mercoledì 28 aprile 2010
martedì 27 aprile 2010
le trame di Annalisa
sono esistita per te?
lunedì 26 aprile 2010
il candore della logica
domenica 25 aprile 2010
Porta San Paolo 1943-2010
Ore 11- Porta San Paolo. La banda della Scuola Popolare di Musica di Testaccio e il Coro di Giovanna Marini partecipano ai festeggiamenti per la Liberazione del 25 Aprile.
"QUI IL X SETTEMBRE MCMXLIII
DI DIFESA DAI BARBARI-
*Cliccando sulla foto è possibile leggere la lapide
sabato 24 aprile 2010
mai titolo fu più appropriato: contro il sentito dire
26 Aprile 2010 / 09:00-13:00 Indirizzi di saluto Luigi Frati, Magnifico Rettore Maria D’Alessio, Preside della Facoltà di psicologia Luciana Rita Angeletti, Direttore della Sezione di storia della medicina Ore 9:30 Relazione d’apertura Luciano Mecacci: Giovanni Jervis, un intellettuale del secondo Novecento. Chair: Giacomo Marramao Ore 10:00 ‒ Discussione Ore 10:15 Dialogo I: Sul ‘dizionario’ del Manuale critico di psichiatria. Giovanni de Girolamo ‒ Stefano Mistura Chair: Patrizia Guarnieri Ore 11:15 Discussione Ore 11:45 Psichiatria I Luigi Onnis: Giovanni Jervis, coscienza critica della riforma psichiatrica italiana. Leo Nahon: Jervis e Basaglia, psichiatria come scienza e psichiatria come arte. Chair: Giovanni de Girolamo Ore 12:45 Discussione Ore 15:00 Patrizia Guarnieri: Presente e passato. L’interesse di Jervis per la storia nella psichiatria. Vincenzo Caretti: Giovanni Jervis e l’antipsichiatria inglese. Antonio Maria Ferro: Il pensiero di Giovani Jervis sulla relazione d’aiuto. Un importante contributo nella formazione degli operatori in psichiatria. Chair: Paolo Migone Ore 16:30 ‒ Discussione Ore 17:00 Dialogo II: Ermeneutica e relativismo Giacomo Marramao ‒ Mario Miegge Chair: Alessandro Pagnini Ore 18:00 ‒ Discussione
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mandare a memoria...
Si dà il caso che io sia qui e guardi.
Sopra di me una farfalla bianca sbatte nell'aria
ali che sono solamente sue,
e sulle mani mi vola un'ombra,
non un'altra, non di altri, solo sua.
A tale vista mi abbandona sempre la certezza
che ciò che è importante
sia più importante di ciò che non lo è.
Wislawa Szymborska
I poeti mettono sempre il dito là dove gli altri non mettono neppure gli occhi. Fanno per noi un lavoro paziente e insostituibile. E noi? Che cosa facciamo noi? Noi possiamo semplicemente godere dei loro versi. Scaldarci al loro tepore o farci attraversare dalla loro lama fredda. Riposare nella loro bellezza. E poi, naturalmente, possiamo trasalire e riconoscerci. È quello che ci accade continuamente. Come un risveglio brusco che ci fa dire con gratitudine: sì. Sì, è così.
Ma anche questo non è tutto. Non basta. A me non è mai bastato. Cerco sempre nella poesia l'innesto del mio pensiero e possibilmente dell'azione. Forse è per questo che le poesie mi durano tanto dentro e che cerco di farle durare tanto.
Così questa poesia della Szymborska non mi dà solo il trasalimento del riconoscermi, ma la prendo anche come una voce da portare con me, un piccolo impedimento alla distrazione con cui guardiamo ciò che non è importante. Così ripeto, e imparo a memoria, gli ultimi tre versi di questa poesia:
"...mi abbandona sempre la certezza
che ciò che è importante
sia più importante di ciò che non lo è."
venerdì 23 aprile 2010
lascia fare alla sera
Erano intatte le sue energie
giovedì 22 aprile 2010
di ritorno da Fossanova
mercoledì 21 aprile 2010
segnalazione delle segnalazioni!
Il 30 aprile prossimo esce il CD di Luigi Mariano "Asincrono". Io scalpito per acquistarlo...
tutti così numerosi e affettuosamente iscritti a questo “gruppo-newsletter” (siete già in mille e a Garibaldi bastò, per la sua impresa): ormai manca davvero poco.
Il 30 aprile, appena tra una decina di giorni, la mia lunga attesa (fatta negli anni di moltissimi "live", di scrittura, d’ascolto totale, di viaggi, di curve paraboliche e paranoiche!) durata per me più di 18 anni (la prima canzone è del ’92,mentre la prima “parentesi aperta” non me lo ricordo più: io aprivo parentesi già da poppante!), troverà la sua meravigliosa ricompensa (“My beautiful reward”, direbbe qualcuno) in questo mio primo disco chiamiamolo “ufficiale”, che si intitolerà, per forza di cose, ASINCRONO.
Beh, se ho iniziato a scrivere nel ’92 e pubblico solo ora nel 2010, un tantinello “asincrono” lo sono di sicuro, che ne dite…??
Questo tempo che ho non mi basta mica e non so stargli dietro.
E poi mi sento tutto “sfalsato” rispetto al mondo, agli andazzi generali, alla politica, ai ritmi forsennati, all’assuefazione mentale: è evidente, proprio. Quando gli altri piangono, io ho una voglia matta di vivere e di “trasferire energia positiva”. E quando gli altri ridono, spesso mi vien da piangere!
Ci sono cure? M’informerò meglio.
Poi… sono asincrono soprattutto rispetto….. a me stesso! Sì, a me stesso.
Il corpo (che, se non dorme, è un cencio vero: verba volant, occhiaie manent!) va a un decimo esatto della velocità della mente e a un centesimo di quella del cuore. Un disastro: è una lenta carcassa, 'sto corpo.
Tempo… tempo…. che ossessione…!! “Ah Marià, e dacce tregua”, direbbe un altro mio amico (romano), meno famoso del primo. Ok ok. Stop.
Su questo disco, sulle 13 canzoni che ne faranno parte, sul perché le ho scelte (tra oltre 70), sulla produzione in studio con Alberto Lombardi (un produttore molto eclettico e moderno, cosa che cercavo caparbiamente), sui vari amici-ospiti che ne faranno parte (Piji, Francesco Spaggiari, Marilena Catapano, “Areamag” Gabriele Ortenzi, Chiara Morucci, Daniele Sarno, Giulia Led e Nicco Verrienti) avrei molto da dire, ma non voglio… “farmi prendere la mano” come sempre.
Sintesi, Luis!! Mmm… ‘na parola…. Ce la farò? Già ho sforato. Io sforo sempre. Allora dai, cercherò di raccontarvi questo disco…. via via. Moh ho appena cominciato… ;-)
Per ora ribadisco ciò che penso da 20 anni e che ho ribadito pure oggi, in una webtv, a chi mi intervistava: ossia che la mia ambizione artistica più grande, oltre naturalmente a quella di “arrivare” davvero al cuore e alla mente di tutte le persone che un po’ mi amano e mi seguono, è di riuscire a essere sempre me stesso, ossia VERO e riconoscibile, al di là del genere che amo cantare, sia esso il folk-rock-tribale salentino dell’amico U’ Papadia, con cui ho duettato ieri sera al “Condominio Cantautori”, sia la bossa "semplificata e italianizzata” con cui (sempre ieri sera) ho accompagnato Chiara Morucci, sia esso il blues (che amo da sempre), sia esso il rock, sia esso il reggae, siano esse le rumbe messicane, le esplosioni bandistiche, sia il teatro-canzone, sia i “divertissement” (a cui non rinuncio!), sia il cantautorato classico, come quello modernissimo, eccetera. Libertà, ecco. Voglio essere libero, libero (e asincrono) come un… cantautore! Mettiamolo in chiaro una volta per tutte, così evitiamo di perdere tempo!!
Ho ancora molto da esplorare, camminare, ascoltare, sbagliare.
Mi piace poi scoprirmi ancora molto ingenuo nonostante tutto quello che ho imparato. Quando mi scopro ancora ingenuo, capisco che sto crescendo (questa segnatevela, m’è venuta moh!).
La festa di Laurea del 30 aprile è uno snodo importante, che mi emoziona, ed è per me altamente simbolico. Ve ne riparlerò, a breve.
Intanto, per chi non l’avesse già fatto, si può dare un’occhiata a questa simpatica intervista che m’ha fatto Giovanni Pirri, dopo una delle mitiche serate domenicali coi fratelli del “Condominio Cantautori”.
http://blog.allinfo.it/a-tu-peer-tu-con-luigi-mariano/
I quattro concerti di presentazione del disco, a maggio, saranno:
ROMA:
ven 30 aprile, “L’ASINO CHE VOLA”, via Cimarra
sab 29 maggio, “KEATON”, via Ravizza
BOLOGNA:
ven 14 maggio, “ZO’ CAFFE’”
FIRENZE:
gio 20 maggio, “UNPLUGGED”
ven 21 maggio, “OPERA ET GUSTO”
Ci saranno anche molte “ospitate” a Roma, in varie rassegne e spettacoli, in cui ovviamente potrete ascoltare qualche mio pezzo e anche acquistare il disco, ma senza però “gustarvi” il vero concerto.
“ospitate” romane:
6 maggio ospitata di 3 pezzi al “Keaton” d’Autore
24 maggio ospitata di 4 pezzi al “Garlic Show” del LianClub.
Vi ricordo infine che da maggio il mio disco sarà (finalmente!) in vendita anche nelle nostre indimenticabili domeniche-sera del “Condominio cantautori”, che fino al 9 maggio sarà all’ASINO CHE VOLA e poi il 16 maggio sarà in trasferta singola al “Circolo degli artisti”, per chiudere la stagione invernale.
Per ora è tutto, a presto con altre sensazioni.
Ora vado a "cercare" di dormire!
Armadi di abbracci
Hic!
Luis
martedì 20 aprile 2010
massimo fini, invidioso confesso
Sul sesso hanno fondato il loro potere mettendoci dalla parte della domanda, anche se la cosa, a ben vedere, interessa e piace molto più a lei che a lui. Il suo godimento – quando le cose funzionano – è totale, il nostro solo settoriale, al limite mentale (“Hanno sempre da guadagnarci con quella loro bocca pelosa” scrive Sartre). La donna è baccante, orgiastica, dionisiaca, caotica, per lei nessuna regola, nessun principio può valere più di un istinto vitale. E quindi totalmente inaffidabile. Per questo, per secoli o millenni, l’uomo ha cercato di irreggimentarla, di circoscriverla, di limitarla, perché nessuna società regolata può basarsi sul caso (n.d.r forse voleva scrivere caos?) femminile. Ma adesso che si sono finalmente “liberate” sono diventate davvero insopportabili.
Sono micragnose, burocratiche, causidiche su ogni loro preteso diritto. Han perso, per qualche carrieruccia da segretaria, ogni femminilità, ogni dolcezza, ogni istinto materno nei confronti del marito o compagno che sia, e spesso anche dei figli quando si degnano ancora di farli. Stan lì a “chiagne” ogni momento sulla loro condizione di inferiorità e sono piene zeppe di privilegi, a cominciare dal diritto di famiglia dove, nel 95% dei casi di separazione, si tengono figli e casa, mentre il marito è l’unico soggetto che può essere sbattuto da un giorno all’altro sulla strada. E pretendono da costui, ridotto a un bilocale al Pilastro, alla Garbatella, a Sesto San Giovanni, lo stesso tenore di vita di prima.
Non fan che provocare, sculando in bikini, in tanga, in mini (“si vede tutto e di più” cantano gli 883), ma se in ufficio le fai un’innocente carezza sui capelli è già molestia sessuale, se dopo che ti ha dato il suo cellulare la chiami due volte è già stalking, se in strada, vedendola passare con aria imperiale, le fai un fischio, cosa di cui dovrebbero essere solo contente e che rimpiangeranno quando non accadrà più, siamo già ai limiti dello stupro. Basta. Meglio soddisfarsi da soli dietro una siepe.
(Dopo la comparsa di questo articolo molte donne hanno scritto al Fatto Quotidiano dichiarando che non lo avrebbero più acquistato.)
Le potete vedere QUI
lunedì 19 aprile 2010
segnalazioni/yoga!
Ecco il programma:
il Corso si articolerà in cinque lezioni mattutine, dalle 09:00 alle 12:00, dal mercoledì 14 alla domenica 18, seguite da un sostanzioso brunch, e quattro lezioni pomeridiane dalle 17:30 alle 19:30 dal mercoledì al sabato. Il tempo tra la pratica mattutina e quella serale potrà essere speso in piscina, passeggiando, leggendo e riposando, facendo un bagno nel laghetto o un salto a Città di Castello. La sera, chi lo desidera, potrà cenare presso l'Agriturismo previa prenotazione. Per poter essere presenti alla prima lezione delle 09:00 di mercoledì, sarà necessario arrivare martedì 13. La sera si cenerà tutti assieme presso il Casale Ciarafieri, anche per avere l'occasione di fare conoscenza.
Il seminario, per la sua natura intensiva, si rivolge a coloro che abbiano effettuato almeno un anno di pratica yoga regolare, fino a un massimo di 15 partecipanti.
Insegnanti:
Maddalena Gana - Laureata in Lettere e Filosofia, vive e lavora a Roma come danzatrice e insegnante di yoga.Inizia la pratica yoga, metodo Iyengar, nel 1995 presso il centro Dharma di Roma. Segue negli anni numerosi seminari in Italia e in Francia, studiando in particolare con Faeq Biria. Dal 2003 al 2006 frequenta il corso di formazione tenuto da Anna Frinolli presso il centro Dharma e si diploma nel 2007 come insegnante
livello Introductory II di Iyengar yoga. Nell'estate del 2008 frequenta per un mese i corsi tenuti da Geeta e Prashant Iyengar presso il Ramamani Iyengar Memorial Yoga Institute di Pune, India.
Camilla Triolo - Pratica yoga da più di tredici anni e nel 2006 si diploma insegnante livello Introductory II di Iyengar yoga. Dal 2004 al 2006, frequenta anche la Scuola Italiana Shiatsu e diventa terapista shiatsu, formazione che approfondisce ulteriormente nel 2007 con vari stages internazionali e continui aggiornamenti.
Recentemente (2007) ha iniziato il percorso di formazione di Polestar Pilates Matwork per diventare insegnante di Pilates.
Cosa portare: oltre ad un abbigliamento comodo, adatto alla pratica, ogni partecipante dovrà avere un tappetino, tre coperte, una cinghia ed un mattone. Chi avesse difficoltà a procurarsi tali materiali, lo faccia presente al momento della registrazione.
Costi: la partecipazione al Corso (per un totale di ventitre ore) è di euro 250,00. Il pernottamento, comprensivo del brunch, dell'uso della piscina e di tutte le altre attività offerte dall'Agriturismo, è di euro 50,00 a persona in camera doppia. Sono inoltre disponibili anche mini-appartamenti per chi desiderasse venire con la famiglia o altri accompagnatori (i cui costi e disponibilità verranno forniti su richiesta), nonché spazi per la sistemazione in tenda o camper. Gli animali sono i benvenuti!!! La cena (se si desidera cenare a Monterosello) prevede menu a prezzo fisso di € 20,00: due primi, secondo, contorno e dolce, vino biologico incluso).
Contatti: Mariateresa sul cellulare (3476525019) oppure per e-mail (mc1002@mclink.it)
dipanando-dipanando/tre
domenica 18 aprile 2010
ridendo e scherzando...
Comunque, una volta cominciato a scrivere, non ho più smesso. Sono passata, classicamente, al diario personale. Accompagnato, dagli otto anni in poi, da piccoli racconti. E poi poesie e poi commedie e tragedie addirittura e abbozzi di romanzi e via così...
Tutta la mia intera vita. Naturalmente, anche al più ottuso degli osservatori, appare evidente che tutto questo bisogno di scrivere è legato, a doppio filo, con un analogo bisogno di comunicare.
Per ragioni che qui non interessano, la scrittura però è sempre restata segreta. La storia delle pochissime persone (due) e circostanze in cui ho lasciato leggere le mie parole a qualcuno, non riempirebbe una pagina. O, al contrario, riempirebbe un volume di emozioni e riflessioni. Questa segretezza ha comportato per me un bel po’ di sofferenza. Oggi rimpiango il gesto, con cui ho distrutto tutto quello che avevo scritto fino allora. L'ho compiuto all'età di quarantotto anni, in un momento in cui sentivo il bisogno di cancellare me ed ogni traccia del mio passaggio su questa terra. Non sono andati perduti dei capolavori letterari, s'intende, ma le testimonianze del mio amore incondizionato e segreto per la scrittura e un bel pezzo della mia vita. Ma lasciamo perdere le perdite.
Ecco, il mio blog è nato così. Risponde al mio bisogno di capovolgere un’abitudine di vita, l'occultamento per mancanza di autostima di una parte di me, che disapprovo profondamente. Che non mi vede concorde, che mi fa dannare, che mi manda ai matti, che odio, detesto, disprezzo e spregio, che....
Basta, dovrebbe essere sufficiente a far capire quanto abbia pesato sulla mia vita questa segretezza su una pratica che è sempre stata al centro della mia esistenza.
Il blog è stato un primo passo. Il secondo passo è stato uscire dall’ombra relativa, mettendo una mia foto. Diciamo che la decisione di non metterla, all’inizio, era un’altra forma di segretezza. Abbandonata anche questa. Mi sento più leggera. Davvero.
In parallelo, altri passi ho compiuto. Piccoli, forse ridicoli. Non per me.
Io mi so. E sono molto, molto contenta di me."
Marina Velca- 2008
sabato 17 aprile 2010
cesarismo
«Noi non abbiamo più un imperatore anticristiano che ci perseguita, ma dobbiamo lottare contro un persecutore ancora più insidioso, un nemico che lusinga; non ci flagella la schiena ma ci accarezza il ventre; non ci confisca i beni (dandoci così la vita), ma ci arricchisce per darci la morte; non ci spinge verso la libertà mettendoci in carcere, ma verso la schiavitù invitandoci e onorandoci nel palazzo; non ci colpisce il corpo, ma prende possesso del cuore; non ci taglia la testa con la spada, ma ci uccide l’anima con il denaro» (Ilario di Poitiers, Contro l’imperatore Costanzo 5)."
venerdì 16 aprile 2010
amare l'insuccesso
Gabeba Baderoon , poetessa sud-africana, insegna letteratura afro-americana all'Università di Pennsylvania. È una delle nuove voci della poesia anglofona, una voce elegante e sommessa, senza lirismi forti che parla dei destini individuali e degli affetti familiari con contenuta partecipazione.
I CANNOT MYSELF
To come to this country,
my body must assemble itself
into photographs and signatures.
Among them they will search for me.
I must leave behind all uncertainties.
I cannot myself be a question.
NON POSSO IO STESSA
Per venire in questo paese,
IMPARARE AD AMARE L'INSUCCESSO
Due rondini precipitano
Paola Splendore ha curato la raccolta "Passaggi a ovest. Poesia femminile anglofona della migrazione. Palomar 2008
giovedì 15 aprile 2010
dipanando-dipanando/due
I rimandi e le "tangenti estrose" di pensiero (come le chiama lei) tra Tereza e me sono ormai una costante.
Letto il mio post con l'articolo di Sofsky sulla riservatezza Tereza ci è saltata agilmente sopra e, dipanando-dipanando, ha prodotto un post di cui pubblico qui solo qualche stralcio, consigliandovene la lettura integrale.
dice Tereza: "Galimberti mostrava tutta la nefandezza della moderna equazione: mostrare tutto di sé= massima sincerità e dunque spontaneità= AFFIDABILITà e, confutando quella tesi sciocca e volgarissima, dimostrava il valore della privatezza come simbolo dell'aver qualcosa da difendere e da proporre, un'anima appunto.
Ma Marina mi ha fatto ripensare anche alla parola alla quale vengo più spesso abbinata dalle persone che mi conoscono: la riservatezza.
Non vi nascondo che spesso ho avvertito in questa definizione un senso di ostilità, di cattivo-retro-pensiero, di diffidenza, un: “questa avrà qualcosa da nascondere”.
mercoledì 14 aprile 2010
giocando
Ho giocato una decina di minuti agli anagrammi e sono uscite queste piccole perle.
la libertà= ribellata
berlusconi= in burlesco
paese italia= ai pelata sei!
romanista= marina sto
oppure= ama nostri
senza indugio
Stefano Rodotà gode ottima salute ed io gliene auguro tanta per tanti anni ancora.
Questo è il suo più recente articolo.
Una sfida sul destino della democrazia
Repubblica — 12 aprile 2010 pagina 1 sezione: PRIMA PAGINA
ÈMAI possibile che si accetti senza reagire una politica che si manifesta con la distorsione dei fatti, l' aggressione alle istituzioni, l' esibizione di un potere ispirato da una logica autoritaria? Questi sono i temi nitidamente posti da Eugenio Scalfari, e conviene seguire la strada da lui indicata tornando su alcune delle cose dette sabato dal presidente del Consiglio ad una platea di imprenditori. E tuttavia, prima di seguire Berlusconi lungo l' abituale suo itinerario di aggressioni e vanterie, bisogna sottolineare la novità rappresentata dai tre fatti gravissimi narrati da Scalfari, rivelatori non tanto di una inammissibile doppiezza, ma di un sistematico mentire al presidente della Repubblica, che configura un caso clamoroso di slealtà costituzionale. Mentre Giorgio Napolitano si adopera per creare un clima propizio per una riforma rispettosa della Costituzione, Silvio Berlusconi tiene comportamenti pubblici e privati che mettono in discussione la funzione esercitata dal presidente e gli lancia una sfida che può sfociare in un gravissimo conflitto al vertice delle istituzioni. A Parma il presidente del Consiglio si è descritto come prigioniero di lacci e lacciuoli che gli impediscono un' azione efficace, come se non avesse una maggioranza parlamentare senza precedenti nella storia repubblicana e come se non avesse nei fatti mostrato che, quando le convenienze lo spingono, è in grado di far approvare rapidamente qualsiasi provvedimento. Ha imputato l' origine della crescita del debito pubblico ai "governi del compromesso storico", mentre proprio gli imprenditori dovrebbero sapere che quella vicenda comincia con il governo Craxi, un politico dal quale l' attuale presidente del Consiglio non era poi così lontano. Ha detto meraviglie di riforme che si sa bene che non saranno in grado di produrre i miracoli che ad esse vengono associate. Ma soprattutto ha descritto la Presidenza della Repubblica come un luogo che interferisce impropriamente nell' azione di governo, controllando «minuziosamente anche gli aggettivi» dei provvedimenti. E per l' ennesima volta ha definito la Corte costituzionale un "organo politico", che sta lì per smantellare la legislazione che non piace ai pubblici ministeri e ai giudici di Magistratura democratica. Un attacco frontale è stato così portato alle due istituzioni che in questo periodo hanno garantito la legalità costituzionale. Quest' insieme di falsificazioni è il frutto di una strategia deliberata, basata sulla ripetizione degli stessi concettie delle stesse parole, ispirata all' antica regola "calunniate, calunniate, qualcosa resterà". In questo modo si è già creato un perverso senso comune, al quale si fa appello nel momento in cui si deve raccogliere consenso. E ora, gonfiate le vele dal vento elettorale, si pensa di poter portare tutto all' incasso. Che cosa si sta facendo per contrastare questa che non è soltanto una strategia comunicativa, ma una sempre più pesante strategia politica? L' obiettivo di Berlusconi è chiaro e ormai esplicitamente dichiarato. Spazzar via tutte le garanzie e i controlli che "disturbano il manovratore", concentrare il potere nelle mani di una sola persona, invocando quel che accade in altri paesi europei, ma ignorando del tutto i contrappesi che lì esistono. Così, quello che con approssimazione viene chiamato semipresidenzialismo si presenta come concentrazione di potere nelle mani di una sola persona. Non a caso si rifiuta ogni modifica della legge elettorale, che si è rivelata un docile strumento per avere parlamentari scelti dall' alto, vanificando proprio quella sovranità dei cittadini alla quale Berlusconi strumentalmente si richiama quando vuole avere le mani libere da qualsiasi controllo. Si scoprono le carte a proposito della riforma della magistratura. Viene annunciata una antidemocratica riforma elettorale del Csm. La separazione delle carriere dovrebbe portare alla creazione di due consigli superiori, uno per i magistrati e l' altro per i pubblici ministeri, quest' ultimo presieduto dal ministro della Giustizia. Dalla proclamazione della volontà di cancellare la politicità della pubblica accusa si passerebbe così ad un controllo politico, anzi governativo, dei pubblici ministeri con l' evidente possibilità di distogliere il loro sguardo da indagini che potrebbero riguardare chi è vicino alla maggioranza e di indirizzare la loro azione verso chi si muova in modo sgradito al potere. A Berlusconi la democrazia dà fastidio, e non a caso annuncia un plebiscito. Non vuole una riforma, vuole un referendum sulla "sua" riforma. Un referendum che inevitabilmente spaccherebbe il paese, e farebbe percepire la nuova architettura costituzionale come il progetto di una parte, nella quale gli altri non potrebbero riconoscersi. Dalle riforme condivise si passerebbe alle riforme "divisive". Avendo deciso di imboccare questa strada, Berlusconi ha fatto una mossa che, per chi conosce la sua attenzione per il sistema della comunicazione, era prevedibile. Si è materializzato su Facebook. Da tempo, e non solo in Italia, si sottolinea che Internet non è di per sé uno strumento di democrazia e che, anzi, proprio l' insieme delle nuove tecnologie può dare sostegno al crescente populismo. Si torna così all' interrogativo iniziale. Come contrastare questa pericolosa deriva? Contare solo sulla dialettica interna alle forze politiche, sperare nel dissenso dei finiani, cercare pontieri tra maggioranza e opposizione perché la minacciata eversione costituzionale venga ricondotta nel più ragionevole alveo della "buona manutenzione costituzionale"? Guardiamo pure in questa direzione, anche se la sconsolata ammissione del pontiere per eccellenza, Gianni Letta, riferita da Eugenio Scalfari, non autorizza alcun ottimismo. Il compito dell' opposizione si è fatto più difficile, perché non basta contrapporre una bozza Violante ad una bozza Calderoli. Bisogna contrastare Berlusconi sul terreno che lui stesso ha scelto, quello della mobilitazione dell' opinione pubblica che dovrebbe sostenere l' impresa di riforma. Ma bisogna fare un passo oltre la registrazione di questa difficoltà, mostrando a tutti che cosa sia effettivamente diventata la questione della riforma costituzionale: una sfida sul destino della democrazia italiana. Se così stanno le cose, vi è una responsabilità più ampia di quella che riguarda partiti e gruppi di opposizione. Vi è una responsabilità collettiva legata ad una cittadinanza attiva, alla necessità che tutti prendano la parola. La difesa della democrazia non è stata mai affidata a maggioranze o minoranze "silenziose". Proprio perché le tecnologie hanno fatto diventare "continua" la democrazia, continua dev' essere pure l' azione dei cittadini. E oggi il silenzio si rompe in molti modi, da quelli tradizionali a quelli che si affidano alla faccia democratica delle tecnologie, né plebiscitaria né populista. Di tutto questo bisogna parlare, per non lasciare solo il Presidente della Repubblica nella difesa della Costituzione, per scongiurare un cambiamento di regime, per non rassegnarsi al destino di spettatori. Esattamente quello che il Cavaliere vuole. - STEFANO RODOTÀ
martedì 13 aprile 2010
segnalazione/Adro
Mensa senza soldi, imprenditore salda i debiti
Nel Comune bresciano, gli amministratori avevano minacciato di non dare più da mangiare ai bimbi delle famiglie inadempienti.
BRESCIA. Una svolta, un colpo di scena - destinato a suscitare riflessioni - che può risultare decisivo per la soluzione della partita relativa alla mensa scolastica di Adro ( Brescia) dove alcuni bambini sono stati esclusi dal servizio per gli arretrati nel pagamento della rette, da parte delle famiglie. Un’iniziativa assunta dopo che l’amministrazione a guida leghista aveva spiegato di non voler coprire i debiti della struttura. Una vicenda - per la soluzione, nei giorni scorsi, sono scese in campo anche le Acli provinciali - che ha destato non poche reazioni e polemiche. Un imprenditore del Comune franciacortino ha saldato tutto il debito pregresso, versando il denaro all’associazione di genitori che gestisce la mensa a servizio della scuola elementare e materna del paese. E garantendo la copertura necessaria per tutto l’anno scolastico 2009- 2010.
L’uomo, che intende rimanere anonimo, ha spiegato il proprio gesto in una lettera diffusa alla stampa. « Sono – scrive – figlio di un mezzadro che non aveva soldi ma un infinito patrimonio di dignità. Ho vissuto i miei primi anni di vita in una cascina come quella del film “ L’albero degli zoccoli”. Ho studiato molto e oggi ho ancora intatto tutto il patrimonio di dignità e inoltre ho guadagnato i soldi per vivere bene. È per questi motivi che ho deciso di rilevare il debito dei genitori di Adro che non pagano la mensa scolastica » . Nella missiva aggiunge: ' So perfettamente che fra le 40 famiglie alcune sono di furbetti che ne approfittano, ma di furbi ne conosco molti. Alcuni sono milionari e vogliono anche fare la morale agli altri. In questo caso, nel dubbio, sto con i primi.
Agli extracomunitari chiedo il rispetto dei nostri costumi e delle nostre leggi, ma lo chiedo con fermezza ed educazione cercando di essere il primo a rispettarle. E tirare in ballo i bambini non è compreso nell’educazione » .
L’imprenditore sottolinea, tra l’altro, di vedere « una preoccupante e crescente intolleranza verso chi ha meno » e che i « miei compaesani si sono dimenticati in poco tempo da dove vengono »
tecnologia
Ricordate quelle scene toccanti dei romanzi dell'Ottocento? Un vecchio morente e al suo capezzale il figlio. Il vecchio gli fa cenno di accostarsi e, con l'ultimo filo di voce, gli rivela un segreto. Mi chiedevo: che cosa confideremo a nostro figlio con l'ultimo respiro? probabilmente il pin del nostro telefonino.
lunedì 12 aprile 2010
il tiro mancino di Edmondo Berselli
Mi mancherà Edmondo Berselli, quanto mi mancherà! Mi piaceva così tanto leggerlo, imparare attraverso l'arguzia e la leggerezza, seguirlo nei suoi ragionamenti rigorosi di professore con sberleffo antiretorico incorporato. Mi mancherà. Lo avevo letto fino all'altro giorno e ne ignoravo la malattia. La sua morte mi ha colta impreparata: aveva solo 59 anni, sette meno di me. Io ho letto il suo piccolo ma incomparabile Il più mancino dei tiri, in cui il gioco del calcio è no, non pretesto, perché Berselli riconosceva pari dignità a tutto il reale, comunque si manifestasse, ma occasione, ecco, per parlare di politica e società, di psicologia e di sociologia. Un libro delizioso, detto senza affettazione, proprio per dire che leggerlo era una delizia. E ho letto anche Post-italiani dove Berselli senza acrimonia ma senza indulgenze ci fotografa, noi popolo"di un paese provvisorio".
auguri
Io do qualche piccolo aiuto a mia figlia mentre con aria allegra e impavida si dà da fare. Pulisce la casa, sposta mobili, appende festoni, gonfia palloncini, organizza gli spazi e i tempi di ritiro delle pizzette, della torta. Intanto partecipa all'eccitazione di Tommaso, alla sua aspettativa; scherzano, uniti come sempre, quei due. Perché il cuore mi si gonfia così?