"Perché è così difficile scrivere con semplicità? -si chiedeva Katherine Mansfield. -E non solo con semplicità, ma "sottovoce", se capite cosa intendo dire.
È così che vorrei scrivere. Nessuna ricerca di effetti, nessuna bravura, ma la nuda verità, come soltanto un bugiardo può dirla."
Il bugiardo, quello vero, non infiocchetta la sua bugia. Si attiene alla verità della sua menzogna, semplicemente.
Imparare a scrivere come un vero bugiardo: traguardo difficilissimo.
Quando rifletto alla fatica che costa una pagina "sottovoce", rispetto ad una pagina "di bravura", mi viene in mente Raffaele La Capria e il suo "Lo stile dell'anatra".
L'anatra scivola sull'acqua. Noi la guardiamo e ne riceviamo una impressione di leggerezza, facilità, scioltezza. Sembra che le acque la portino e che l'anatra si limiti a guardarsi intorno, come dietro il finestrino di un guscio di barca che va.
Ma sotto il pelo dell'acqua, tumultuosamente, le zampette palmate dell'anatra si agitano. L'anatra fatica senza cessa per avanzare nell'acqua, ma la sua fatica non incrina la sua compostezza e nemmeno la superficie dell'acqua.
Su certe pagine una penna d' anatra è scivolata. E ti viene da dire: Come è semplice e pulita e lineare questa pagina! Scrivere così dev'essere facile come un respiro senza affanno!
E ti viene da pensare che così chiunque -e quindi anche tu- potresti scrivere.
Ma, se provi, scopri che ci vuole una fatica incessante per realizzare lo stile dell'anatra.
Forse è per invidia della semplicità che le anatre vengono abbattute.
Perché i cacciatori -aspiranti scrittori o meno- vorrebbero catturare quello scivolare leggero.
Dei cacciatori ho sempre pensato tutto il male possibile. E, fra le cose che penso da sempre, c'è anche il sospetto che siano spinti dall'invidia verso l'animale che cacciano. Il volo, la velocità, la bellezza, la libertà, la forza, la destrezza, la grazia, sono le loro doti a rendere prede le prede del cacciatore. Che è preda a sua volta di se stesso, della sua cecità, della sua ferocia e, peggio, della sua indifferenza.
Quando si tratta dell'anatra, è del suo stile che il cacciatore è invidioso? La uccide perché vorrebbe avanzare nella vita così, scivolando leggero? La uccide per un abbaglio?
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Interessante, e poetico. Ma a gusto e a pelle le scritture 'piane' (penso a Calvino) non mi entrano dentro. Certo, se poi parliamo di Hemngway, è tutta un'altra storia. La sua scrittura non è leggera ed elegante. E' scabra. Come fosse scavata col dolore. Ecco: più della leggerezza, quello che colpisce di una scrittura è il dolore che mi comunica. Nella scrittura, il dolore è il sentimento più vicino alla felicità che io conosca.
RispondiEliminaV
I cacciatori, secondo me, sono spinti dal senso di potere derivante dalla possibilità di disporre della vita di altri esseri viventi...
RispondiEliminaSono d'accordo, chi caccia ha solo invidia degli animali, noi che siamo contro, tanta ammirazione ed il gusto di guardarli e seguirli con gli occhi. Ciao, Giulia
RispondiEliminaVale, non mi posso fermare a dibattere con te di scrittura, mi piacerebbe tanto! Lo facciamo un'altra volta, eh? ciao, marina
RispondiEliminaPer un abbaglio o per invidia. Mi hai fatto venire in mente lo stile di Andrea Vitali, uno scrittore che ho scoperto da poco, o colui al quale è stato spesso avvicinato, Piero Chiara. O il Camilleri extra-Montalbano. Consiglio a tutti "La Scomparsa Di Patò" o "La Concessione del Telefono" di Camilleri: apparentemente lievi come l'anatra a pelo d'acqua, ma sotto le zampine lavorano, eccome.
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RispondiEliminaSara' che sono fiorentina e cresciuta nel rigore del Rinascimento, ma a me piace la scrittura semplice e lineare. Lo stile barocco puo' essere molto bello se l'artista e' bravo altrimenti diventa facilmente troppo carico e stucchevole.
RispondiEliminaInteressante l'idea dell'invidia del cacciatore.
@Finazio: secondo me La concessione del telefono è il libro migliore di Camilleri.
RispondiEliminaE Andrea Vitali è uno scrittore godibilissimo.
marina