Sollecitato dalle domande garbate, ma precise e stringenti di Elkann, Veronesi racconta la sua vita, da quando resta orfano di padre a soli cinque anni, fino all’oggi e al suo impegno nella battaglia per sconfiggere il cancro ed insieme in quella per venire incontro a molti dolori, non solo del corpo, di donne ed uomini del nostro paese.
Naturalmente, come dichiara il titolo, il tema del rapporto tra la religione e la scienza, è al cuore dell’incontro e secondo me l’immagine che ne esce di Veronesi è quella di un uomo molto religioso. Di una religiosità che si chiama empatia, solidarietà, partecipazione alla sofferenza della famiglia umana.
A mio avviso le sue parole, ma la sua vita stessa, dimostrano che concetti come spiritualità, religiosità e moralità vanno al di là della partecipazione a questa o quella dottrina religiosa. Sono, o non sono, iscritte nella coscienza di ogni uomo.
All'ultima domanda: "Professore, lei ha trascorso un'infanzia cattolica e una vita adulta da laico. Pensa che la vita si attraversi meglio con la fede o senza fede?"
Veronesi risponde:
"La fede in Dio e la conseguente sottomissione alla Sua volontà rappresentano una limitazione alla nostra libertà di pensiero. Rompere questo vincolo è un atto di coraggio che si deve accompagnare però a una nuova consapevolezza sulle responsabilità che si uniscono a questa conquista.Essere laici significa quindi essere liberi, ma eticamente responsabili, non più nei riguardi di Dio, ma nei riguardi dell'umanità. A queste condizioni la vita diventa più piena e più ricca."
Io mi permetto di aggiungere alla umanità, anche le altre creature animali.
Condivido ed aggiungo: sarà per questo che molti preferiscono pensarsi religiosi? Sentirsi liberi ed eticamente responsabili non è per tutti...ci vuole una buona dose di coraggio ( per volersi libero) e senso civico( per vivere responsabilmente). NO,no, no, non è decisamente una dimensione mentale che mi sembra abbondare.
RispondiEliminaQuesta è l'unico genere di religiosità che porrebbe fine a tutti i soprusi.Mi parrebbe così semplice attenersi ai suoi precetti,indipendentemente da un bisogno intimo di credere in qualcosa di divino.Evidentemente è quasi impossibile,un'utopia.
RispondiEliminaCristiana
PS: Devi fare il copia e incolla,sia col www... che col talloncino
Ci sono anche credenti "laici" ossia rispettosi delle idee altrui e liberi ma eticamente responsabli verso tutto e tutti(natura, animali, esseri umani).
RispondiEliminaSono coloro che non alzano la voce per lanciare anatemi o "editti" ma che hanno davvero dentro di loro Dio nel cuore. E la libertà nel sangue.
Purtroppo non sono in Vaticano e neanche alla direzione del Foglio...
Ciao Marina :-)))
Daniele
Non ho nessun dubbio in proposito Daniele, ne conosco e li rispetto.
RispondiEliminaCome dici tu, non sono in Vaticano né al Foglio...
ciao marina
E io mi accodo alla grande!
RispondiEliminaMi piace molto questa risposta di Veronesi.
RispondiEliminaSe avrò tempo, seguirò la tua segnalazione e leggerò questo libro, sollecitata anche dalla sua brevità. L'altro non lo leggo, non posso affaticarmi troppo :-)
RispondiEliminaMagari poi, una notte, me lo racconti.
Bacio.....
Anna
Bello sempre quello che dice Veronesi. Vorrei che i credenti che non condividono si facessero sentire... Giulia
RispondiEliminaho scoperto il professore Veronesi domenica scorsa, in un'intervista da parte di Fabio Fazio a CheTempoCheFa... mi ha davvero stupito il suo carisma! Mi informerò sicuramente di più su una grande persona come lui..
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