Non ho parole per dire il mio orrore per la fine di Aisha Ibrahim Dhuhulow, morta per lapidazione a Chisimaio (occupata dalle Corti Islamiche, integralisti omologhi ai talebani afgani) perché ritenuta colpevole di adulterio.
Però, anche in mancanza della capacità di esprimere il dolore e la rivolta, non riesco a passare sotto silenzio questa atrocità, come se fosse una qualsiasi notizia di cronaca.
Faccio perciò solo quello che posso fare, dedico queste due righe ad Aisha, nostra sorella di 23 anni.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Marina, volevo avvertirti che forse t'è scappata una "di" davanti a lapidazione. Ciao. Lupo
RispondiElimina@ lupo: grazie lupo, forse dovrei chiedermi la ragione di questo errore, ma non credo abbia importanza di fronte a questa storia, no? ti ringrazio ancora, mi sarebbe dispiaciuto mancarle di rispetto
RispondiEliminamarina
Grazie Marina per questo post e il precedente.
RispondiEliminaUn orrore davvero...
RispondiEliminaOltre a questo orrore, bisogna aggiungerne un altro (se ho ascoltato bene la notizia alla radio): poiché un parente di Aisha aveva cercato di soccorrerla, la polizia ha cominciato a sparare e un bambino è rimasto ucciso. Che ci faceva un bambino allo stadio? Chi ce l'aveva portato? E perché? Passava lì per caso? Vi era stato condotto per mostrargli già in tenera età cosa facciamo alle ragazzine adultere? Boh...
RispondiEliminaPosso dichiarare guerra?
Mariateresa
Marina ti ringrazio per aver pubblicato questa notizia, nella confusione a volte sfuggono fatti importanti che è bene far emergere e denunciare.
RispondiElimina