Con Paul Morand, diplomatico, scrittore, grande viaggiatore, passiamo a parlare della vacanza non stanziale, cioè del viaggio.
Premetto che la nostra civiltà egli la chiama “la civiltà della carovana”.
Uno spirito elitario come il suo non poteva che detestare l’approdo delle masse al viaggio. E’ certo che avrebbe preferito che la democrazia e il progresso non si spingessero a tanto!
Ecco che cosa scriveva negli anni '50.
"Il viaggio fu, all'inizio, collettivo: migrazioni, guerre, pellegrinaggi, crociate, esodi, deportazioni, ecc... Eccolo ritornare alle origini, lo spostamento in massa."
"Non ci sono che viaggiatori; i sedentari sono diventati degli originali. Tutti gli uomini sono in marcia".
"Viviamo in un mondo senza punti d'appoggio"..."l'habitat perde i suoi abitanti."
"Non ci sono che viaggiatori; i sedentari sono diventati degli originali. Tutti gli uomini sono in marcia".
"Viviamo in un mondo senza punti d'appoggio"..."l'habitat perde i suoi abitanti."
Nei prossimi post sarà ancora Paul Morand a parlarci del viaggio, con atteggiamento multiforme.
Quello che mi piace delle sue riflessioni è proprio la varietà e lo spirito dissacratore: si possono condividere o no ma la loro sapidità si impone.
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RispondiEliminaCara Marina
RispondiEliminasu questa terra siamo tutti viaggiatori....
Un grosso bacio
Ornella