Mensa senza soldi, imprenditore salda i debiti
Nel Comune bresciano, gli amministratori avevano minacciato di non dare più da mangiare ai bimbi delle famiglie inadempienti.
BRESCIA. Una svolta, un colpo di scena - destinato a suscitare riflessioni - che può risultare decisivo per la soluzione della partita relativa alla mensa scolastica di Adro ( Brescia) dove alcuni bambini sono stati esclusi dal servizio per gli arretrati nel pagamento della rette, da parte delle famiglie. Un’iniziativa assunta dopo che l’amministrazione a guida leghista aveva spiegato di non voler coprire i debiti della struttura. Una vicenda - per la soluzione, nei giorni scorsi, sono scese in campo anche le Acli provinciali - che ha destato non poche reazioni e polemiche. Un imprenditore del Comune franciacortino ha saldato tutto il debito pregresso, versando il denaro all’associazione di genitori che gestisce la mensa a servizio della scuola elementare e materna del paese. E garantendo la copertura necessaria per tutto l’anno scolastico 2009- 2010.
L’uomo, che intende rimanere anonimo, ha spiegato il proprio gesto in una lettera diffusa alla stampa. « Sono – scrive – figlio di un mezzadro che non aveva soldi ma un infinito patrimonio di dignità. Ho vissuto i miei primi anni di vita in una cascina come quella del film “ L’albero degli zoccoli”. Ho studiato molto e oggi ho ancora intatto tutto il patrimonio di dignità e inoltre ho guadagnato i soldi per vivere bene. È per questi motivi che ho deciso di rilevare il debito dei genitori di Adro che non pagano la mensa scolastica » . Nella missiva aggiunge: ' So perfettamente che fra le 40 famiglie alcune sono di furbetti che ne approfittano, ma di furbi ne conosco molti. Alcuni sono milionari e vogliono anche fare la morale agli altri. In questo caso, nel dubbio, sto con i primi.
Agli extracomunitari chiedo il rispetto dei nostri costumi e delle nostre leggi, ma lo chiedo con fermezza ed educazione cercando di essere il primo a rispettarle. E tirare in ballo i bambini non è compreso nell’educazione » .
L’imprenditore sottolinea, tra l’altro, di vedere « una preoccupante e crescente intolleranza verso chi ha meno » e che i « miei compaesani si sono dimenticati in poco tempo da dove vengono »
Tutto il mio rispetto e la mia ammirazione a questo signore. Un VERO signore.
gran bel gesto. che sarà preso dagli amministratori di quel paese con un'alzata di spalle, con un moto di fastidio, con un sorrisino acido..come dire, era meglio se li lasciavamo morire di fame.
RispondiEliminaSprazzi di luce nel buio. Questo sono queste belle notizie. E meno male che ogni tanto ne possiamo leggere qualcuna.
RispondiEliminaCiao!
Daniele
Forse a queste belle notizie si dovrebbe dare risalto. La Stampa ormai pesca sempre nel torbido per vendere di più. Una volta mi ha telefonato una della Stampa. Avendo tempo fa raccolto testimonianze di figli adottivi, mi ha chiesto se potevo segnalare un caso andato a male. Gli ho chiesto perchè? risposta: tira di più... Detto tutto, non trovi? Non ti dico cosa gli ho detto, alla fine si è scusata, ma credo che abbia poi cercato altrove.
RispondiEliminaUn abbraccio
Per fortuna nel nostro paese (anche nel Nord) ci sono ancora persone così. Grazie per la segnalazione.
RispondiEliminaPerò poi fuori della scuola è apparso uno striscione, su era scritto: BASTA COI MANGIAPANE A TRADIMENTO!
RispondiEliminaNon ci sono parole
E' dominate il razzismo, non l'accoglienza. Dovremmo prenderne atto. Non esiste più "italiani brava gente" c'è altro conficcato nelle teste anche della gente povera. Questa malapianta dovremmo cercare di capire perché è nata e come si è sviluppata per cercare il diserbante giusto.
RispondiElimina@guglielmo
RispondiEliminaIl mito "italiani brava gente" ad una attenta ricostruzione storica non ha minimamente retto. È solamente un mito creato ad arte per farci sentire migliori degli altri.
Pace e benedizione
Julo d.