C'è un altro post di cui voglio ringraziare ed è questo di Cristina. Tanto oggi è la festa della (mia) vanità!
DOMENICA 7 SETTEMBRE 2008
Un caffé da M.
Ci sono case e case, ci sono caffè e caffè, ci sono amiche ed amiche.
Ci sono poi, caffè presi a casa di amici che si staglieranno con un allure particolare nella nostra memoria.
Un maremoto di emozioni, indistinte, violente, che mi permettono solo di prendere un soffio d’aria tra un’ondata e l’altra, prima di sommergermi di nuovo facendomi temere di affogare.
Stabilire quale sia stata la spinta che mi ha fatto scivolar giù dalla barca della serenità, scaraventandomi improvvisamente in mezzo ad un mare in tempesta, è difficile a dirsi; le donne sapranno capirmi e gli uomini rabbrividire se ne hanno provato gli effetti. Succede e ci si sente spaesate, incapaci di muovere anche una sola bracciata per tentare di uscire dal vortice bastardo. Non è necessario ipotizzare chissà quale insolubile tragedia, spesso ci si ritrova affrante e di tremendo non è successo proprio nulla, ma si sta male lo stesso: i pensieri si incupiscono, le lacrime scendono ed il mondo sembra avere scelto di botto di mostrarsi senza colori.
Ho imparato a nuotare da tempo, so galleggiare e darmi coraggio per resistere, tuttavia, ci sono giorni in cui l’accoglienza affettuosa di un’amica è una spiaggia assolata in cui distendermi a riprendere fiato.
In questi momenti anche l’uomo più speciale del mondo non può nulla, serve la comprensione complice di una donna, una donna che sentiamo speciale.
In questo stato d’animo ho chiamato la mia amica M.
Provo sempre un certo pudore nell’importunarla, è una donna affascinante e discreta, con una testa talmente brillante che mi sembra un delitto distrarla dai suoi mille interessi con le mie insulse baggianate, ma in questo strano giorno sento di aver bisogno di lei, dei suoi occhi, della sua capacità di guardarmi dentro e parlarmi con schiettezza.
Gli propongo di vederci e lei mi accoglie nella sua casa che sa di buono ed è intensamente bella, come lei.
Un caffè con il ghiaccio ed io inizio a parlare in ordine sparso, vergognandomi un poco della confusione emotiva in cui verso. Sto male e in questo malessere c'entra tutto e niente: piccole cose, grandi cose, dettagli e nodi cruciali del mio essere, dilemmi importanti ed altri inutili, insomma di tutto un po’. M. sta lì, accanto a me e mi guarda come speravo, con i suoi occhi intelligente senza interrompermi se non con brevi frasi pensate, armonizzate con scrupolo. Il sovrapporsi con un passo del mio nuovo libro è impressionante ed in fatti mi impressiona, eppure l’ho scritto molti mesi fa e in quel momento non pensavo né a me né a lei, comunque, continuo a raccontare e lei ascolta, con attenzione.
Non conosco molte persone capaci di dedicare così tanta concentrazione alle parole altrui, all’emozioni che nella confusione del sentire si provano a spiegare, ma lei ha questa sensibilità e, senza che io me ne accorga, come una gatta affettuosa si sta occupando di me, leccando il mio disagio e incoraggiando con piccole musate i movimenti della mia anima dolorante.
Due donne ed un caffè, una casa e tanto caldo ho scritto qualche cosa di assai simile, l’ho già detto, e questo inaspettato sovrapporsi tra finzione e realtà mi fa tornare in mente una frase letta tanto tempo fa tra le note di un’opera di Oscar Wilde:” L’artista inventa e la vita cerca di copiarlo …” Eppure, in genere, siamo convinti che accada il contrario e l’immagine per noi così usale sembrerebbe confermarlo, ma così non è.
Nella mia descrizione io parlo di un dialogo speciale, che si protrae nell’immedesimazione con l’altro e nella volontà pura di riuscire a comprenderlo e quindi ad aiutarlo, eludendo proiezioni e luoghi comuni. Sarà per tutto questo, per la rarità d’intenti di cui mi sono sentita oggetto che il sapore di quel caffè non smette di aromatizzarsi tra la lingua ed il mio palato. Ma, è soprattutto qualche cos'altro a trattenersi dentro di me: il gusto per la vita che lei ha saputo infondermi. Saperla gustare, questa imperscrutabile vita non è cosa di tutti, ma lei sa farlo e sa trasmettere questa meravigliosa propensione. Quanto ne sia consapevole non lo so, però, insieme al caffè, mi tornano in mente altri piccoli particolari che ora compongono un mosaico: un piatto di di rosse ciliegie, uno sguardo eccitato per la sorpresa di una scoperta, l'ironia di saper giocare con il mondo e le sue follie e, più di ogni altra cosa, il sapore pieno e giovane del suo vivere quotidiano. La mia amica ama la vita ed i suoi gesti così come le sue parole viaggiano dentro di me da quel giorno, finalmente nitide. Il ricordo di quel torrido pomeriggio di mezz’estate è un abbraccio morbido ed accogliente nel quale per alcune ore mi sono accoccolata e che continua ad infondermi calore e sagge indicazioni.
Grazie del caffè mia cara M …e hai ragione tu: un “incontro” è una fortuna.
P.S. scusatemi amici del blog, ma non potevo riaprire il mio spazio di scrittura senza riannodare le fila ripartendo da questo buonissimo caffè. Bentornati!
PUBBLICATO DA M.CRISTINA A 7.35 9 COMMENTI
ETICHETTE: RACCONTI ED EMOZIONI
venerdì 12 settembre 2008
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Da maschio invidio molto la capacità che hanno le donne di creare una comunione profonda e un dialogo 'totale' anche (e forse soprattutto) quando in apparenza, per noi maschi, parlano del più e del meno. L'intimità che riescono a creare due donne è qualcosa che a noi uomini è quasi impossibile, ma di cui abbiamo molta invidia e nostalgia.
RispondiEliminaPace e benedizione
Julo d.
Credo che entrambe ti abbiano dipinto come io ti immagino... Ciao, Giulia
RispondiElimina...come una gatta affettuosa si sta occupando di me, leccando il mio disagio e incoraggiando con piccole musate i movimenti della mia anima dolorante...
RispondiEliminaPiacerebbe anche a me avere un'amica così...
E' proprio così infatti, come dice la mia amica Marina:" Un incontro è una fortuna". Ed io sono felice.
RispondiEliminaCaspita che bel ritratto ti ha fatto Cristina! Per quello che ti conosco, sono convinta che sia perfettamente calzante.
RispondiEliminaE ora tutte a casa tua! ;-)