Gli occultatori, io li chiamo così, sono quelle persone che non sanno o non possono o non vogliono sottrarsi alla tentazione di nascondere pezzi sgradevoli della realtà, anche se sono evidenti, plateali, sotto gli occhi di tutti.
Gli occultatori, si badi bene, non hanno niente in comune con i bugiardi, tipi umani molto più semplici e concreti.
Gli occultatori sono gente con una fede incrollabile, la sicurezza cioè che, se sistematicamente negata, la realtà sgradita esiterà, vacillerà e infine si sfalderà, per ricostituirsi poi in una forma più accettabile, addirittura opposta alla sua stessa natura: diventerà cioè un'altra realtà.
Ammetterete che per credere di riuscire a trasformare la realtà semplicemente negandola ci vuole una buona dose di ingenua, addirittura infantile, fiducia.
Quelli che io chiamo occultatori semplici conducono questa operazione solo nei confronti di se stessi. Sono coloro che si raccontano piccole o grandi storie con cui mascherano, mistificano, edulcorano fatti, situazioni, condizioni della propria vita che tutti, ma proprio tutti riescono a vedere perfettamente bene. La donna o l'uomo traditi sotto i loro stessi occhi e convinti di vivere un perfetto, sereno rapporto di coppia potrebbero rappresentare, abbastanza bene, la categoria degli occultatori semplici. Meglio ancora li rappresenta la donna che parla severamente degli uomini delle sue amiche tralasciando di portare alla sua coscienza il modo indegno con cui il suo uomo si comporta con lei. Gli occultatori semplici si fingono felici con se stessi e con gli altri perché non sopportano di doversi dire che non lo sono. Tutti noi ne incontriamo nella nostra vita e, ammettiamolo, sono irritanti. Malgrado la pena che possono suscitare in me io trovo la conversazione intima con un occultatore piuttosto fastidiosa. Essa è fatta di fumo e a discutere di fumo mi annoio e spesso mi irrito. In fondo mi si sta chiedendo di avallare una perfetta non-realtà e si manca anche di rispetto alla mia intelligenza delle cose. Ma, ciononostante, non combatto mai il desiderio dell'occultatore semplice di restare al buio, di nascondere l'aspra realtà: immagino che non abbia abbastanza coraggio o forza per riconoscerla nella sua secca nudità. Il mio sentimento nei suoi confronti è compassionevole, intuisco la sua vulnerabilità e mi taccio. Anche quando mi dicono: ma tu che cosa pensi? Dimmi la verità. E i loro occhi mi implorano: NON mi dire la verità. Nessuno ama che la verità gli venga servita su un vassoio. E, comunque, alla propria verità si deve arrivare con il proprio passo e personalmente. Diciamo che si può ogni tanto gettare lì un amo perché l'occultatore, se vuole, lo afferri con i suoi fragili denti e se ne serva per spezzare la rete di bugie in cui si è volontariamente avvoltolato.
Quelli che invece davvero mi stanno sulle palle sono gli occultatori composti. E, da sempre, io sto sulle palle a loro.
L'occultatore composto conosce la realtà, essa è ben presente ai suoi occhi e non gli importa che la sua ricostruzione fasulla non venga creduta. Quello che conta per lui o per lei è che la realtà si taccia. Che un'altra realtà si affermi e venga dichiarata vera. L'occultatore composto vuole fare degli altri i suoi complici, vuole che mentano assieme a lui. Per questo lo chiamo composto, perché alla sua personale menzogna (che peraltro riconosce perfettamente come tale) vuole aggiungere la mia. Egli ti guarda negli occhi e sorridente ti dice: beh, mi sembra che la riunione sia andata bene; oppure, che la squadra abbia giocato bene; oppure ancora: che le cose nel paese vadano a gonfie vele. (Gli esempi presi non coprono la grande varietà di campi in cui gli occultatori composti possono intervenire con le loro contro-verità ). E intanto con lo sguardo ti sfida. Avanti smentiscimi, fai un passo, nega questa contro-verità. Ne hai il coraggio? E la sua contro-verità la proclama ad alta voce, con sicurezza, e la ripete nel silenzio altrui, certo che, ripetendola a voce alta, essa soppianterà la pura realtà fattuale. E per lo più ci riesce.
Ci riesce perché ti coglie di sorpresa, e, quanto più la sua affermazione è manifestamente sovvertitrice della realtà fattuale, tanto più riduce gli altri, attoniti e imbarazzati, al silenzio. Trasecolano, ma tra sé e sé.
Gli occultatori composti ed io abbiamo sempre fatto scintille. Io appartengo fin da piccolissima alla categoria de "il re è nudo". Cosa che gli adulti intorno a me non sopportavano e che mi ha procurato, sin da piccolissima, l'epiteto di "cattiva". "Cattiva" non significava affatto tutte le solite cose che si attribuiscono ad un bambino per qualificarlo così: disobbedienze varie, piccoli imbrogli, sottrazioni ai propri piccoli doveri ecc. Ma quando mai! Io avevo, e purtroppo ho, un super-io ipertrofico. Il cuore di quel "cattiva" era il fatto che sentivo il bisogno, irrefrenabile, di ristabilire, in chiaro, le realtà che, intorno a me, i grandi si affannavano a mascherare e che, con la straordinaria intelligenza che hanno tutti i bambini, io riconoscevo perfettamente. E non mi piegavo alle loro menzogne che mi offendevano. E, se mio padre sorrideva appena e lasciava cadere, mia madre diventava irosa. Fu lei a fissarmi nel ruolo di "cattiva". A sua giustificazione c'è la mentalità del tempo: i bambini non dovevano sapere e, se intuivano, dovevano fingere.
Ma io ero la "figlia di mezzo" e, stretta tra la noncuranza dell'uno e l'antipatia dell'altra, non avevo altra sponda che la mia intelligenza. Non avrei permesso che vi attentassero; potevano dirmi "cattiva" quanto volevano: non mi avrebbero messa a tacere.
Quelli come me, quelli che proclamano che "il re è nudo" talvolta sono portati in trionfo, come nella favola, ma più spesso sono mal tollerati.
Gli occultatori di professione li odiano per ovvi motivi; ma li odiano anche gli altri, quelli che tacciono e fingono di credere al fulgore dell'abito del re. Confesso che anche per me non è facile oppormi ad un occultatore composto; non riesco quasi mai, sui due piedi, a dire: ma che cazzo vai dicendo? Vengo sempre colta di sorpresa, sopraffatta dall'enormità della falsità dell'affermazione dell'occultatore composto; ma sempre -sempre- ripresami, torno su quell'affermazione e la rettifico. Certo, con il passare degli anni, sono diventata più cauta, forse anche più pavida. Ma trovo sempre il guizzo, quella piccola quota di rispetto per me stessa, che mi induce a riprendere il discorso e a dire semplicemente: no, la riunione NON è andata bene, la squadra NON ha giocato bene, e le cose, nel paese, NON vanno a gonfie vele.
Questi piccoli esempi, nella loro banalità, coprono il fatto che gli occultatori composti possono fare un grande male; nella sfera collettiva ed in quella privata. Sono pericolosi: io sollecito ognuno di noi ad opporsi, sempre, alle loro contro-verità. Facciamo in modo che queste non diventino, mai, senso comune delle cose, e che gli occultatori non trasformino le loro menzogne in verità.
@ marina, ma affermando che esiste una verità non starai mica occultandoti qualcosa ? ;-)
RispondiEliminamarina, credo che bip non ami proprio questo riferimento. come sai anch'io sono stata folgorata da questo libro e appena ho potuto l'ho esibito: quando uscì la famosissima lettera di Veronica Lario... e bip mi ha cazziato!
RispondiEliminaciao, simona
@lodolite: non lo ricordavo ma mi colpisce; intendi dire che odia quella favola?
RispondiElimina@bip:occhio alla distinzione tra realtà fattuale e verità.
Neanche Hume si spinse a negare i fatti...
per intenderci: stai, in quanto uomo di sinistra, sovvertendo le istituzioni democratiche per capovolgere il verdetto delle urne? eppure viene affermato senza scandalo e creduto...
meglio chiedere a bip....
RispondiEliminaciao simona
@marina: no io credo che qualcuno stia usando il verdetto delle urne per sovvertire le istituzioni democratiche, ma ciò attiene l'ambito dei fatti non quello ben più opinabile delle verità ;-)
RispondiElimina@bip: era proprio l'ambito cui mi riferivo, brutto comunista! :-)
RispondiEliminamarina
@marina: e tu chiamali fatti che se dici verità mi fai venire in mente i preti, e tu sai cosa ci voglio fare con le budella dell'ultimo prete ;-)
RispondiEliminaciao bip: ho evitato di mettere la parola verità dove ho potuto, ma c'era passaggi in cui non era sostituibile. pardon :-) marina
RispondiEliminaPS sei consapevole, vero, che quello che per te è un FATTO per qualche milione di nostri connazionali è una menzogna?
se loro credono a babbo natale cosa posso farci ?
RispondiEliminaIo appartengo fin da piccolissima alla categoria de "il re è nudo". Cosa che gli adulti intorno a me non sopportavano e che mi ha procurato, sin da piccolissima, l'epiteto di "cattiva"
RispondiEliminaAnch'io appartengo alla medesima categoria, e spesso mi sono sentita definire "pessimista". Pessimista perché guardo la realtà in faccia, senza raccontarmi storie inutili e controproducenti.
Ormai non mi metto neppure a perdere tempo con chi fa commenti tanto sciocchi.
A me, bambina- e poi adulta- con il gusto della verità del "il re è nudo", gusto omologato e spesso sovrapposto alla necessità d'essere creduta, è toccato per lo più il ruolo della cattiva & polemica o/e della cinica & crudele.
RispondiEliminaCerto, ho imparato anch'io a dire sì agli adulti bisognosi di frottole, solo pensavo quant'erano fessi a credere ch'io non vedessi...
Le mie migliori rivincite sulle frottole degli adulti sono stati i momenti in cui ho sventolato il lenzuolo della realtà, magari rispolverando storie sepolte di decenni prima, tra lo stupore di quanti non immaginavano la mia memoria di elefante.
Si vede che c'ho un'incazzatura infantile ancora latente?
Ciao, Marinella, sai che ti dico?freghiamocene e smakkete!
Basterebbe rivedersi il film Wag the Dog, quello con Dustin Hoffman e Robert De Niro [in italiano: Sesso e potere].
RispondiEliminaPare fantapolitica; a mio avviso, ma non lo è.
Baci tanti a te, Marina
Jacqueline