Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io
fossimo presi per incantamento,
e messi in un vasel ch’ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio,
sì che fortuna od altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento,
di stare insieme crescesse ’l disio.
E monna Vanna e monna Lagia poi
con quella ch’è sul numer de le trenta
con noi ponesse il buono incantatore:
e quivi ragionar sempre d’amore,
e ciascuna di lor fosse contenta,
sì come i’ credo che saremmo noi.
Ecco qui il Padre Dante che sogna una piccola crociera tra amici. Tre coppie, discorrere d'amore, e ciascuno contento.
E' lecito sognare ma posso testimoniare che tre coppie su di un vasel possono creare molte turbolenze.
Ma l' Alighieri sognava e viaggiava anche in grande. La Divina Commedia è l'itinerario turistico più ambizioso che sia mai stato progettato. Altro che "Avventure nel mondo" et similia! Basti pensare alla guida: quale viaggiatore oggi può permettersi un Virgilio?
In quegli anni andava in vacanza anche il Boccaccio, villa in collina anche per lui e i suoi amici. E' vero, fuggivano dalla peste. Ma non avete qualche volta anche voi la sensazione di dover fuggire dalla peste? Traffico, rumori, inquinamento, ressa, tutti contro tutti...
mamma mai, Marina, che mi hai ricordato!
RispondiEliminaSai che fin dalla primissima volta in cui lessi questi versi mi sono sempre sentita sulle onde di un meraviglioso mare d'acqua musicale?
E che quel:
"Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io
fossimo presi per incantamento,
e messi in un vasel ch’ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio"
mi suggerisce sempre un'idea sognante, un ritmo di culla acquatica, di totale abbandono amoroso alle onde inteso in senso pieno, non esclusivamente sensuale cioè ma come abbandono alla vita e al suo incantato e misterioso fluire.
Grazie, bellezza, per questo.
Bacioni.