Si legge in due ore, a patto di restare in punta di piedi e di tenersi, per precauzione, un po’ in superficie. Se no ce ne vorrebbero quattro volte tante. E se ne uscirebbe un bel po' ammaccati.
Si chiama “Diario di un dolore” ed è di C.S.Lewis, l'autore delle Cronache di Narnia. Edito da Adelphi.
È un piccolo libro che parla a tutti coloro che abbiano provato il dolore della perdita di un caro. Lewis parla della morte della moglie e di come il dolore si muova e si formi e si disponga dentro di lui e delle “figure” che assume.
L’osservazione e la riflessione sono accompagnate da una serie di domande che interpellano la sua fede cristiana.
L’approdo pare a me una dignitosa accettazione degli impegni assunti come cristiano.
Ma non sono la persona adatta per commentare questo aspetto. Invece, per quanto riguarda l’analisi del dolore, è così dettagliata e attenta, senza abbandoni e senza patetismi, che assume il carattere di un trattato. Scritto però sul proprio dolore pulsante.
Grazie per la segnalazione. Di Lewis ho letto Narnia (non è che mi sia piaciuto molto) e 'Lettere di Berlicche' che invece mi è piaciuto molto.
RispondiEliminaCercherò anche questo.
Pace e benedizione
Julo d.
Ciao Julo, io non ho letto niente di lui, quando ho comprato il libro l'ho confuso con un altro Lewis, Sinclair! gulp!
RispondiEliminaAnzi, rettifico, l'avevo preso per quello che ha scritto "Il più grande uomo scimmia del pleistocene"; sono andata a vedere si chiama Roy Lewis
RispondiEliminaormai sono andata di cervello :-(
In effetti è un cognome diffuso. La prima volta che l'ho sentito io invece l'avevo confuso col Lewis che insieme a Clarke aveva esplorato il west ;-)
RispondiEliminaComunque è uno scrittore fortemente cattolico, che non a tutti piace, soprattutto in quelle sue opere, come le Lettere di Berlicche, fortemente 'religiose'.
Pace e benedizione