Questo non comporta in nessun modo per nessuno di voi l'obbligo morale di leggerlo.
Né di esprimersi su di esso una volta letto. Potete tacere e passare oltre.
Ma, se lo leggete e se poi decidete di dire la vostra tenete bene a mente che dovete imperativamente essere giudici severi. E sinceri.
Bando ad ogni affettuosa complicità.
Se c'è un campo in cui il rigore è d'obbligo è lo scrivere. E il leggere.
Tanto, anche in caso di stroncatura, vi voglio bene lo stesso.
Il racconto si intitola "Occupati solo della punteggiatura" ed è coperto da una Licenza Creative Commons. Questo significa che ne va sempre indicato l'autore, che nessuno può sfruttarlo a fini economici e che non può essere modificato in alcun modo. Ma è a disposizione di tutti.
E' scaricabile QUI
Se c'è un campo in cui il rigore è d'obbligo è lo scrivere. E il leggere.
Tanto, anche in caso di stroncatura, vi voglio bene lo stesso.
Il racconto si intitola "Occupati solo della punteggiatura" ed è coperto da una Licenza Creative Commons. Questo significa che ne va sempre indicato l'autore, che nessuno può sfruttarlo a fini economici e che non può essere modificato in alcun modo. Ma è a disposizione di tutti.
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Tu capisci Marina che a quest'ora,devo anche uscire, non posso leggere il tuo racconto.Mi ci voglio dedicare con calma.
RispondiEliminaGià il pensiero che l'hai scritto tu mi emoziona.
Cristiana
tranquilla Cristiana, anche perché è un po' lungo! buona giornata
RispondiEliminaPer il momento l'ho scaricato.
RispondiEliminaOggi me lo porto al lavoro e lo leggo con calma, poi di farò sapere.
Sulla mia sincerità non dubitare.
Io mi chiamo Franca di nome e di fatto, anche se qualche volta mi è costato caro...
@franca: della tua sincerità non dubito. Avere a che fare con te per me è RILASSANTE perché so che dici sempre esattamente quello che pensi. grazie, marina
RispondiEliminame lo leggero pormetto.
RispondiEliminae, se cı rıuscıro, saro sıncera,anche se dubıto che ıl mıo parere possa fregare a qualcuno...
@Saretta: a me interessa
RispondiEliminaPreso!
RispondiEliminaLo leggerò con calma, ma non ho resistito alla tentazione di scorrerlo velocemente. Mi ha ricordato un racconto di Cechov del 1885, "Il punto esclamativo: racconto di natale", e solo per questo ti ringrazio.
Per quel che vale, spero di poter mostrare presto tutta la "cattiveria" di cui sono capace.
Buona domenica
Clotilde
Ti farò sapere al più presto. Intanto l'ho scaricato. Ciao Marina
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaScaricato e letto tra ieri sera e 'sta mattina. Mo ci penso un po'. I pensieri mi vengono a scoppio ritardato...Ciao
RispondiEliminaRilassante...
RispondiEliminaNessuno in vita mia mi ha definito rilassante, anzi!
clotilde, spero di averti ricordato Cechov per il titolo o magari perché c'è uno che si chiama Truss, perché se no mi butto nel biondo fiume per l'imbarazzo!
RispondiEliminaCercando quel racconto ho scoperto che qualcuno mi ha fregato i racconti di Cechov, o la biblioteca se li è ingoiati. Domani me li ricompro, sono troppo curiosa!
ciao e grazie marina
@ franca: per me sei rilassante perché non debbo mai chiedermi: "chissà che cosa voleva dire": so che volevi dire esattamente quello che hai detto.Ah, che sollievo!
RispondiEliminati abbraccio, marina
Ottimo! Lo scarico subito, lo leggerò con calma e ti darò senz'altro il mio parere.
RispondiEliminaSaluti
Marina, "pas de panique". Sono poche pagine che ti posso tirare su con lo scanner e spedirti via mail. La mia è una bella edizione Sansoni del 1966 che comprende anche il teatro.
RispondiEliminaAdesso sto uscendo. Credo di poterlo fare stasera, resisti.
A dopo
Clotilde
Ciao Marina,
RispondiEliminail tuo racconto mi è piaciuto moltissimo!
L'ho letto tutto d'un fiato, al volo, proprio perché mi ha preso alla pancia e al cuore!
Scrivi davvero bene, complimenti!
e hai un tocco originale e ironico che "spacca la pagina"! ( perdonami questa espressione giovanilistica..)
Così su due piedi non ho nulla da contestare, da segnalare, da criticare al racconto.
Mi è piaciuto moltissimo.
Pubblicane altri, dai!
Posso fare una recensione al racconto sul mio Blog ?
ciao a presto
Marco
grazie Marco, il mio racconto è a tua disposizione!
RispondiEliminaciao, marina
grazie Clotilde! fai con comodo :-)
RispondiEliminamarina
Inviato!
RispondiEliminaCiao Marina
Scaricato. Lo leggero' prima possibile.
RispondiEliminaA presto.
L'ho letto tutto d'un fiato.
RispondiEliminaCoinvolgente!
Complimenti
@ Scipione: benvenuto e grazie! se hai un blog dammi l'indirizzo
RispondiEliminaciao, marina
Te lo metto io, il blog di Scipione:
RispondiEliminahttp://blog.scipione.eu/
A proposito... ho scaricato il racconto. Lo leggo nel pomeriggio. Vedo già tante domande (da porti) affacciarsi nella mente...
Come vedo ti ha risposto Artemide_Diana che ringrazio.
RispondiEliminaCiao
Il tuo racconto è un'importante riflessione sul valore della letteratura di cui abbiano apprezzato soprattutto l'essenzialità dello stile - dote tanto rara in un periodo di sfoggio stilistico fine a se stesso - denso di sentimento e contenuto.
RispondiEliminaInteressante l'intersecarsi di due storie parallele.
Emozionante ed estremamente efficace la riflessione sul "doppio" suicidio.
Una curiosità: come mai hai scelto un punto di vista maschile?
Sei stata corrotta anche tu da secoli di letteratura dominati da uomini?
P.S.
Ti segnaliamo una piccola svista (o un nostro errore di comprensione...):
a pag. 5 con quel "Ma Jack non mi fa finire" forse intendevi "Ma Truss non mi fa finire"?
Franca e Sara
Care Franca e Sara: mi scuso, ho corretto il testo appena avvertita da Angela e pensavo di aver messo il link alla versione definitiva! l'errore è proprio quello che avete visto voi.
RispondiEliminaQuanto al punto di vista maschile, mi piace fare esercizi diversi: scrivere come se a narrare fosse un uomo ad esempio. Mi piace mettermi in panni diversi e provare a rendermi credibile. Per me la sfida è allontanarmi, per quanto posso, da me e vedere se so assumere una voce diversa dalla mia. La mia è riservata a testi diversi, ma non sono ancora pronta a renderli pubblici. (In altre e forbite parole:me la faccio sotto ;-))
Vi ringrazio tanto di averlo letto e con tutta la vostra attenzione. vi abbraccio, marina
Il racconto abbraccia vari temi: riflessioni sulla letteratura, sull'amore, sul cinismo di chi "conta" e fa carriera sfruttando i sentimenti altrui. Pertando è complesso e non superficiale. Hai delineato molto bene la figura di Truss, perché l'hai descritto mettendone in luce pochi, significativi gesti, che restano impressi per la loro essenzialità e forza.
RispondiEliminaIl racconto si legge bene anche perché hai scelto un registro confidenziale: parli in prima persona, fingendoti uomo, e usi i toni di chi si confessa, mettendo così in luce emozioni e sentimenti.
Il finale è un inno al vivere seguendo le proprie passioni, che non implicano la ricerca forsennata del potere e della ricchezzza. In breve: il racconto ha uno spessore etico, forse raro da trovare ai nostri giorni.
Bacioni! :)
grazie Romina di averlo letto e del tuo commento.
RispondiEliminalo metto tra quelli che mi incoraggeranno a tirare fuori, un giorno, i miei racconti più personali.
ti abbraccio, marina
Del racconto mi ha colpito la critica dell’artificiosità, dell’inutilità e della presunzione delle grandi costruzioni sistematiche: “sono solo cornici, che qualcuno mette a tutta una serie di atti umani. Cornici fittizie, che qualcuno usa perché fanno comodo.” (p. 6); è per questo che un cinico come Truss eccelle in tale arte.
RispondiEliminaLa tendenza a procedere da principi generali, a erigere grandiose costruzioni speculative, ai quali adeguare, con le buone o con le cattive, la realtà dei fatti non può che infrangersi contro la ricchezza e l’imprevedibilità della vita. Persino la cornice letteratura, l’unica “che non può ingannarti, la sola solida e degna della tua fiducia” (p.8) perché per definizione essa “rende credibile l’incredibile, e ha davanti a sé tutte le possibilità di questo mondo, e non è che ti inganna, no, ma è padrona e signora a casa sua” (p. 10) non è in grado di contenere la storia di Jack: “la punteggiatura non l’ho messa, perché a una cosa così non si sa dove metterla la punteggiatura. Infatti la punteggiatura l’ha messa Jack, quando è salito a quel dodicesimo piano con quella pistola. Quella è l’unica punteggiatura possibile” (p. 8); di questo ci si accorge solo se si è abituati a seguire le regole, e non a “farle”. Non a caso se ne accorge l’unico personaggio “autentico”: il protagonista senza nome del racconto (per questa stessa autenticità, nel “romanzo sperimentale di Jack” senza nome dovrebbe restare Corinna).
L’unica regola che per la sua presunzione Truss non conosce è che ci sono “gambe che portano a spasso la realtà”, che la realtà “passeggia” (p. 11) infischiandosene delle spiegazioni precostituite.
Per questo trovo il finale un po’ spiazzante, è come se tradisse lo spirito antisistematico che permea tutto il racconto adagiandosi un po’ troppo sui luoghi comuni: avrei preferito che un americano avesse un’immagine dell’Italia che non fosse necessariamente quella degli spaghetti, pizza e mandolino (sebbene li si chiami Scuola di Alta Cucina e “Amami Alfredo”, che fa pure tanto "Pretty woman").
Buona domenica, Clotilde
ciao Clotilde, ti ringrazio per aver dedicato tanta attenzione al mio racconto. E soprattutto per la tua osservazione finale. Non mi ero resa conto di essere precipitata con tutte le scarpe in Pretty Woman! Hai perfettamente ragione. (Ma alla scuola di Alta cucina ci tenevo perché la conosco ed è uno schianto!) Penso però che mi cimenterò in un finale diverso, perché il tuo sguardo mi ha illuminata.
RispondiEliminati sono davvero grata e complimenti per il tuo occhio...clinico
ciao, marina
Ciao Marina, ho letto. Ti dico subito che essere “imperativamente un giudice severo” è lontanissimo dal mio modo di essere e di pensare, mi crea un grande disagio e mi fa precipitare in situazioni da cui io assolutamente fuggo, però mi faccio soccorrere da quell’ “uso come reattivi chimici” e diminuisce la mia ansia da prestazione riuscendo forse a fare quattro chiacchiere con te sul tuo racconto.
RispondiEliminaCiò che mi ha colpito è la tristezza. Una malinconia e un’infelicità che s’inanella riga dopo riga, uguale per il protagonista che racconta e per l’autore suicida di cui si pubblica l’opera. Ho “sentito” molto l’atmosfera, ero in quelle stanze, non so perché ma ho attribuito a Truss anche un sigaro, avvertendo con fastidio quel fumo che tu non descrivevi. Non so… potenza dell’ambientazione forse!
Ritorno sulla tristezza. E’ il sentimento che mi ha accompagnato per tutta la lettura, solo in parte riscattato dal finale e dall’ “Amami Alfredo”, finalmente un po’ di gioco e un po’ di luce. In fondo, la luce della Letteratura che, davvero, “mentre fa ombra, illumina”.
Concludo. Evidentemente hai voluto seguire un tuo percorso: la narrazione al maschile, una trama originale, un lessico essenziale. Ho letto, ho riflettuto, ho tratto delle conclusioni. Mi sono espressa, ho scritto, ti dò testimonianza. Sto bene mentre faccio quello che sto facendo. Io dico che è un bel risultato per un racconto. Tu come la pensi?
Baluginando...
@baluginando: sulla tristezza ti dirò che se anche la voce narrante te ne ispira forse non sono riuscita a renderlo come volevo. pensavo piuttosto a qualcuno abituato a subire ma le cui giornate fossero riscattate dalla luce della letteratura e dall'amore per susan. Sempre all'interno di una personalità timida e insicura. Qualcuno che neanche osa sperare nella felicità, ma non triste, quanto piuttosto con il senso dei suoi limiti. Forse ci devo lavorare meglio. In effetti la luce che manca dipende dal fatto che ho scelto esistenze normali, figure di tutti i giorni, quelle che si perdono tra le altre ma che hanno dalla loro una passione "interna" nascosta, che non ispira gesti eclatanti.
RispondiEliminaSe pensi che il risultato è buono sono contenta. Io considero il racconto un po' in fieri, mi è stato utile sentire le diverse impressioni e ci tornerò su.
grazie di averlo letto e di averci riflettuto. Scusami per la tristezza...
marina
Ciao Marina,
RispondiEliminaho atteso il tempo di poterlo leggere con calma, e finalmente stamattina è arrivato. Anche se l’ho letto comunque di corsa poiché dovevo tenere a bada il timore che il racconto non fosse all’altezza dei tuoi post che adoro. Ora me lo posso riassaporare tranquilla, ma prima voglio solo dirti che ne aspetto altri. Grazie!
marilde