Gli oggetti esistono e parlano. Vivono e muoiono. Vorrei che li disprezzassimo meno, che li noncurassimo meno. Parlo per me.
Non è la foto che nobilita l'oggetto ripreso. Che gli dà senso e vita. L'oggetto ce l'ha di suo.
Non dubito che la tovaglia a girasoli si sentisse triste la mattina della mia partenza assieme ai canovacci multicolori. Si tenevano aggrappati al filo e aspettavano il loro destino di reclusione.
Dodici mesi senza l'aria vivificante, senza il contatto con le mani frettolose e vivaci, senza il bagno nell'acqua schiumeggiante. Dodici mesi nel cassetto dell'armadio senza neanche un'ultima stiratura affettuosa! Vi chiedo pubblicamente scusa, andavo di fretta.
Oh parbleau!
RispondiEliminaCosì si conservano sempre come nuovi!
:-)
che tenerezza marina...Sei stata tu a riportarli all'aria per fargli rivivere la breve stagione, e sempre tu a riporli nel cassetto. Anche senza la "affettuosa stiratura" la tua attenzione è arrivata, ne sono sicura. un bacio
RispondiEliminaConcordo con "arnicamontana"...
RispondiEliminaIo adoro come scrivi.
RispondiEliminaSempre.
ciao sono pierangela, grazie di avere visitato i miei blogs
RispondiEliminale mie tovaglie dopo aver letto il tuo post mi hanno detto: Hai visto, lei si preoccupa, tu invece non ci stiri mai, ci pieghi frettolosamente e neanche ci parli!!!!
RispondiEliminamarina, tu come pieghi queste creature? a metà e ancora a metà, spezzando il disegno o in tre e ancora in tre, cosicchè, quando si distendono nuovamente le creature, al centro appare una cornice senza pieghe e i disegni non vengono disturbati...? s.
RispondiEliminacomunicazione ufficiale: io piego tutto in tre. Liscio bene con le mani, soprattutto agli angoli, e di nuovo piego in tre. Qualunque altro modo mi sembrerebbe irrispettoso. Ma non so stirare, lo faccio malvolentieri e, di conseguenza, male. marina
RispondiEliminagrazie, ci contavo! s.
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