giovedì 28 giugno 2007

postcomitato

I postcomitato sono la mia pena. Da ogni comitato si esce con qualche nuovo amica/o. Io ho una forte affettività. Se incontro persone che mi piacciono, il passaggio a voler loro bene è garantito. Ma. C’è un ma. I miei ritmi di socialità sono molto intervallati e quelli di convivialita non misurabili in tempi umani.
Un comitato elettorale prevede purtroppo molte future cene. Io odio andare a cena fuori. Già un pranzo mi turba ma una cena mi destabilizza.
Invitatemi a cena fuori e vi farete una nemica. Spostate a sabato la cena programmata per mercoledì perché vi ho detto che mercoledì ho un impegno e sabato inventerò una nuova scusa e se vi intestardirete ne ho già pronta una per giovedì prossimo e cosi via. Non potrete mai vincere con me a questo gioco. La mia fantasia è inesauribile.
Il fatto è che io cerco di salvare la mia pelle, poiché vivo un invito a cena come uno dei peggiori attentati alla mia serenità e al mio equilibrio psichico e quando ci si batte per la propria sopravvivenza si diventa spaventosamente determinati.
Io divido gli esseri umani in quelli che mi prendono come sono e quelli che mi vogliono far adattare alle loro abitudini di vita. I secondi posso anche amarli ma me ne terrò alla larga. Io credo molto al “vivi e lascia vivere” uno dei motti più citati e meno applicati. Io invece non lo cito mai (concedetemi questa piccola eccezione) ma lo applico sempre e mi aspetto che chi si considera mio amico lo applichi nei miei confronti. Se questo non accade io mi sottrarrò. Conserverò il mio affetto all’inadempiente, ma non mi vedrà più.
La radicalità di questa posizione viene molto criticata in famiglia.
C’è il rischio che, insistendo, i familiari stessi vengano da me ostracizzati.

7 commenti:

  1. Anch'io, come te, detesto le cene fuori. Potremmo andare a cena fuori per discuterne.

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  2. Brava, grande, condivido, condividooooo! Sottoscrivoooo!

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  3. @finazio: buona idea, tu a casa tua e io a casa mia e riflettiamo

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  4. Al ritorno da una di " quelle cene elettorali" commentammo entrambe la nostra resistenza a questo tipo di appuntamento. Tuttavia devo riconoscere che se quella sera una delle due avesse desistito, ora io non sarei qui a leggere il tuo blog e non avremmo scoperto di esserci simpatiche nè di avere delle passioni in comune... forse a volte anche "quelle cene" rivelano il loro senso.

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  5. scusa cristina il tuo commento mi era sfuggito.

    hai ragione, hai ragione, farò qualche sforzo in più.
    Quando è la prossima cena?
    a costo di morirne ci sarò

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  6. Anch'io odio le cene sociali, soprattutto la loro durata. Diverso e' se con una mia amica si va a mangiare una pizza per fare quattro chiacchiere in pace. Preferisco comunque in tal caso una passeggiata.
    Mi pare pero' di capire che per te ci siano anche motivi di salute...

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  7. @ Artemisia: infatti. è tanta l'ansia nelle uscite serali che non c'è cibo o commensale al mondo che la possa sconfiggere. E francamente prendere un ansiolitico per sentire pettegolezzi politici, proprio no!
    con un'amica è tutta un'altra cosa, scegliamo di vederci magari prima del tramonto, o da me, e comunque ne vale la pena perché PARLIAMO veramente..

    ciaomarina

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Non c'è niente di più anonimo di un Anonimo