giovedì 16 ottobre 2008

un gesto piccolo

Roberto Saviano, l'autore di Gomorra, da due anni vive una vita serrata nella morsa della paura e necessariamente inaridita dal trovarsi sotto scorta 24 ore su 24.
Due giorni fa', in una lunga conversazione alla trasmissione Fahrenheit, Saviano ha descritto con grande amarezza la solitudine in cui è costretto a vivere e si è chiesto se ha sbagliato nello scrivere quel libro, così come lo ha scritto. Saviano ha detto di essere stanco, e di volere indietro la sua vita. Roberto Saviano ha solo 28 anni.
Ieri a Fahrenheit è partita una lettura integrale del suo libro, sotto forma di staffetta. Gli ascoltatori della trasmissione telefonano e leggono, in onda, dieci righe del libro.
Numerose altre iniziative stanno prendendo il via in tutta Italia, nelle librerie, nelle scuole, nelle piazze (Genova).
Io ne propongo una modesta.

Scriverò qui l'incipit del libro. Chiunque di voi lo voglia, potrà imitarmi, riportando qualche riga del libro sul suo blog, a sua volta invitando i suoi lettori a fare altrettanto sui loro.


da Gomorra
di Roberto Saviano
Mondadori, Milano - 2006
pag. 1

"Il container dondolava mentre la gru lo spostava sulla nave. Come se stesse galleggiando nell'aria, lo sprider, il meccanismo che aggancia il container alla gru, non riusciva a domare il movimento. I portelloni mal chiusi si aprirono di scatto e iniziarono a piovere decine di corpi. Sembravano manichini. Ma a terra le teste si spaccavano come fossero crani veri. Ed erano crani. Uscivano dal container uomini e donne. Anche qualche ragazzo. Morti. Congelati, tutti raccolti, l'uno sull'altro. In fila, stipati come aringhe in scatola. Erano i cinesi che non muoiono mai. Gli eterni che si passano i documenti l'uno con l'altro. Ecco dove erano finiti. I corpi che le fantasie più spinte immaginavano cucinati nei ristoranti, sotterrati negli orti d'intorno alle fabbriche, gettati nella bocca del Vesuvio. Erano lì. Ne cadevano a decine dal container, con il nome appuntato su un cartellino annodato a un laccetto intorno al collo. Avevano tutti messo da parte i soldi per farsi seppellire nelle loro città in Cina. Si facevano trattenere una percentuale sul salario, in cambio avevano garantito un viaggio di ritorno, una volta morti. Uno spazio in un container e un buco in qualche pezzo di terra cinese."

12 commenti:

  1. Ho finito di leggere il suo libro pochi giorni fa.
    Dal punto di vista umano è impossibile non capire la sua amarezza, il suo sconforto e la sua scelta.
    Dal punto di vista ideale devo (ripeto: devo) dire che se ognuno facesse la stessa scelta tutti gli altri sarebbero morti invano.
    Parlare senza trovarsi nella stessa situazione è facilissimo, lo so...

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  2. Ho scritto un commento, ma poi mi sono resa conto che era troppo lungo e quindi ti rispondero domani con un post nel mio blog.
    Intanto ti dico che alcune perplessita mi trattengo dal essere così spassionatamente dalla sua parte, inezie forse, ma qualche cosa non mi convince.
    baci

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  3. essere Saviano non è facile, pochi, io credo, avrebbero avuto il suo coraggio, soprattutto se si pensa che ha solo 28 anni
    Ha una vita ancora da vivere, ma la sua scelta è stata tale che lo segnerà per sempre perchè abbiamo esempi che la malavita non dimentica mai
    Se deciderà di andare via dall'Italia nessuno può biasimarlo perchè ha diritto di vivere la sua gioventù in modo normale e di continuare in pace il suo lavoro

    p.s. per la grammatica è nu poco difficile, mica song cos' struita io
    ehehehehhehe
    ronna ndunetta in punta di piedi in un blog cosi impegnato

    ioaspettote.splinder.com

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  4. Spero che tu abbia ascoltato ieri sera Saviano da Mentana: una grande lezione di civismo ed intellettualismo non fine a se stesso.

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  5. @ronna ndunetta: va beh, mi farò tradurre da Anna! Intanto grazie per il tuo commento: mi è piaciuto molto.

    @Franca:non mi convince l'idea che se Saviano se ne andasse gli altri sarebbero morti invano. Penso che abbia fatto la sua parte e anche quella di molti altri.

    @Enzo: sì, l'ho sentito. Persona degnissima, intellettuale lucidissimo. L'ho apprezzzato ancora una volta.

    @maria cristina: leggerò volentieri le tue osservazioni

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  6. A livello ideale (distinguo i piani) scappare è una sconfitta e un pessimo esempio per gli altri.
    Falcone e Borsellino (tanto per fare esempi illustri) sono rimasti, non hanno lasciato la Sicilia per un'altra più facile procura. Anche loro sapevano di avere la sorte segnata.
    Gli imprenditori, i commercianti che non pagano il pizzo, sanno il rischio che corrono e lo sapeva pure Saviamo.
    Se fai una scelta come questa, vai fino in fondo oppure non la fai.
    Lasciare a metà, secondo me, rende inutili le morti di chi fino in fondo il coraggio di arrivarci ce l'ha avuto...

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  7. E' una splendida idea cui aderisco volentieri. Domani o al più tardi lunedì riporterò un brano tratto da Gomorra e inviterò i blogger de La Stampa a fare altrettanto.
    Ciao, buona giornata.

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  8. @ PIM grazie, io penso che le sue parole andrebbero diffuse il più possibile

    @franca forse la differenza è fra l'essere un eroe e l'essere solo un uomo. Io non mi sento di chiedere a nessuno di essere un eroe, soprattutto in questo paese.
    abbracci vari, marina

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  9. Ho letto Gomorra tutto d'un fiato poco tempo dopo la sua uscita, quando Saviano non era ancora un caso letterario e civile. Ne fui impressionato anche perchè aveva avuto l'ardire di mettere nero su bianco quelle cose che tutti sapevano ma che nessuno aveva mai avuto il coraggio di scrivere. Adesso, col senno di poi, qualcuno si sente addirittura di diritto di dire che non tutto lo convince. Facessero le stesse cose, o di meglio, se a loro riesce. Scusami se non proseguo la staffetta, ho preferito parlarne diversamente, ma la tua iniziativa è davvero superba.

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  10. Sono con Saviano. Credo che abbia fatto bene a scatenare questo polverone per dare una scossa all'ambiente e credo farebbe cmq bene se lasciasse il Paese.

    Non farò qualcosa di specifico: ho avuto occasione di averlo protagonista dei miei post in passato (sia in un verso di "Stato di Normalità Apparente", che in un post più vecchio dove sottolineavo l'ìmportanza non solo di piangere i morti ma di curarci bene gli eroi vivi tra i quali lui), ma penso che il modo migliore per essere solidali con lui è nel nostro piccolo, dimostrare anche noi di avere coraggio e non lasciarci intimidire da niente e da nessuno.

    Ciao Marina :-)))
    Daniele

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  11. Non so se hai sentito in proposito Emilio Fede... una roba da mettere i brividi.
    Mettiamoci in testa che la camorra, la mafia, la 'ndrangheta sono in parlamento e sostengono la nostra economia. Quindi non possiamo aspettare che il problema lo risolva lo Stato, lo Stato non ha interesse a farlo. I Saviano, i Peppino, i Falcone non devono rimanere soli e la lotta deve cominciare nelle scuole, con l'educazione che stanno cercando di distruggere.
    Non si può chiedere ad un uomo di essere un eroe, ma ne abbiamo tanto bisogno. Ma, forse, dall'estero può continuare a fare quello che faceva in Italia (dove troppo pochi lo sostengono) con maggiore sicurezza.

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  12. @ guccia: non ho sentito Fede, ma immagino il tono dei suoi commenti. La scuola è uno snodo centrale di ogni rinascita culturale e civile; è per questo che stanno smantellando quella pubblica. Saviano ha detto che vuole fare inchieste sugli addentellati internazionali.
    E' vero che abbiamo bisogno di eroi, perché siamo un paese molto disgraziato. Era Brecht a dire: felice il paese che non ha bisogno di eroi. ahimé
    ciao e buona domenica

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