sabato 5 settembre 2009

addio alle rondini

Essere rondine
di Mario Luzi

Sgorgano
l'una dall'altra
esse, traboccano
fuori dal loro primo caldo gruppo, l' una
dopo l' altra, disfano
le loro rapide pattuglie
sbandando sotto la loro impavida veemenza
ed eccole si lanciano,
nero zampillo ricadente,
su, alte nell' aria, ma poco -
è solo
un primo assaggio
quello, un primo guizzo
di compressa fiamma
poi allungano
ciascuna più in alto - ciascuna
più, vorrebbe - il loro getto
ma non oltre il perimetro
del loro aereo campo,
non oltre il dominio della loro forza

e toccato quel limite rientrano
planando ad alta quota,
impetuosamente si rituffano
nella conca di quella
inesauribile fontana.

C'è pena
o c'è felicità in quel fervere
o in quell' affannarsi?
che c'è in quel vorticare
della vita dentro i suoi recinti?
Sono libere
quelle anime
ma libere di muoversi
a un ritmo segnato...
che dice la molle ricaduta
che cosa la razzante ascesa
e la frenetica frecciata -
si occulta spesso,
talora si lascia leggere
un pensiero
scritto in ogni parte
in ogni parte operante.
Lo esprimono
forse esse, lo gridano con strazio ed ebrietà,
ne infuriano-
è questo il loro essere rondini,
in quella irrequietudine è la loro pace.

8 commenti:

  1. Ho aperto il tuo blog e mi trovo davanti una poesia sulle rondini! Ricordano fortemente la mia infanzia quando, affacciata alla finestra della cucina che abbracciava il grande cortile del mio quartiere, le vedevo trillare e vibrare nell'aria. Mi hanno sempre accompagnata nella vita e mai, ad ogni primavera quando tornano, posso dimenticare il volto di mia madre, alto nel cielo che puntava un dito e diceva "Le rondinelle...!!"

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. C'è stato un tempo in cui abitavo in casa all'ultimo piano e c'era tanto spazio libero....tanto cielo da guardare, e lì sembrava che le rondini passassero vicine, vicine per salutarmi meglio ad ogni loro ritorno.

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  4. Le rondini ci sono ancora ed è una bella consolazione. Tutti gli anni tornano al loro nido nella mia vecchia casa ed anche quest'anno sono ripartite in 3 in più.

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  5. grazie Luz del tuo bel ricordo. Il cielo era quello di Roma, vero?
    marina

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  6. Sì, il cielo di Piazza Vittorio.

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  7. "In quella irrequietudine è la loro pace".
    Si potrebbe meditare a lungo, molto a lungo su questo verso e su tanti altri di questa poesia.
    Io ci riconosco l'essenza della nostra condizione umana, la libertà condizionata che è la nostra vita, il nostro non avere un centro solo, ma due, in relazione tra loro come i fuochi dell'ellisse: uno che è il nostro rapporto con noi stessi e l'altro che è il nostro rapporto con il mondo.
    Giorgio

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  8. @Luz: allora siamo vicine!
    @Giorgio: sì la poesia dice talmente tanto! E quel verso è straordinario. anche le anime "libere di muoversi ad un ritmo segnato" danno da pensare molto come "il vorticare della vita dentro i suoi recinti".
    Io l'amo molto perché è piena di significati ma per niente appesantita dai significati.
    @ lodolite ma io l'ho conosciuta la casa con tanto cielo?

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