Una è una stufetta a petrolio del 1900, perfettamente funzionante, ma, ovviamente, mai in funzione. L'ho acquistata a Teheràn più di trenta anni fa'. Ce n'era una uguale in molte botteghe del bazar. In genere sopra c'era un bollitore di smalto con l'acqua per il tè. Secondo me è bellissima.
L'altro è l'attrezzo degli sciuscià di Istambul. Anche questo lo acquistai negli stessi anni. Me lo vendette un vecchietto che stava facendosene con le sue mani uno nuovo e considerava questo troppo mal ridotto. Nelle bottigliette ci sono ancora, ormai secchi, i vecchi lucidi da scarpe e nei cassettini le spazzolette ormai rigide come baccalà.
Ma, sempre secondo me, è bellissimo.
sono quelli che, dalle mie parti chiamano ciapa-puer (racogli polvere) ma che anch'io ritengo irrinunciabili. ne ho piena la casa!
RispondiEliminaoggi però, con mio dispiacere, ho rotto una brocca vagamente orientaleggiante di ceramica bianca e blu di di albissola, mio zio nino la detestava, a mia zia rita era cara perchè dono di una delle innumerevoli classi dale portate alla maturità. come si è infranta a terra si è materializzato lo zio che col suo solito sorriso beffardo, tipico della famiglia mi diceva soddisfatto:- a sìè rut!- frase con cui immancabilmente sanciva la fine di un ciapa-puer!
Istambul!!!
RispondiEliminamagari ci andrò io!!! bah.... mi piace di più il primo però!
un abbraccio.
Sara
E' vero, sono bellissimi, anche perchè vissuti davvero. Quanti piedi, quante mani, quante vite si saranno incrociate attorno a quegli oggetti... Da brividi.
RispondiEliminaSono davvero molto belli... Giulia
RispondiEliminaOpto per la stufetta...
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