Buono/Buonista
Io so di non essere buona. Ma non so cosa sappiano gli altri di me. Né di sé. Se pensano di essere buoni o no.
Io so anche che cerco di essere buona ma cerco anche di non esserlo. Naturalmente in circostanze diverse. Insomma, svario. Mi capita persino di pensare che sono troppo buona per questo mondo! ma, molto più spesso, mi capita di pensare che non sono abbastanza buona per questo mondo.
Non che io sappia che cosa esattamente significhi essere buoni, ma, stranamente, so sempre riconoscere una persona buona e non ho mai dubbi su questo.
Mi dà molto fastidio l'accezione di buono come stupido, fesso, incauto, sprovveduto ecc.
Solo un paese con questa concezione della bontà -il paese dei furbi- poteva coniare un termine come "buonismo". Spesso la persona buona è definita, e con disprezzo, "buonista". Che è come dire: "ci fai, vuoi essere più furbo di me, hai solo scelto una tecnica diversa per ottenere i miei stessi scopi, ma a me non m'inganni".
Può succedere che la persona definita "buonista" non sia buona, non naturalmente e spontaneamente buona; ma che si sforzi di tirare fuori la parte migliore di sé, di non permettere alla sua parte cattiva di prevalere. Mette in atto un tentativo di bontà.
Io apprezzo sempre tutti i tentativi di migliorare se stessi. Vivere non dovrebb'essere nient'altro che questo: lavorare su se stessi.
Ci sono persone che tirano fuori la parte migliore di noi stessi. I buoni, quelli veri, hanno questo effetto su di me. Bisogna essere grati a queste persone.
Le persone buone fanno un lavoro difficile, perché spesso la nostra parte buona è nascosta, è giù al fondo, è incrostata di scorie e residui di non-bontà. Come è più facile il mestiere di coloro che tirano fuori la parte peggiore di noi! Di quelli che si appellano alla nostra diffidenza, al nostro egoismo, alla nostra indifferenza, a tutti quei sentimenti negativi che banchettano in fondo a noi. Viaggio in discesa quello di coloro che ci sfidano a tirar fuori il peggio di noi, che ce lo mostrano in loro stessi perché noi si sia come loro.
Quando riesco a restare buona malgrado loro, provo un senso di soddisfazione così pieno! Riuscire ad essere buona in quelle circostanze significa semplicemente sentirmi libera. Da loro e dalle forze oscure dentro di me.
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Bisognerebbe avere sempre la forza di non raccogliere certe sfide,essere "superiori".Il rischio è che a essere troppo buoni poi ne approfittino.
RispondiEliminaCristiana
Grande Marina! Questo post è un capolavoro. *****. Vorrei aggiungere la mia firma. Il tuo blog è come le colazioni a buffet che mi godo quando sono in vacanza in Alto Adige, dove c'è di tutto in abbondanza e tutto è buono e genuino: yogurt, frutta, spremute, pane, marmellate, miele, salumi, formaggi, uova, ecc. .Da quando tutti i giorni, oltre al mio solito caffè e latte con biscotti mi nutro del tuo blog non ho più tanta nostalgia delle colazioni altoatesine. Essere buoni è tutto.
RispondiEliminaMi hai fatto venire in mente una poesia di Rumi che ti trascrivo:
RispondiEliminaQuelli che non sentono questo Amore
trascinarli come un fiume,
quelli che non bevono l'alba
come una tazza di acqua sorgiva
o non fanno provvista di tramonto,
quelli che non vogliono cambiare
lasciateli dormire.
" Una vita non indagata è una vita non vissuta." Ricordo la frase, ma Ho un dubbio su chi l'abbia pronunciata: Socrate o Platone? La bontà sembra quasi diventata un demerito e poi ci lamentiamo della cattiveria che c'è in giro. Gli umani sono proprio starni! e credo che questo avvalli la tua tesi: lavorare su se stessi.
RispondiEliminaSe puoi vai a leggere il mio post, da una angolazione diversa ma oggi siamo più o meno su gli stessi argomenti.
Concordo con il commento di Cristiana.
RispondiEliminaSolo con gli amici veri si può essere buoni fino in fondo...
Io cerco di essere buona con tutti. Salvo poi riuscirci. L'educazione di stampo cattolico mi ha insegnato che non ci si rimette mai ad esserlo. Devo dire che, secondo la mia esperienza, è vero: se sei buono, il bene ti torna sempre indietro, prima o poi.A volte anche con gli interessi.
RispondiEliminaSe non torna, tu ci hai provato: non avrai rimpianti.
@ giorgio: ignorerò il "grande marina!" e mi concentrerò invece sulla poesia, molto bella. Sto raccogliendo tutte le poesie e citazioni che voi amici lasciate nei commenti. Ce ne sono di bellissime! grazie, marina
RispondiEliminaE' difficile parlare di bontà in un paese dove la maggior parte delle persone "fanno le buone" per timore di finire all'inferno. Buoni per superstizione, non per convinzione. Comunque pensavo che tu buona lo fossi davvero, mannaggiattè!
RispondiEliminaChe bello... Finlamente troco anche te arrabbiata su questo termine che oggi va tanto forte per mettere a tacere tutti quelli che vorrebbero far qualcosa di "buono" anche se con fatica. Grazie, Giulia
RispondiEliminaSono perfettamente d'accordo. Basta con questo denigrare la bontà (che poi più che "bontà" si tratta magari semplicemente di gentilezza, educazione, tolleranza). Anch'io detesto il termine "buonista".
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