Sono portatrice di gèni assetati di libertà. Mi sono stati trasmessi da un padre che la sua libertà l’ha usata tutta. Ma poiché la vita di una donna è quella che è, i miei gèni libertari li ho dovuti mettere a cuccia. Per carità, a confronto con molte altre vite di molte altre donne la mia vita non ha subito particolari costrizioni. A parte naturalmente quelle che io stessa le ho inflitto.
Ma se un bicchiere d’acqua basti o no alla nostra sete dipende solo dalla nostra sete. Avendo ereditato la sete di mio padre mi sarei dovuta dissetare al Salto Angel in Venezuela. In Venezuela ci sono stata e proprio con mio padre, ma al Salto Angel non mi ci ha portata. Immagino che ci fosse già stato.
Con il passare degli anni ho sempre più precisamente identificato il campo del pieno affermarsi della mia libertà. Non è vasto eppure è smisurato. Questo campo è quello della mia vita privata. Guai a intralciarmi nei momenti di accudimento della mia vita privata. Se sono a colloquio con me stessa non accetto interferenze. Purtoppo “la vita familiare è un’interferenza nella vita privata”. Lo disse Karl Kraus. Se vi sembra un paradosso i vostri gèni libertari sono fiacchi.
Karl Kraus “Detti e contraddetti”
Adelphi Editore
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