Cronaca di una giornata a ridosso dell'8 marzo.
Salgo sull'autobus. Mentre timbro il biglietto mi vanno gli occhi su una giovane donna con grandi occhiali neri. Grandi, ma non abbastanza da coprire un livido violaceo che le scende fino alla guancia. Speriamo che sia caduta, penso, che abbia sbattuto contro la porta del frigo o contro un cartello della fermata. Ma qualche cosa nel modo in cui ostinatamente guarda fisso davanti a sé, mi dice che no, non è caduta e non ha sbattuto contro il cartello dell'autobus. Il corpo è rigido, sta stretta nelle spalle, come ritirata dentro se stessa. Sento una rabbia feroce montarmi dentro. Con chi posso prendermela? Mi guardo intorno inutilmente. Poi tento di ragionare con calma. Magari ha avuto un incidente di auto, nessuno l'ha picchiata. E se pure, chi ti dice che sia stato un uomo?
Ma mi sento ribollire lo stesso. Quando scendo, alla penultima fermata, lei è ancora nella stessa posizione: la sinistra stringe la tracolla della borsa, la destra tiene con forza il sostegno. Lo sguardo è fisso fuori dell'autobus. La libreria dove devo fare acquisti è ancora chiusa e così faccio a piedi l'ultimo tratto di strada e passo accanto al capolinea. La giovane donna è ferma accanto all'edicola con un'altra ragazza. Parla animatamente, poi solleva rapidamente gli occhiali e le mostra il viso, che subito torna a coprire. L'altra ha un sussulto ed esclama qualche cosa che non sento. Ha gli occhi spalancati e si avvicina di più all'amica. La ragazza con gli occhiali fa segno di no con la testa, più volte, mentre l'amica parla e parla...Passo alle loro spalle e intanto mormoro tutte le parolacce che conosco, maledico a destra e a manca, porco questo e porco quello...
Al ritorno salgo sull'autobus allo stesso capolinea.
C'è un posto libero e mi siedo. Di fronte a me è seduto un ragazzetto sui quindici anni con in braccio una coetanea. Scrivono e leggono sms sui loro telefonini e ridono. Ritta accanto a me una ragazza alta, in jeans e giaccone bianco. Mi accorgo che è molto incinta e mi alzo per cederle il posto. No, signora, stia! rifiuta sorridendo. Insisto. Poi mi sovvengo dei due ridacchianti e bruscamente gli intimo: Fate sedere la signora! Mi guardano ottusi e neanche replicano, tornando a chinarsi sui loro telefonini. La giovane incinta mi fa: Lasci stare, non importa. Ma sono in giornata "no spinto" e allora mi chino verso i due e con il più deciso e minaccioso dei toni sibilo: In-pie-di! Si alzano, urtandomi a bella posta e la ragazzina mi lancia un cortese: Ma va a ffa 'nculo! Ridono. E che è storpia? fa lui. Lo storpio sei tu, gli dico, ormai invelenita. Sei storpio qui e qui e mi indico la testa e il petto. Spingono un po' di passeggeri e scendono alla prima fermata, seguiti da un coro di "maleducati!" Mi fanno gestacci da sotto l'autobus. Rispondo con una smorfia irridente. Solo per un soprassalto di dignità non gli faccio il gesto dell'ombrello.
Mentre salgo le scale di casa mi chiedo se, con un atteggiamento più positivo verso la giornata, le cose sarebbero andate meglio. Avrei pensate e dette meno parolacce, avrei forse fatto un sorriso alla giovane picchiata, avrei trovato magari un approccio educativo verso i due stolidi ragazzetti. Ma la giornata è talmente "no spinto" che mi rispondo: e allora? Chi se ne frega!"
Come dite a Roma?
RispondiElimina"Quanno ce vò, ce vò!"
Secondo me, hai fatto benissimo ad intervenire, anzi dovremmo farlo tutti più spesso, ci vorrebbe proprio un'opera di rieducazione radicale: si potrebbe partire da queste piccole-grandi cose.
RispondiEliminaHai fatto benissimo, hai semplicemente dato fiato all'indignazione, un sentimento che non pratica più nessuno.
RispondiEliminacara marina un invito per te e se mi posso permettere esteso a tutte le tue amiche bloggers a dare un'occhiata al blog 99 colombe
RispondiEliminahttp://99colombe.blogspot.com/
partecipando con la propria creatività culinaria o di qualsiasi altro tipo a un'iniziativa di sostegno e diffusione dei prodotti Sorelle Nurzia che stanno reggendo con difficoltà essendo nel martoriato territorio dell'Aquila,
il mio post:
http://papaverodicampo.blogspot.com/2010/03/spicca-il-volo-il-blog-99-colombe-haiku.html
grazie a te! e chi vorrà aderire potrà farsi sostenitore cliccando sul relativo bannerino nel blog stesso 99 colombe, si mira a raggiungere almeno 99 adesioni ed oltre ancora certo!
per pubblicare tutt'insieme ciascuno sul suo blog una ricetta con uno dei prodotti della produzione dolciaria Nurzia il 6 d'aprile il giorno del terremoto in Abruzzo l'anno scorso.
colgo quest'opportunità per pubblicizzare il progetto,
ti ringrazio molto!
laura
lo dovevi fare il gestyo dell'ombrello !
RispondiElimina...gente davvero di classe che vanno crescendo
RispondiElimina@papavero: vado subito a vedere
RispondiEliminaciao marina, sono con te e il tuo imperativo: In-pie-di! mi piace da morire, Andando in autobus, conosco bene questi incontri e tu mi sei piaciuta.
RispondiEliminaciao simona
Ottimo Marina. Quella di sgridare sti 'piccoli-maleducati crescono'-dovrebbe essere una missione.
RispondiEliminaCi prendiamo dei vaffa,ma chi se ne frega!
Cristiana
Hai fatto ultra-bene. Grande Marina.
RispondiEliminaHai fatto bene anche se mi dispiace per l'incazzatura che ti sei presa.
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