Ho conosciuto un ragazzo, in tempi lontani, che sull’accidia aveva qualcosa da dire. In quei tempi la condanna sociale per gli accidiosi era terribile: erano gli anni in cui si ricostruiva il paese e di tutti e sette i vizi capitali l'accidia era considerata la più grave. Io stessa ero contagiata da quella smania "agendi". Sicché voglio riparare al mio torto di sottovalutazione della saggezza di quel ragazzo. Lo farò riportando una sua piccola massima. Potrebbe riconoscersi e negare. Ma io la conservo, scritta di suo pugno.
Non fare oggi quello che domani, UN ALTRO, potrebbe fare al posto tuo.
Immagino che in seguito nella vita-o inseguito dalla vita?-il soggetto in questione abbia poi, come tutti noi, collaborato allo sviluppo della nostra società. Mettendo da parte, volente o nolente, la sua accidia, o meglio la flemma ironica che lo contraddistingueva. Probabilmente non ha ancora cessato di collaborare. Il che, ove fosse, dimostrerebbe che non sempre la saggezza si acquista con il tempo. C’è chi nasce saggio e la saggezza se la perde per strada.
E adesso mi riposo.
...e l'accidia sarebbe qualcosa di negativo?
RispondiEliminaW L'ACCIDIA!
Sileno
Si concordo con Sileno l'accidia viene considerata un vizio solo nel nostro contesto monoteista giudaico-islamico-cristiano. Da i saggi taoisti il non agire: "wu wei", era considerata la suprema forma di azione ;-)
RispondiEliminavorrei essere accidiosa, purtroppo i miei familiari lo sono più di me!
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RispondiEliminaAhia! Colpita e affondata…
RispondiEliminaBuon riposo!
Barbara
verissimo, in efffetti persino Dante non dava all'accidia particolare rilievo tra i dannati.
RispondiEliminae che accidia sia! mi riposo anch'io per qualche giorno.
RispondiEliminabaci
Per essere in preda all'accidia, ci dai con i post, eh! :-)
RispondiEliminaPersonalmente sento che non guarirò mai dalla "smania agendi" (mi piace questa definizione).