia di Ostia, allora quasi deserta, e il mare era pulito ma fragoroso (la diga in scogli ancora non era stata fatta) e mio padre gridava: Attenta, batto! E io sistemavo la mia posizione e mentre mi arrivavano gli schizzi salati, gridavo a mia volta: Che aspetti? Batti!
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Sono ipersensibile ai ricordi in questo periodo, vivo di quelli e poi la sabbia e il mare...
RispondiEliminaChe bello..
Nel mio caso, più che rimpiangere, preferisco usare il verbo ricordare, giacché nulla rimpiango del mio passato, anche se talvolta poco felice e duro, o talvolta più felice e facile. Dopotutto la vita va vissuta, vissuta così come viene, magari aggiungendo un po' di zucchero di canna... integrale fa meno male!
RispondiEliminaRino, viaggiando nel tempo.
bellissimi ricordi, come sempre! :D
RispondiEliminaun saluto,
ilpiccoloLord
ps: ombrasuombra è partito!
Vabbè, mi è uscita una lacrima. Anche io giocavo con quei tamburelli, e lo facevo con mio padre, sulla battigia di una spiaggia vastissima piena di verde, fra le dune. Ora quella spiaggia non esiste più, e neanche mio padre. Tu almeno hai i tamburelli.
RispondiEliminaHo abbastanza anni da ricordarmi i tamburelli di legno. Ci giocavo anch'io quando ero lupacchiotto di mare. Sei l'archeologa della nostra memoria collettiva.
RispondiEliminaBravò PIccolo Lord! Ho visto. Allora farò così anche io, invece di raccogliere solo? Pensavo che dovremmo trovare un segno per riconoscere da subito i Diversi Ministeri. Pensiamoci..marina
RispondiEliminaMarina...
RispondiEliminaè inutile che ti dica che amo i tuoi ricordi...e quelli in generale. Adoro gli oggetti che riportano alla mente ricordi e sensazioni. Mi ci nutro. E non temere, la "tua canzone" è in fase di gestazione. E' un periodo un po' pieno, ma la musica è la mia energia vitale...quando arriva, so sempre come accoglierla. Per il momento, un abbraccio ;-)
"Che aspetti? Batti!" C'è tutta te in queste poche parole.
RispondiEliminaLa mia gioventù, in tutta onestà, non solo non la rimpiango per intero, ma per la verità nemmeno mi piace troppo ricordarla.
RispondiEliminaQualche sprazzo, qualche episodio, quello si...
Mi sono commossa... i ricordi riaffiorano, a volte fanno bene, a volte no... ma bisogna affrontarli. Grazie per questi tuoi post, Giulia
RispondiEliminaCiao Marina, che nostalgia ritrovare le vecchie cose dimenticate!
RispondiEliminaGrazie per il passaggio, Rossi Doria mi ha risposto per email.
Buona giornata.
Lena
Cara Marina, grazie per la visita. L'analisi della sconfitta andrà avanti ancora per una o due puntate. Poi dovremo affrontare il "che fare", e saranno benvenuti i contributi di tutti.
RispondiEliminaAntonio
Mi sa che sono l'unico che leggendo questo post ha pensato che io ai tamburelli non ho mai giocato perche` sono troppo impedito in qualsiasi sport!
RispondiEliminaIl post, comunque, e` bellissimo.
Magica atmosfera in questo ricordo come nella foto del resto.
RispondiEliminaPersonalmente rimpiango poco della mia gioventu' fino ai 20 anni. Degli anni successivi magari qualcosa si'.