C'è colpa nell'ingannare chi ci chiede di essere ingannato?
Nel dare agli altri il profilo che vogliono vedere di noi?
E' così sottile la parete divisoria tra il pianto e il riso che basta un clic per presentare al mondo la nostra voce più energica e, se richiesto, la più gioconda. Ma non perciò la maschera diventa realtà. Non che Marguerite Yourcenar non dicesse il vero (la maschera diventa il volto, scrisse) ma questo è vero per un costante continuo autorappresentarsi diversi da sé, non per i piccoli flash accesi sul nostro sorriso spavaldo, il tempo di un incontro o di una telefonata.
La maschera, in questo caso, è solo un crinale sottile esposto ad ogni urto fugace; un cartongesso, un compensato, un lembo di mussola, un foglio di carta velina...
Al di qua, dimoriamo: noi.
Ma abbiamo imparato l'arte di modellare il nostro viso, muscolo per muscolo, e lo offriamo al mondo come nostro personale contributo alla sua ipocrisia.
A volte le mschere sono necessarie.
RispondiEliminaPer non far soffrire chi ci sta vicino. Anche.
Le ultime tre righe sono ssacrosante parole!
RispondiEliminaPerò...l'ipocrisia che brutte sembianze ha..
Ma se non la scegli ti prendono per folle, io lo so.
"Persona" in latino significa maschera. La persona che io faccio vedere agli altri è spesso altro rispetto a ciò che sento dentro di me, ma questo a volte è necessario per non essere feriti da coloro che non rispettano la nostra verità vera. L'importante è che io sia sempre consapevole che sto indossando una maschera e che la mia identità vera è diversa.
RispondiEliminaChi ci vuole vedere diversi da come siamo realmente e quindi non rispetta la nostra autenticità DEVE essere ingannato perchè può solo farci del male. Infatti proietta su di noi la propria immagine di noi, spesso senza rendersi minimamente conto che è falsa, come se noi fossimo un telo bianco su cui proietta il SUO film.
Giorgio
Non so se è una idea balzana, ma questo scoprire di essere complessi non mi spaventa : possiamo (dobbiamo, forse) assumere "parti" diverse nella vita , ce lo impone il copione delle commedie che interpretiamo...
RispondiEliminaUn saluto
Concordo con il commento di Giorgio, realistico e utile.In modo particolare, a mio parere occorre sempre tenere presenti queste parole:
RispondiEliminachi ci vuole vedere diversi da come siamo realmente e quindi non rispetta la nostra autenticità DEVE essere ingannato perchè può solo farci del male.
A volte è necessario recitare, nonostante il disgusto che proviamo per quella che viviamo come una dura costrizione.
A mio parere probabilmente sì, c'e' colpa nell'ingannare chi vuol essere ingannato perche' e' sempre preferibile percorrere una strada che consenta all'altro di toccare la realta' - aiutarlo cioe' a vedere con chiarezza piuttosto che alimentare una immagine distorta.
RispondiEliminaMa questo e' vero quando e' possibile: se non lo e', se l'altro continua a non vederci e a non sentirci allora forse e' meglio allontanarsi, trovare una distanza perlomeno interna piuttosto che alimentare un rapporto falso e falsificante.
Grazie per le tue riflessioni...
:-)
Sono convinto che la verità sia sopravvalutata...
RispondiEliminaAnche la realtà è una costruzione sociale, come ruolo identità ed altre quinsquilie e pinzellacchere varie ...
RispondiEliminasono d'accordo con amatamari, alimentare rapporti che potrebbero essere distruttivi della propria personalità non è produttivo, se non di false verità. è preferibile che ci si discosti dalla verità il meno possibile, poi se proprio è necessario, una concessione all'inganno la si può anche fare... ma non di più.
RispondiEliminabacio
c'è una profonda differenza tra ciò che ci viene chiesto e tra ciò che diamo in termini di sostanza e immagine. Toglierei la colpa e lascerei una corresponsabilità. E' un terreno difficile dove si scende nell'essere "come tu mi vuoi". Se la dignità è salva il resto è un equilibrio tra ciò che ci viene chiesto e ciò che siamo disposti a dare. E' un bel tema Marina
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RispondiElimina@ willy: questa domanda mi ritorna in diversi momenti della mia vita. anche io penso che sia una questione di equilibrio ma l'equilibrio è instabile...
RispondiEliminavedo che ognuno affronta il tema da uno dei due versanti, ed è così che sempre mi si presenta e non ne esco ancora :-))
un haiku con le tue stesse parole, parole molto evocative:
RispondiEliminacarta velina
un lembo di mussola
la mia maschera