Secondo questa logica -che ho sottratto a "L'aleph" di Borges- più ci occupiamo di descrivere, immaginare, regolare e temere i secoli che verranno, legando la nostra futura condizione al nostro comportamento in questo, più dimostriamo di non prestar loro alcuna fede. Tutta quella eternità dedicata a premiarci o a punirci per il nostro breve soggiorno terreno? Che esagerazione!
Va bene sbirciare di tanto in tanto nella supposta stanza chiusa, ma descriverne nei minimi particolari l'arredamento e soprattutto dirci che vi troveremo un accogliente divano solo se avremo sprimacciato bene i cuscini di quello della nostra attuale casa, significa alterare la gerarchia tra la famosa stanza eterna -col suo bel divano o il suo letto di spine- e questo modesto condominio terreno.
Come è possibile credere che un tempo così breve e così insignificante come la nostra esistenza terrena possa determinare l'eternità?
Eppure i credenti -come si assolutizzano nel definirsi- sono pronti a giurare non solo che quella stanza esiste e che loro l'abiteranno, ma anche che tutto in quella stanza dipende da come avranno saputo rassettare il miniappartamento che abitano qui e che così diviene l'unica realtà veramente importante anche ai loro occhi.
Almeno la tenessero in ordine!
Quanto a me, che so di essere mortale e temo quanto è giusto la morte, ho anche un inafferrabile sentore di immortalità. L'affido ai miei atomi di carbonio che, in un tempo incalcolabile -cioè letteralmente non calcolabile- si combineranno ad altri atomi e daranno vita -daranno vita!- a qualche forma che non sarò io ma che sarà fatta anche di me. Naturalmente se nel frattempo le condizioni sul pianeta che mi ospita non saranno state alterate al punto che le necessarie reazioni non potranno più verificarsi.
Anche in questo caso, teniamolo in ordine questo pianeta: ne va della mia immortalità.
Almeno la tenessero in ordine!
Quanto a me, che so di essere mortale e temo quanto è giusto la morte, ho anche un inafferrabile sentore di immortalità. L'affido ai miei atomi di carbonio che, in un tempo incalcolabile -cioè letteralmente non calcolabile- si combineranno ad altri atomi e daranno vita -daranno vita!- a qualche forma che non sarò io ma che sarà fatta anche di me. Naturalmente se nel frattempo le condizioni sul pianeta che mi ospita non saranno state alterate al punto che le necessarie reazioni non potranno più verificarsi.
Anche in questo caso, teniamolo in ordine questo pianeta: ne va della mia immortalità.
Discuto amabilmente di questo tema con il coniuge.
L'ipotesi che mi inquieta, dice il mio "personal scientific advisor", è remota. Le leggi fisiche (e quindi anche quelle chimiche) che presiedono all'universo, sono immutabili. A meno che, a meno che...e mi mette in guardia nei confronti delle armi atomiche a fusione nucleare (la bomba ad idrogeno per intendersi). Infatti, a differenza di quelle a fissione nucleare, così demodé, in caso di un loro utilizzo si disferebbe la struttura stessa degli atomi che mi compongono.
Si disferebbe la struttura dei miei atomi!? Gli atomi che mi fanno immortale?!
Entro nella giornata con una preoccupazione in più.
mortalità dell'io e costanza delle forme di vita.
RispondiEliminasiamo molecole vaganti, momentaneamente aggregate in io, che si aggregheranno in altre forme viventi.
ma il mio e tuo io non ci sarà più
Io avrei pensato a qualcosa di positivo.
RispondiEliminaNon so, forse un'arma che costruisce invece di una che distrugge.
In effetti il discorso potrebbe apparire più complicato di quello che è. Ma la vita è semplicità per quanto non capita. Pertanto prima che l'uomo arrivi a determinati estremi troverà una via semplice per vivere in armonia.
Per i credenti come me poi l'intervento divino metterà le cose a posto prima di quanto noi possiamo rendercene conto.
Per concludere se l'essere umano mortale pensa in modo continuo all'eternità mi vien da pensare che allora questa sia davvero alla sua portata.
Ma, si sa, i miei pensieri sono influenzati dalle mie credenze; e le mie credenze dai miei pensieri.
Un saluto
mi fai iniziare la giornata con un dubbio atomico...
RispondiEliminaLeggo ed ho sempre da imparare da te... Non sempre riesco a passare, ma lo faccio quando ho un po' di tempo da dedicarmi... Grazie Marina, anche tu sei sempre molto preziosa. Giulia
RispondiEliminaCara Marina
RispondiEliminaquesto è un post stupendo che fa riflettere.
Mi assale però un dubbio: se la fusione dell'atomo può spezzare il ciclo dell'immortalità,c'è qualche nanetto nostrano che all'immortalità NON può assolutamente rinunciare,pensi che andrà dal suo amico Wladimir e dall'altro amico George per chiedere il bando delle armi a fusione nucleare?
Pagando si intende.
Sileno
La Dissoluzione e la Grande dissoluzione sono avvenute tante volte, ma non possiamo concepirle con la nostra mente spazio-temporale. L'immortalita? Solo anima, a mio avviso, è immortale, in quanto figlia dell'energia pura.
RispondiEliminaRino, consigliando di leggere l'Anurag Sagar di Kabir.
@ paolo: mi sta bene la costanza delle forme di vita, l'io vada pure a farsi benedire...
RispondiElimina@Gaspare accetto il consiglio e prendo nota
@ Sileno: pagando, s'intende :-))
@Scipione: siamo tutti influenzati e autoinfluenzati
adatta, molto adatta a questi pensieri:
RispondiEliminaIl bacio di Dio
Silvia Montefoschi
Tu e io
Io e tu
Era buio
Un buio nero
ricordi?
Tu e io
io e tu
non sapendo però
nè tu di me
nè io di te
vagavamo
uniche due particelle
in uno spazio infinito
senza alcun punto
di riferimento
che ci desse
un orientamento
Eppure qualcosa
ci sospingeva
in un'unica direzione
Qualcosa che
si dava in noi
come una sensazione
sensazione che
tu e io
io e tu
chiamammo emozione
E lungo quella direzione
noi ci muovevamo
l'un verso l'altro
senza sapere
l'uno dell'altro
guidati soltanto
dalla nostra emozione
Lontano lontano
ciascuno di noi
vide un chiarore
chiarore che
tu e io
io e tu
chiamammo albore
l'albore
della prima aurora
E in quell'albore aurorale
ciascuno di noi vide
sorger dal nulla
un punto di luce
ma di una luce
così bella che
tu e io
io e tu
chiamammo stella
E la stella
veniva incontro
a ciascuno di noi
mentre noi
ci venivamo incontro
Quando fummo
a breve distanza
l'un dall'altro
ci fermammo
reciprocamente abbagliati
dal nostro splendore
splendore in cui
tu sapesti di me
e io seppi di te
e che
tu e io
io e tu
chiamammo amore
E l'amore
che noi stessi eravamo
baciò se stesso
nel nostro baciarci
e nell'istante
in cui ci baciammo
la luce divampò
illuminando lo spazio
lo spazio che
attorno a noi si curvò
formando ciò che
tu e io
io e tu
chiamammo universo
l'universo
al centro del quale
noi ci venimmo a trovare
Poi qualcosa
che noi sentimmo
provenir da noi stessi
ma che a noi si impose
come altro da noi
ci separò
Ci separò
e rimase tra noi
come l'impronta
del nostro bacio
un bacio che
tu e io
io e tu
chiamammo vita
E dalla vita
noi stupiti vedemmo
sgorgare a miriadi
coppie di particelle
che velocemente
andarono a popolare
il vuoto dell'universo
che si riempì
di fulgide stelle
Poi
io da qui
non ricordo più
dimmi
ricordi tu?
Sì
io ricordo che
da lì
venni poi a trovarmi
non so come e perchè
ai margini dell'universo
Ero solo solo
anche se
sentivo te in me
e ti vedevo inoltre
al centro
di quello spazio chiuso
che di nuovo
s'era fatto buio
Io ti chiamai
l'anima del mondo
che era poi
l'anima mia
che mi teneva in vita
E' ciò che io ricordo
e tu
che cosa ricordi tu?
Io ricordo
d'essermi trovata lì
dove tu dici
al centro
di uno spazio nebuloso
come una presenza
che si rivolgeva
ad un'altra presenza
lontana
e vicina a un tempo
e che io
chiamai dio
come colui
dal quale solamente
derivava
il mio sentirmi presente
Se però
la mia presenza
e la tua presenza
avessero una forma
non ricordo più
cosa ricordi tu?
Io ricordo che
ogni volta
che giungeva il momento
di un nostro
nuovo appuntamento
noi ci incontravamo
in una veste
sempre più ricca
sempre più armonica
sempre più bella
e che
dal bacio
che noi ci davamo
nascevano forme
sempre più ricche
sempre più armoniche
sempre più belle
proprio così
come noi eravamo
nel momento
in cu ci baciavamo
Forme alle quali
tu e io
io e tu
davamo
di volta in volta
il nome dei viventi
che
nell'universo
si facevano presenti
Ma il ricordo
che ancora mi tocca
fortemente il cuore
è quello
del grande giorno
in cui
l'universo prese luce
dalla luce
di una stella
che brillava
al centro
dell'universo stesso
dove eri tu
come se proprio tu
avessi ritrovato
il tuo primo splendore
che ora dissolveva
la tenebra che t'avvolgeva
E io compresi allora
che era giunto
il momento in cui
tu e io
io e tu
dovevamo
tornare a congiungerci
ma
con il bacio
della nuova aurora
E
con quel bacio è avvenuto
che il mondo
s'è rovesciato
E io
mi son trovato
al centro dell'universo
insieme a te
E tu
ti sei trovata
alla periferia dell'universo
insieme a me
E questo evento
ha fatto sì
che io
sono diventato un uomo
avente però in sè
l'enormità dell'immenso
che va ben oltre il limite
dell'intero universo
e che tu
sei diventata una donna
che umilmente
custodiva in sè
la luce
di quella prima stella
che
illuminava la mia vita
Cosa ancora ricordi
tu
anima mia?
Io ricordo
dio mio
che
quando noi ci baciammo
nelle vesti imane
il nostro bacio
partorì
una nuova progenie che
tu e io
io e tu
chiamammo divina
Progenie nella quale
l'amore diviene
una sola persona
quando
ognuno dei due amanti
ama se stesso
amando l'altro soltanto
E noi
continuiamo a baciarci
così che
dai nostri baci
nascono ancora
nuove coppie di amanti
che imparano a baciarsi
proprio come
noi ci baciamo
nell'amore immenso
che va oltre i limiti
dell'intero universo
là dove
tu e io
io e tu
finalmente ci siamo
uniti nel bacio
che non finisce mai più
Come ben saprai, Seneca sosteneva che:" La consapevolezza è la prima causa della nostra sofferenza." Adesso, se tu non avessi saputo e dopo aver saputo non avessi divulgato codesta notizia, rendendo consapevoli anche noi della possibile mortalità dei nostri atomi, tutti noi vivremmo con una preoccupazione in meno. Ti Sembra carino?
RispondiEliminaE dire che sono sempre stato incerto sul nucleare :-)
RispondiElimina"... i miei atomi di carbonio che, in un tempo incalcolabile -cioè letteralmente non calcolabile- si combineranno ad altri atomi e daranno vita -daranno vita!- a qualche forma che non sarò io ma che sarà fatta anche di me...
RispondiEliminaEcco, è questa l'immortalità!
E non ci potrà mai essere bomba atomica che possa annullarla perchè niente potrà distruggere la materia fino a creare il nulla assoluto...
P.S.
RispondiEliminaIo e Sara abbiamo espresso il nostro parere sul tuo racconto...
@paolo: grazie per questa poesia. Non voglio troppo rifletterci sopra, ma al contrario, dire proprio quello che mi suggerisce nell'immediatezza: é suggestiva e ha una voce leggero/pesante/pensante. Mi piace.
RispondiEliminaSpero che ci siano anche atomi di carbonio dei cani!
RispondiEliminaCristiana
Non preoccuparti, noi blogger siamo immortali ...
RispondiEliminase andrai in giro cantando
RispondiElimina"je suis Marina, immortalité se moi"
io ti accompagnerò e darò legnate in testa a chi ci dirà pazze, ok?
Tez, sempre pronta
@tez: è proprio quello che ho intenzione di fare!
RispondiEliminaBellissimo post...e bellissimo posto. Mi piace. Mi hai dato abbastanza materiale da rifletterci per...un'eternità.
RispondiEliminaEh già, non potendo essere immortali qui, abbiamo pensato bene di inventarci un'eternità da qualche altra parte...il più tardi possibile, ovviamente. Altri, addirittura, hanno pensato perfino alla possibilità di andare e venire, da quell'eternità a questo mondo di breve sofferenza...senza ricordarsi gli sbagli che hanno fatto, altrimenti dovrebbero stare troppo attenti a non rifarli.
C'è solo da sperare in un rimescolamento di atomi che crei da noi un qualcosa di meglio. Meno male che non siamo eterni...guarda che stiamo combinando alla nostra povera Terra..."usa e getta"...la "getteremo"...con noi sopra, però.
Scherzi a parte, credo che non importi l'eternità, quanto l'essere "qui e ora", in piena consapevolezza di quanto siamo unici e irripetibili.E sarebbe bello lasciare dei buoni ricordi di noi, a chi abbiamo incontrato sul sentiero. E anche a chi verrà, dopo di noi.
Un abbraccio.