domenica 20 gennaio 2008

vocali e memoria

In “La vista da Castle Rock”-che ricostruisce la storia della sua famiglia dall’Ottocento ai suoi giorni- Alice Munro ha scritto:

Ci facciamo incantare. Succede per lo più quando diventiamo vecchi, quando i nostri futuri cominciano a chiudersi e non riusciamo più a immaginare quello dei figli dei nostri figli, a volte nemmeno a crederci. Non sappiamo resistere alla tentazione di frugare nel passato, scartando testimonianze poco attendibili, collegando nomi isolati e date incerte e aneddoti, aggrappandoci a fili, volendo stabilire a tutti i costi un legame con i morti e perciò con la vita.



Recentemente ho fatto un po’così: ho cercato di recuperare presso due amiche ed una sorella, le lettere che inviai loro una trentina di anni fa’. Ne ho recuperate una decina. Non so bene perché io abbia voluto infliggermi l’esercizio del confronto con quella donna giovane che ero io e che non mi abita più. Ma l’ho fatto.
L’effetto è davvero sconcertante. Tutta una serie di puntini vanno a posto sulle nostre i. Dunque, è così che ragionavo! Dunque è pensando questo che ho fatto quello!
Dunque è andata così e non come credevo di ricordare!
Più sorprese che conferme ne vengono fuori, a riprova che, senza documenti alla mano, la storia che scriviamo di noi è essenzialmente falsificazione, mistificazione, autoinganno. Necessario, certo, ma inganno.
I popoli fanno la stessa cosa. È per questo che gli storici hanno tanto da fare. Perché debbono continuamente rifornire i popoli di puntini da mettere sulle i.
Peccato che talvolta i popoli, più che sistemare i puntini al loro posto, vogliono trasformare le i in e. E talvolta addirittura in o. Si chiama revisionismo ma con Alice Munro non ha niente a che fare.

14 commenti:

  1. All'ingresso del campo di concentramento di Dachau c'è una scritta che dice pressapoco così:
    "Un popolo che dimentica il proprio passato sarà costretto a riviverlo di nuovo".
    Oggi in Germania stanno prendendo piede partiti che dichiaratamente si ispirano al nazismo e si propongono "campi di rieducazione" per i giovani (soprattutto extracomunitari).
    In Italia si sta spegnendo la generazione che il fascismo e i campi di concentramento li ha vissuti sulla propria pelle.
    Noi siamo la generazione di mezzo che ha raccolto la testimonianza diretta di quel passato.
    Sta a noi tramandarne la memoria per far sì che si continui a mettere i puntini sulle "i" e che non si attui il "cambio della vocale".
    Grazie per la visita

    RispondiElimina
  2. Il passato è davvero qualcosa che costruisce anche noi stessi e il nostro futuro... E la storia che leggiamo sui libri dimentica tante cose, i vissuti della gente che è vissuta e l'ha subita... Credo fosse Cioran che diceva che la storia andrebbe letta nelle "cronache" del tempo irettamente senza filtri... Un abbraccio,Giulia

    RispondiElimina
  3. Mi sembra che i punti siano due.
    La storia, o meglio il suo studio, che è sempre un continuo 'revisionismo'. Si tratta di rivedere il saputo per scoprire sempre cose nuove, o un nuovo modo di interpretare le cose già sapute. La difficoltà, IMHO, nello studio della storia sta nel fatto che tendiamo naturalmente a interpretare i fatti di tempi passati con la mentalità odierna. E d'altra parte è molto difficile capire una mentalità diversa dalla nostra, lontana dalla nostra nel tempo e/o nello spazio.

    E poi c'è la nostra storia personale, quella della nostra vita. Tante volte, come scritto nel post, quello che ricordiamo non è quello che realmente abbiamo vissuto, ma l'iterpretazione che oggi diamo al nostro vissuto. La cosa in sé non è né positiva né negativa. Tutto dipende se ne siamo coscienti o meno. Se non ne siamo coscienti, allora si che è menzogna e autoinganno. Se invece ne siamo coscienti allora diventa rielaborazione del vissuto per trarre dal passato una lezione per il presente e per il futuro.

    Pace e benedizione
    Julo d.

    RispondiElimina
  4. Per me ieri è già passato. Oggi è oggi con, in più, quello che è stato ieri.Mi sa che sono sempre più individualista e inutile.
    Sto nera oggi.
    Un bacio.
    Anna

    RispondiElimina
  5. grazie a te Franca, anche tu generazione di mezzo? Io tre quarti ;-) Ma come fare in tutta questa confusione di messaggi a ri-raccontare quello che ci è stato raccontato?

    Anna, mi sembri una tale marina che ogni tanto si scopre perfettamente inutile. Poi però il suo ego gigantesco torna a farsi sentire e pensa non solo di non essere inutile, ma addirittura di essere indispensabile. Come sei indispensabile tu...
    su, ti mando un bacio anche io, ma non ti ci abituare ;-)

    Cosciente sono! ma anche un po' sorpresa.Questo per il personale.

    Ma una revisione alla luce di documenti e tecniche nuove non può significare la mistificazione o la cancellazione della realtà. E il revisionismo cui io alludo è sotto gli occhi di tutti, perché ancora vivono, per fortuna, dei testimoni di un passato recente. E' accettabile una interpretazione dei fatti, ma non una falsificazione. E d'altra parte l'idea di Cioran, augurabile, è però inattuabile, temo
    ciaomarina

    RispondiElimina
  6. emoria storica...la memoria del nostro passato. La mia memoria s'interseca con quella della mia famiglia, dei miei amici, delle persone conosciute più o meno bene.
    A volte è bello ritirare fuori vecchie lettere per crogiolarsi nei ricordi, a volte è bello che le cose ci vengano in mente spontaneamente quasi a darci un sussurro del passato; a volte invece bisogna solo guardare avanti e lasciarsi il passato alle spalle. Bacio
    Banana

    RispondiElimina
  7. Poveri storici, intenti a leggere e rileggere, capire e ricapire, frugare e rifrugare per, alla fine, essere consapevoli che tutto era un semplice abbaglio.

    Felicità.

    Rino, nel romanzo della storia.

    RispondiElimina
  8. Eh Rino, tu ne sai qualche cosa del lavoro dello storico.;-)

    Bello questo "sussurro del passato", Banana. Guarda che io appunto tutto e poi sbafo..
    ciaomarina

    RispondiElimina
  9. La Munro...Ho cominciato più volte i suoi racconti, ma poi non vado nè avanti nè indietro.
    Eppure mi piacciono varie scrittrici di racconti (la Blixen, la Mansfield, la Wharton, per non parlare della Austen o della Bronte che però facevano romanzi).
    Un saluto da Luciano e Idefix

    RispondiElimina
  10. Beh Luciano, La Munro è un peso leggero in confronto alla Mansfield, alla Wharton e alla Blixen! E anche in confronto alla Paley i cui racconti sono gioielli senza castone. Ma questo libro a me è piaciuto, molto più dei suoi racconti. Meno a tesi, secondo me.
    Che mi dici di quei racconti tuoi? Escono?
    ciao marina

    RispondiElimina
  11. Ciao Marina! eccomi qui da te! Caspita, quanta profondità in questi brani..Davvero la storia, personale, e dei popoli, è fatta non solo per accumulo, ma anche per rimozione..credo..Comunque c'è da riflettere..perchè..viste così, le cose, possiamo capirci un pò di più..(su di noi..singoli e..popoli..)a patto di avere il coraggio di confrontarci con il passato..
    Sai..e' difficile riuscire a leggere i post più vecchi..tutti in una volta, quando si entra per prima volta in un blog..E oggi mi è capitato di leggere tantii blog (più del mio solito)..Ti confesso che mi sento un pò stanca..Ma, a poco a poco..voglio leggerti ancora..
    Ciao,
    Frida

    RispondiElimina
  12. Lungi da me l'idea di aggrapparmi ai fili del passato.Un'infanzia e un'adolescenza infelici,gravi contrasti con la famiglia materna,che è l'unica che ho conosciuta ,datano l'inizio della mia vita a quando arrivò il mio salvatore:un cane che ho amato come un fratello.Attraverso Duccio ho scoperto e apprezzato il tuo blog e avrei voluto commentare l'invito che hai fatto ai blogger.E' un argomento interessante e mi riservo di parlarne senza essere pressata dagli orari.
    Ora che avrai intuito perchè i cani sono il mio "punto debole", ti pregherei di dirmi le impressioni che ricavi da "La mente animale".Mi interessa il tuo parere e penso che ti visiterò spesso e volentieri.

    Buonanotte
    Cristiana

    dicolamia

    RispondiElimina
  13. Ciao Frida e ciao Cristiana, ho intenzione di scorrazzare un po' sui vostri blog. Senza fretta ma con metodo
    grazie della visita
    ci sentiamo
    marina

    RispondiElimina
  14. Non ho capito se le sorprese che hai avuto rileggendo le tue lettere sono state positive o negative.
    D'accordissimo sul ruolo degli storici. C'è sempre meno memoria storica, purtroppo.

    Non c'entra nulla, ma come ho già scritto da qualche altra parte, quando vedo blogger che conosco "approdare" su altri blog e apprezzarsi a vicenda, mi fa proprio piacere. Mi dà l'idea che ormai siamo una grande famiglia.

    RispondiElimina

Non c'è niente di più anonimo di un Anonimo