martedì 29 gennaio 2008

la 194 è in pericolo?

Giorni fa avevo lasciato un commento sul blog bioetiche tenuto da Chiara Lalli e Giuseppe Regalzi, un blog molto interessante e vario, che spazia liberamente anche al di fuori dei temi strettamente indicati dal suo nome.
Il loro post di ieri è una risposta esauriente ed articolata alla mia domanda.
Lo riporto per intero.


LUNEDÌ 28 GENNAIO 2008

L’aborto e il prossimo governo Berlusconi
Una commentatrice ci chiede: «Secondo voi quanto tempo passerà prima che il probabilissimo nuovo governo Berlusconi metta una mano pesante sulla 194?». Provo a rispondere in questo post.

Non credo che il prossimo governo Berlusconi (che a questo punto definirei certo, e non solo probabile) metterà mano direttamente alla legge 194/1978, che regola l’aborto. Questo non sarebbe nello stile dell’uomo, che non si è mai dimostrato granché sensibile ai cosiddetti temi ‘etici’ – glielo rimproverava di recente lo stesso Giuliano Ferrara – come del resto a qualsiasi cosa che non costituisca un suo interesse personale e diretto. Berlusconi eviterà dunque la grana, e lascerà per il resto che i suoi alleati integralisti continuino nell’opera di vanificazione indiretta della legge. La strategia è in corso da diversi anni, e il favore di un governo amico – o meglio: un po’ più amico del precedente governo di centrosinistra – non farà una grandissima differenza, anche se indubbiamente porterà a un’accelerazione. Ed è una strategia preferibile allo scontro frontale, che susciterebbe un’opposizione pericolosa; meglio, molto meglio addormentare gli animi con la rassicurazione che la legge non sarà toccata.
I caposaldi della strategia antiabortista sono tre:

la delegittimazione dell’aborto, descritto come un omicidio o addirittura come il peggior genocidio della storia. Il senso della «moratoria» di Ferrara è questo, al di là delle inesistenti possibilità di una sua applicazione pratica: creare una pressione sociale, una riprovazione morale fortissima e automatica. L’aborto deve ridiventare clandestino – ma non nel senso che tutti paventiamo, di ritorno all’illegalità e alle mammane: clandestino innanzitutto nel senso che le donne dovranno vergognarsi di praticarlo, e temere il giudizio del proprio ambiente. Quando l’aborto diventa qualcosa di indicibile, che non si può confidare a nessuno, diventa anche difficile da praticare: devi allontanarti dalla tua città, cercare un medico che non conosci, etc. La clandestinità vera e propria è la logica conseguenza di questa situazione – ed è una conseguenza voluta e scientemente perseguita. Aspettiamoci dunque nel corso della nuova legislatura un’escalation di condanne morali, che diventeranno sempre più parossistiche, coinvolgendo un gran numero di «convertiti» e occupando tutti i mezzi di comunicazione disponibili.
La compiacenza per la crescente obiezione di coscienza. Qui la missione degli antiabortisti consiste semplicemente nel non fare nulla: le tendenze in corso portano inevitabilmente a un numero crescente di medici obiettori, che già in alcune regioni rende quasi impossibile la pratica dell’interruzione volontaria di gravidanza. La pressione sociale agisce anche sui medici, e non stupisce dunque che nei confronti di una pratica ancora legale ma di fatto sempre più condannata dalle tendenze culturali in corso, molti sceglieranno di gettare la spugna. La legge 194, per la verità, prevedeva delle misure atte ad impedire questa situazione, come la mobilità del personale (art. 9); ma sono rimaste lettera morta sotto i cosiddetti governi «progressisiti», figuriamoci sotto un governo Berlusconi.
L’inserimento del Movimento per la Vita nelle strutture pubbliche. Le donne verranno incanalate nei pochi ospedali dove si praticherà ancora l’aborto, ma qui incontreranno i volontari «per la Vita», che cercheranno di persuaderle in tutti i modi a recedere dal loro proposito. Il Movimento assumerà inoltre man mano il controllo dei consultori – una posizione ancora più strategica per esercitare pressione. Fondi pubblici verranno stanziati per sostenere queste iniziative, come già avviene in certe regioni.
Lo scopo finale, ritengo, è di rendere l’aborto legale sempre più difficile: la pressione sociale, la difficoltà di trovare medici che lo pratichino, la prospettiva di affrontare la propaganda antiabortista, indurranno sempre più donne a rivolgersi alle strutture clandestine (con aumento vertiginoso dei costi, e in parte anche dei rischi), ad andare all’estero, o a rinunciare del tutto. Quando i numeri dell’aborto legale saranno calati drasticamente – anche se ci vorranno molti più anni di quelli concessi al governo Berlusconi – verrà il momento dell’attacco finale alla 194, con la scusa che il fenomeno è ormai divenuto quasi irrilevante, e quindi «controllabile».

Si può fare qualcosa per contrastare questa strategia? Purtroppo molto poco. L’attacco culturale in corso è quasi incontrastato: gli stessi cosiddetti «progressisti» danno involontariamente una mano, indugiando sempre più (per un meccanismo prevedibile di difesa) nella retorica dell’aborto come «tragedia».
L’unica possibilità consisterebbe nell’introduzione della pillola abortiva, che spostando l’aborto in una dimensione maggiormente «privata» potrebbe contrastare almeno in parte le mosse degli integralisti – dai quali non a caso è sempre stata avversata in modo virulento. Proprio in queste settimane l’Agenzia italiana del farmaco dovrebbe terminare l’iter dell’autorizzazione all’immissione in commercio; se si arriverà a un esito positivo (ma qualche dubbio è ancora lecito), vedremo quasi certamente un tentativo del prossimo governo di rovesciare in ogni modo la decisione. Se questo non sarà possibile (molto dipende dalle competenze regionali), assisteremo a una gigantesca campagna terroristica sugli effetti collaterali della pillola, e all’imposizione di misure draconiane per la sua somministrazione, in particolare con lunghissime degenze ospedaliere, che ne vanificheranno ogni carattere di novità.

Questo il futuro prevedibile, per come appare a me. Spero di rivelarmi cattivo profeta – possibilmente non per eccessivo ottimismo...
POSTATO DA GIUSEPPE REGALZI ALLE 17:21

Devo dire che le argomentazioni di Giuseppe Regalzi mi hanno convinta. Ma non rassicurata. Una forma strisciante e sottocutanea di svuotamento della legge infatti renderebbe difficile anche una possibile mobilitazione da parte del movimento delle donne.

14 commenti:

  1. L'analisi di questi possibili accadimenti potrebbe avere una sua validità. Non mi stupirebbe un nuovo regresso moralistico sull'argomento, questo voler riporatare la donna indietro di secoli. In fondo ci stanno già provando in tutti i modi e su più fronti. Tuttavia, penso che queste forze che si muoveranno, strisciando nei meandri del nostro vivere, debbano trovare proprio in noi, le donne, la forza per screditare questa falsa crociata umanistica. Le donne devono capire che sono maggioranza e forza sociale e che non è possibile nel 2008 permettere che siano gli uomini a decidere ancora una volta per noi. Sono preoccupata, quello che vedo non mi piace, c'è nell'aria un rigurgito ipocriticamente moralista. Le donne paradossalmente, stanno contribuendo a questo regresso accettando, anche nelle generazioni più giovani di tornare ad essere un oggetto. In questa contrapposizione ( integralisti e donne oggetto) vedo la possibilità per gli sciacalli delle nostre conquiste di operare i loro beceri progetti. Dipenderà quindi ancora una volta da noi, dalla forza unitaria con cui sapremo sbarrare la strada a chi vorrebbe applicare su di noi un'integrità che nella stragarande maggioranza dei casi non si sogna di applicare su se stesso.

    Scusa la lungaggine.

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  2. Cara Marina, ho scoperto gli altarini: tu sei la mamma di Francesca?!!! Ma lo sai che ci è mancato poco che ci incontrassimo in Afganistan? Hai presente la foto b/n nel duccioblog? Io e Fra lavoriamo anche vicino. Un caro saluto, duccio

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  3. Questo mondo è molto piccolo, Duccio! Ma come li hai scoperti gli altarini? Invoco la legge sulla privacy! ;-)
    Ho parlato con Francesca e mi ha detto tutto.
    Vado a vedere la foto.
    ciao marina

    MCristina, dici bene gli sciacalli, sulla pelle delle donne...
    ciao marina

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  4. ...francamente...i problemi più gravi sono altri. In merito a questa nuovo intervento...ho qualche dubbio...

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  5. ...francamente..Mimmo non mi sorprende che per un uomo i problemi più gravi siano altri...
    ciao marina

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  6. Spero proprio che Giuseppe Regalzi si riveli un cattivo profeta ...anche se la scia lumacosa della chiesa si fa più densa e visibile... , ...mandi mandi ...Loris....

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  7. Sì c'è da aspettarsi già quello che si vede, ma dovremmo anche prevedere la nostra reazione, parlare di cosa fare noi, di come promuovere una cultura alternativa che non sia solo "contro". Non dobbiamo farci scandire l'agenda da loro, ma essere noi a tentare di ritrovarci, parlare, trovare modi per farci ascoltare. Quando è stata fatta la legge tanto discussa, cosa c'era? un movimento che ha lavorato tra la gente... Tutto si è conquistato, nulla è venuto al nulla. Purtroppo dobbiamo ammettere che la destra oggi è più attiva... ma anche noi potremo esserlo. Io non dispero, soprattutto mi propongo a livello personale di partecipare di più dove posso, dove ci sarà anche un piccolo gruppo che cercherà di fare qualcosa. Si perde, pazienza, ma ni per questo non dobbiamo smettere di esistere e di farci sentire. Un abbraccio, Giulia

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  8. Sono favorevole all'aborto? Solo in certi casi, ma sempre e comunque per scelta personale e non perchè qualcuno mi potrebbe obbligare per legge a portare avanti una gravidanza non desiderata. Buona settimana.
    P.S. ma la 500 che si vede nella foto è la tua auto? Io adoro le vecchie 500!!

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  9. Le analisi sono assolutamente compatibili coi figuri che potrebbero essere protagonisti del futuro politico di questo Paese. Chissà se Silvio ogni tanto ricorda il racconto di Veronica circa il proprio aborto.

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  10. Sempre nell'ipotesi probabile ma non certa di un nuovo governo Berlusconi non credo proprio che verrà sollevato il problema della 194 per diversi motivi.
    a) All'interno della nuova CdL saranno presenti ex radicali del peso di Taradash, Della Vedova e Capezzone che, pur dissentendo sulla politica di Pannella e Bonino non sono certo "morbidi" su queste questioni.
    b) In recenti casi come i DICO la CdL ha lasciato totale libertà etica a ogni parlamentare senza dare nessuna indicazione di parte.
    c) L'interpretazione "alla lettera" della provocazione di Ferrara mi sembra alquanto faziosa e poco aperta a discussioni.
    d) Alla sinistra massimalista fa di solito molto comodo dichiarare "granitiche" alcune leggi che le fanno comodo e definire "liquide" quelle a loro scomode. L'esempio più eclatante è la Costituzione. In particolare all'epoca del varo della 194 (30 anni fa) alcune possibilità scientifiche non esistevano e certi metodi anticoncezionali erano sconosciuti.
    e) La legge 194 non è la "Legge sull'aborto". Il titolo primo riporta quanto segue: "L. 22 maggio 1978, n. 194 (1). Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza".
    A prescindere da tutte le iperboli giornalistiche di Giuliano Ferrara, dare un'occhiattina, ogni tanto, alla pressione delle gomme non fa mai male.

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  11. Ciao teppista,
    La pressione alle gomme della 194 viene fatta tutti gli anni.
    L'I.V.G, come è sempre stata chiamata dalle femministe, in opposizione all'aborto, è detta legge sull'aborto o per convenzione esemplificativa o da quanti vogliono colpevolizzare le donne o dalle gerarchie ecclesiastiche, vedi l'altra sera Ruini.
    Quali metodi anticoncezionali erano sconosciuti nel 1978?
    I gommisti che invece di dare un'occhiata alle gomme me le vogliono bucare non riscuotono la mia fiducia ;-)
    ciao marina

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  12. Ciao Duccio, ho visto la foto a Bamyan: eri un bambino! marina

    ciao Giulia, sì più attive e più vigili dobbiamo essere.
    hai ragione.
    Che Ferrara si sia pentito di essere corresponsabile di due aborti perché ora gli manca l'esperienza della paternità, come ha dichiarato, suscita in me un solo pensiero: chieda perdono al papa e non rompa le palle a noi.
    ciao marina

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  13. Marina ciao,
    per esempio la pillola del giorno dopo, per esempio il pillolo per l'uomo: tutti sistemi che potrebbero sposare la morale cristiana con la limitazione della procreazione. Se poi vogliamo fare un discorso utilitaristico, nei paesi occidentali servirebbero pillole fertilizzanti altro che anticoncezionali !
    Proprio limitare il termine a IVG senza legarlo al termine TSM (che tra l'altro compare prima di IVG) è il vero problema della 194. In una civiltà in decadenza come quella europea e in particolare quella italiana mi sembrerebbe opportuno spendere più energie nel convincere madri intra e extra coniugali a perseverare nella maternità. Ma si sà, la donna moderna vuole avere i pantaloni e vuole sempre meno usufruire del dono che le ha dato la natura di procreare.
    Mi si risponderà: procreare si, ma quando pare a lei. In pratica mai.

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  14. Mi sorprendere apprendere che la pillola del giorno dopo e il pillolo si sposano con la morale cristiana. I fertilizzanti dalli ai tuoi bovini, se ne hai.
    "Convincere a perseverare nella maternità" è un bel programma. Come pensi di convincerle? Terrorizzandole? Colpevolizzandole? teppistizzandole?
    Convertendole? Sui pantaloni non rispondo: troppo trito e ritrito.
    E, di grazia, chi dovrebbe decidere quando procreare al posto della donna? Tu?
    Qui mi fermo: le brave padrone di casa conoscono i doveri dell'ospitalità...
    marina

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