«Pare, dopo le prime sommarie informazioni, che questa deprecabile situazione non sia stata causata da irresponsabilità genitoriali», spiega la Caritas in una nota dal titolo "La dignità della vita umana, di ogni persona, non è un valore negoziabile".
«L'auspicio - prosegue la Caritas - resta che, non solo a Montecchio Maggiore, ma in ogni parte d'Italia, la comunità ecclesiale, la società civile ed i pubblici amministratori si mobilitino affinchè nessun bimbo debba essere umiliato nella sua dignità, ancor prima che nei suoi bisogni primari, a causa della precarietà economica della famiglia».
I Sostegni di Vicinanza, spiegava il Vescovo di Vicenza Mons. Cesare Nosiglia, «sono un'opportunità di prossimità nei confronti di famiglie e persone in difficoltà economica temporanea a causa della perdita, precarietà o riduzione dell'orario di lavoro e non riescono a far fronte ai propri impegni economici e finanziari rispetto a beni e servizi di prima necessità fra cui le spese scolastiche per i figli».
grazie a Juloche me lo ha segnalato e grazie alla Caritas.
nessuno deve essere umiliato nella sua dignità, ancor prima che nei suoi bisogni primari
RispondiEliminaDIGNITA', da difendere a qualunque costo e la cui sottrazione deve destare INDIGNAZIONE, niente di meno: non è tempo di capire e di trovare ragioni perché l'indegnità di certi comportamenti non merita né una spiegazione né, tanto meno, un'attenuante.
p.s.: ce la scovi una bella poesia per la catena del Corpus poeticum?
un bacione
oggi c'era un bel articolo di chiara saraceno che faceva notare come questi leghisti che negano il pasto ai bambini siano gli stessi che poi tuonano contro aborto e pillola del giorno dopo, allora fin che son embrioni li didendiamo e poi quando sono grandi li affamiamo
RispondiEliminaQualche volta arriva pure qualche bella notizia, però perché le coscienze di tanti cittadino ritornino civili, la strada è ancora lunga, anzi l'imbarbarimento dilaga sempre di più e senza troppi freni.
RispondiElimina@sileno: sì la strada è lunga e tutta in salita
RispondiEliminamarina
E a proposito della faccenda di Adro ti segnalo l'articolo di oggi di Avvenire. Te lo scrivo qui perché non è ancora on line:
RispondiEliminaMensa senza soldi, imprenditore salda i debiti
Nel Comune bresciano, gli amministratori avevano minacciato di non dare più da mangiare ai bimbi delle famiglie inadempienti.
BRESCIA. Una svolta, un colpo di scena - destinato a suscitare riflessioni - che può risultare decisivo per la soluzione della partita relativa alla mensa scolastica di Adro ( Brescia) dove alcuni bambini sono stati esclusi dal servizio per gli arretrati nel pagamento della rette, da parte delle famiglie. Un’iniziativa assunta dopo che l’amministrazione a guida leghista aveva spiegato di non voler coprire i debiti della struttura. Una vicenda - per la soluzione, nei giorni scorsi, sono scese in campo anche le Acli provinciali - che ha destato non poche reazioni e polemiche. Un imprenditore del Comune franciacortino ha saldato tutto il debito pregresso, versando il denaro all’associazione di genitori che gestisce la mensa a servizio della scuola elementare e materna del paese. E garantendo la copertura necessaria per tutto l’anno scolastico 2009- 2010.
L’uomo, che intende rimanere anonimo, ha spiegato il proprio gesto in una lettera diffusa alla stampa. « Sono – scrive – figlio di un mezzadro che non aveva soldi ma un infinito patrimonio di dignità. Ho vissuto i miei primi anni di vita in una cascina come quella del film “ L’albero degli zoccoli”. Ho studiato molto e oggi ho ancora intatto tutto il patrimonio di dignità e inoltre ho guadagnato i soldi per vivere bene. È per questi motivi che ho deciso di rilevare il debito dei genitori di Adro che non pagano la mensa scolastica » . Nella missiva aggiunge: ' So perfettamente che fra le 40 famiglie alcune sono di furbetti che ne approfittano, ma di furbi ne conosco molti. Alcuni sono milionari e vogliono anche fare la morale agli altri. In questo caso, nel dubbio, sto con i primi.
Agli extracomunitari chiedo il rispetto dei nostri costumi e delle nostre leggi, ma lo chiedo con fermezza ed educazione cercando di essere il primo a rispettarle. E tirare in ballo i bambini non è compreso nell’educazione » .
L’imprenditore sottolinea, tra l’altro, di vedere « una preoccupante e crescente intolleranza verso chi ha meno » e che i « miei compaesani si sono dimenticati in poco tempo da dove vengono » .
Carlo Guerrini
Mi paiono molto belle le parole dell'imprenditore.
Pace e benedizione
Julo d.