Con Artemisia ci eravamo impegnate a fare entrambe un post sui blogger che hanno abbandonato la loro attività. Ce ne occupiamo oggi, sia qui che da lei.
Alcuni dei blogger divenuti ex li ha già citati Artemisia: Pandoro, Saretta, Marcouk, Fabioletterario, Julo, Lorenzo...
Erra altrove il Cantastorie errante e Gianfranco a voce piena ha smesso anche di sussurrare...
Il vento d'Oriente ci porta sempre più raramente la voce di Maryam, Ronna 'ndunetta si è stancata di rallegrarci con la sua ironia napoletana, da Clotilde non si entra più. Non ci vuole più bene?
Il vento d'Oriente ci porta sempre più raramente la voce di Maryam, Ronna 'ndunetta si è stancata di rallegrarci con la sua ironia napoletana, da Clotilde non si entra più. Non ci vuole più bene?
Persino D'IO è stanco.
Finazio, il mio primo lettore, apre e chiude blog, ma ne chiude più di quanti ne apra...
Donnigio ha sostituito il blog con il sito su Myspace, ma non è la stessa cosa, ahimé.
Anche Enzo apre e chiude blog dove continua le sue roventi polemiche ma in modo discontinuo.
Altri sono stati allontanati da contingenti fatti della loro vita. L'abbandono più bello è sicuramente quello di Barbara Al-Diwan: per maternità.
Il Nikita che ritirava i morti dalle loro case tace. La morte non si ferma, ne deduco che l'assuefazione lo ha ridotto al silenzio.
Anche il maestro Marco tace. Però ha pubblicato un libro di cui si deve occupare. Auguri!
Nazanin da Teheran non scrive da mesi. Io sono inquieta, nell'ultimo periodo aveva cominciato a postare critiche impazienti al regime dei mullah.
Invece Il piccolo lord ha abbandonato perché distratto dalla politica. Ottima cosa. Da FB però continua a dire la sua. E forse tornerà, in qualche forma diversa.
All'appello mancano anche Intriganti passioni, Ebalsemin, Rudyguevara e Baluginando che ci ha sbarrato la sua porta. Franca scrive molto raramente, come Guccia che oltre a FB usa Twitter e si affaccia al blog sempre più di rado.
Molti blogger infatti ce li ha portati via Facebook: Banana è uno di questi.
Si dedicano al nuovo strumento e hanno abbandonato il vecchio, proprio come un giocattolo che ormai ci annoia.
Ne è causa la fretta, secondo me -FB consente una comunicazione più breve, nello stesso tempo meno impegnativa e più aderente al momento- la fretta e il poco tempo delle nostre vite al galoppo.
Quando blogger familiari o buoni conoscenti-ho pudore a chiamarli amici, anche se persino Snoopy aveva un amico di penna- spariscono senza una parola non mi offendo, ma mi allarmo. Che cosa gli sarà successo? Come starà? Anche io come Artemisia ho molto apprezzato l'addio, ma spero sempre che sia solo un arrivederci, di Giulia. Le parole non le bastano più e posso ben capirla.
La sensazione più brutta me la trasmettono quei blog su cui arrivo e trovo l'annuncio Google: il blog è chiuso, il nome è disponibile! Quel nome disponibile per altri mi fa male.
Comunque la mia riflessione è calda e fredda insieme.
E' fredda perché capisco che la vita ha urgenze che non possono farsi intralciare e che le energie che tutti abbiamo a disposizione vanno distribuite su tante cose diverse.
Ma è calda perché dietro le scelte che facciamo c'è sempre una gerarchia e prendo atto con un po' di dolore del fatto che la comunicazione con noi lettori ha perso di necessità agli occhi dei blogger che lasciano.
Non che non li comprenda. Io stessa ho attraversato momenti di stanca, in cui mi sembrava perfettamente inutile lasciare andare la mia voce nello spazio web.
Un po' forse ci si sente aridi, vuoti, un po' il tempo ci strappa via dalle cose, un po' forse siamo delusi da noi stessi o, in quanto lettori e commentatori, siamo deludenti, non rispondiamo alle aspettative di chi scrive...
Non so.
Quello che mi sento di respingere è la trita distinzione tra la vita vera che si svolge sulle strade delle città e dei paesi e quella fittizia dei blog.
Per me tutto quello che accade- e scrivere un blog è un fatto che accade- è ugualmente reale. Ed è vita. Non era viva Emily Dickinson chiusa nella sua casa?
I rapporti che si instaurano sono diversi, certo, ma i rapporti possono essere fatti di molte cose. La storia della letteratura è piena di intensissimi, fondamentali rapporti fatti di soli epistolari!
La carne di un rapporto non sta nelle mani che si toccano o nel bacio con cui ci si saluta. Non per me. Per me sta nelle cose che ci si dicono. A distanza o spalla a spalla non fa differenza.
Lo so anche io che attraverso gli occhi e il corpo passano milioni di messaggi. Non voglio disconoscerli, ma anche i corpi e gli occhi mentono. Se stiamo parlando di menzogna e verità ne possiamo trovare sia sul web che guardandoci sopra una tazza di caffè.
E ci si può frequentare per anni, costantemente, senza dirsi niente di fondamentale, essere in relazione continua senza davvero comunicare niente di noi. E invece poi, dalle pagine di un blog, entrare in sintonia vibrante con qualcuno mai visto, mai sfiorato. Dirsi molto di più e meglio.
Perciò non stabilirei gerarchie di valore. Parlerei di differenze. Di ricchezza e varietà. Soprattutto di bisogni diversi, di momenti diversi, di mezzi diversi.
Forse nuovi bisogni hanno portato lontano da noi i nostri ex blogger.
Io auguro loro di trovare nei loro nuovi spazi quello di cui vanno in cerca.
Finazio, il mio primo lettore, apre e chiude blog, ma ne chiude più di quanti ne apra...
Donnigio ha sostituito il blog con il sito su Myspace, ma non è la stessa cosa, ahimé.
Anche Enzo apre e chiude blog dove continua le sue roventi polemiche ma in modo discontinuo.
Altri sono stati allontanati da contingenti fatti della loro vita. L'abbandono più bello è sicuramente quello di Barbara Al-Diwan: per maternità.
Il Nikita che ritirava i morti dalle loro case tace. La morte non si ferma, ne deduco che l'assuefazione lo ha ridotto al silenzio.
Anche il maestro Marco tace. Però ha pubblicato un libro di cui si deve occupare. Auguri!
Nazanin da Teheran non scrive da mesi. Io sono inquieta, nell'ultimo periodo aveva cominciato a postare critiche impazienti al regime dei mullah.
Invece Il piccolo lord ha abbandonato perché distratto dalla politica. Ottima cosa. Da FB però continua a dire la sua. E forse tornerà, in qualche forma diversa.
All'appello mancano anche Intriganti passioni, Ebalsemin, Rudyguevara e Baluginando che ci ha sbarrato la sua porta. Franca scrive molto raramente, come Guccia che oltre a FB usa Twitter e si affaccia al blog sempre più di rado.
Molti blogger infatti ce li ha portati via Facebook: Banana è uno di questi.
Si dedicano al nuovo strumento e hanno abbandonato il vecchio, proprio come un giocattolo che ormai ci annoia.
Ne è causa la fretta, secondo me -FB consente una comunicazione più breve, nello stesso tempo meno impegnativa e più aderente al momento- la fretta e il poco tempo delle nostre vite al galoppo.
Quando blogger familiari o buoni conoscenti-ho pudore a chiamarli amici, anche se persino Snoopy aveva un amico di penna- spariscono senza una parola non mi offendo, ma mi allarmo. Che cosa gli sarà successo? Come starà? Anche io come Artemisia ho molto apprezzato l'addio, ma spero sempre che sia solo un arrivederci, di Giulia. Le parole non le bastano più e posso ben capirla.
La sensazione più brutta me la trasmettono quei blog su cui arrivo e trovo l'annuncio Google: il blog è chiuso, il nome è disponibile! Quel nome disponibile per altri mi fa male.
Comunque la mia riflessione è calda e fredda insieme.
E' fredda perché capisco che la vita ha urgenze che non possono farsi intralciare e che le energie che tutti abbiamo a disposizione vanno distribuite su tante cose diverse.
Ma è calda perché dietro le scelte che facciamo c'è sempre una gerarchia e prendo atto con un po' di dolore del fatto che la comunicazione con noi lettori ha perso di necessità agli occhi dei blogger che lasciano.
Non che non li comprenda. Io stessa ho attraversato momenti di stanca, in cui mi sembrava perfettamente inutile lasciare andare la mia voce nello spazio web.
Un po' forse ci si sente aridi, vuoti, un po' il tempo ci strappa via dalle cose, un po' forse siamo delusi da noi stessi o, in quanto lettori e commentatori, siamo deludenti, non rispondiamo alle aspettative di chi scrive...
Non so.
Quello che mi sento di respingere è la trita distinzione tra la vita vera che si svolge sulle strade delle città e dei paesi e quella fittizia dei blog.
Per me tutto quello che accade- e scrivere un blog è un fatto che accade- è ugualmente reale. Ed è vita. Non era viva Emily Dickinson chiusa nella sua casa?
I rapporti che si instaurano sono diversi, certo, ma i rapporti possono essere fatti di molte cose. La storia della letteratura è piena di intensissimi, fondamentali rapporti fatti di soli epistolari!
La carne di un rapporto non sta nelle mani che si toccano o nel bacio con cui ci si saluta. Non per me. Per me sta nelle cose che ci si dicono. A distanza o spalla a spalla non fa differenza.
Lo so anche io che attraverso gli occhi e il corpo passano milioni di messaggi. Non voglio disconoscerli, ma anche i corpi e gli occhi mentono. Se stiamo parlando di menzogna e verità ne possiamo trovare sia sul web che guardandoci sopra una tazza di caffè.
E ci si può frequentare per anni, costantemente, senza dirsi niente di fondamentale, essere in relazione continua senza davvero comunicare niente di noi. E invece poi, dalle pagine di un blog, entrare in sintonia vibrante con qualcuno mai visto, mai sfiorato. Dirsi molto di più e meglio.
Perciò non stabilirei gerarchie di valore. Parlerei di differenze. Di ricchezza e varietà. Soprattutto di bisogni diversi, di momenti diversi, di mezzi diversi.
Forse nuovi bisogni hanno portato lontano da noi i nostri ex blogger.
Io auguro loro di trovare nei loro nuovi spazi quello di cui vanno in cerca.
1) sono infelice,
RispondiElimina2) sono permaloso,
3) mi sono sentito mortificato ANCHE da chi mi aveva promesso un'attenzione personale e umana che evidentemente ha dimenticato (e non avrebbe dovuto),
4) gli equivoci e i fraintendimenti accadono più che nella vita quotidiana, e allora grazie, basta, mi sono sufficienti quelli,
5) il protagonismo mi disturba, i conflitti e gli antagonismi mi fanno paura, così come la grinta, il piglio, le ricette per forza, l'assertività,
6) soffro troppo per quanto sopra e sono andato via.
-------
Tutto qua, ma non è poco.
L'unica certezza della vita è il cambio... l'unica: Ma ciò non significa abbandonare, magari mutare, cambiare, evolversi, comunicare diversamente. Chissà se per loro il blog sia stato un momento di riflessione, di compartecipazione di... vivere la vita diversamente.
RispondiEliminaDa parte mia seguo, sebbene la Storia non sia materia di amplia diffusione... per ora seguo.
Rino, riflettendo
Come ho già detto ad Artemisia il mio silenzio è dovuto solo ad un periodo di 'nausea da tastiera'. Sta però passando.
RispondiEliminaPace e benedizione
Julo d.
PS: La 'verifica parola' mi propone ovingon, che siano le gonadi di un ovino?
;-)
Anche io dovrei scriverlo...
RispondiEliminaTu dici che tra blogger ci può essere sintonia vibrante, io dico che se tu chiudessi il blog per sempre, mi mancherebbe una parte importante della vita.
RispondiEliminaGiorgio
@ANONIMO: Non puoi essere chi penso che tu sia perché chi penso che tu sia si è sempre firmato. Non puoi essere chi penso che tu sia perché chi penso che tu sia non ha mai perso la mia attenzione, l'ho SEMPRE seguito nel suoi spostamenti anche senza scendere con i miei commenti nell'arena che gli si scatena attorno.
RispondiEliminaD'altra parte non puoi essere altri che chi penso che tu sia. Ipotizzando che tu sia chi penso che tu sia ti invito ad un amichevole scontro via mail.
Dai il la tu, ma solo se ti va...
marina
Sarebbe troppo lungo cercare di spiegare compiutamente le ragioni di un silenzio che tuttavia non è assolutamente un addio. Non ho lasciato il blog per facebook, semplicemente il mio stile di vita non è più quello di una volta e il tempo è sempre poco: devo scegliere tra scrivere di fretta qualcosa o leggere te e i tanti altri amici con i quali ho condiviso e condivido l'esperienza del blog... come vedi non mi perdo un tuo post nonostante tutto ;) Grazie di esserti ricordata del mio apienavoce ma, stanne certa, ancora per molto, pur se a intervalli del tutto irregolari, continuerai a trovare un mio piccolo post, ogni tanto...
RispondiEliminaBuongiorno Marina, parto da Giorgio che, secondo me, ha detto la cosa più giusta e più vera e passo da Emily Dickinson che mi ha inchiodato ad una realtà nascosta ma vibrante. Ognuno smette e riprende secondo ritmi ed esigenze assolutamente individuali, però mi riesce difficile immaginare un blogger serio preferire facebook a questo modo di esprimersi. Scusa e scusatemi tutti per la franchezza: un blog, nella sua accezione più nobile, è un riflesso della propria esistenza e della propria anima. Questo è il motivo per cui quoto assolutamente Giorgio quando parla, per esempio, di Inezie Essenziali. Partendo quindi da questa premessa è facile capire come " l'impegno" intellettuale di un blog sia un equilibrio fragile e personalissimo. Ognuno ha la sua storia, e le sue roventi polemiche purtroppo, io mi sono allontanato da Omologazione perché essa mi rappresentava solo in parte, perché cercavo altri modi e altri mondi...Non li ho trovati! Probabilmente per me non esistono e sono rimasto così" sospeso" in attesa di un vento nuovo che potrebbe anche non arrivare mai. In realtà il blog ha messo in evidenza anche la mia scarsa adattabilità a certe dinamiche sociali del web; io sono troppo" borghese" e anagraficamente datato per reggere certe" ferite" ideologiche, e su Omologazione tutto ciò era pane quotidiano. Il blog non l'ho chiuso, lo amo troppo e quando lo sfoglio lo trovo sinceramente e immodestamente " perfetto"; ora più di prima, ora che alcune cose, liberatesi da orpelli contingenti, si palesano crude e pure. Non so Marina cara quando anche tu lascerai il blog, però dico con tutto l'affetto possibile, con la stima che ho sempre nutrito per te, che certi spazi " restano" per sempre, testimoni di momenti ed emozioni scolpite nel tempo, vale per un post ma anche per i suoi commenti, e tutti insieme formano un'idea della vita e della comunicazione che nessun facebook potrà mai eguagliare. Mi vedi che ti saluto con la mano?
RispondiEliminaCaro Enzo, che dire? Le tue parole nei miei confronti sono così gratificanti che provare a respingerle, per far mostra di modestia, non mi riesce. Perciò ti ringrazio e basta così.
RispondiEliminaInvece mi interessa molto il discorso che tu fai sul tuo blog. E' vero rappresenta solo una parte di te, ma questo vale per ognuno di noi. Penso che non siamo mai tutti in uno stesso luogo, in uno stesso rapporto. Io per esempio mi sento sempre sfuggire da tutte le parti. Hai una grande capacità di analisi che qui si esercita in coppia con la sincerità. Sì, Omologazione era un blog perfetto per te ed è un peccato che tu abbia permesso alle dinamiche conflittuali del web di fartene distaccare. Forse l'errore, che in molti fanno, consiste nel pensare che questo mondo blogger sia un'oasi. In questo senso lo vivono come irreale. Invece è mondo, tout court, ci si incontreranno gli stessi vizi e tic del mondo che ci aspetta fuori della porta di casa. Secondo me, una volta accettato questo, si impara a considerarlo UN luogo in più e non un luogo DIVERSO e tutto scorre meglio.
All'inizio io sono caduta nello stesso tranello. Vivevo in una specie di incanto amichevole. Un paio di scontri feroci mi hanno aperto gli occhi.
E' vero, come dice benissimo l'Anonimo, che qui accadono più equivoci e fraintendimenti.Ma questa è LA sfida per me: imparare a governare questo mezzo di comunicazione, a renderlo più preciso ed efficace.
Ho parlato troppo. Io ti invito a riprendere il vecchio blog, ad arricchirlo con la tua esperienza di vita, a lasciar cadere i rompicoglioni che vi si affacciano ignorandoli e a tornare tra di noi con il tuo spirito "borghese" e la tua vita "datata".
con affetto, marina
@ giorgio: grazie! ora vado a pavoneggiarmi un po'...
RispondiElimina@ Gianfranco sono contenta di sapere che ogni tanto ti affaccerai
RispondiEliminaSo che la tua vita è più complessa ma spero che resti un angolino per questo mondo
grazie per l'attenzione, marina
mi chiedo se ce ne saranno di nuovi a sostituirli. Con la ficilità di Facebook e Twitter il blog è quasi in estinzione ...
RispondiEliminaanch'io chiamo amici quelli che mi leggono e che leggo
ciao
@Marina, come vedi non sono chi hai pensato che io fossi. E poiché non sono chi hai pensato che io fossi, ho ragione di dire che l'attenzione promessa è stata dimenticata! Dunque, essendo altri da chi hai pensato che io fossi, ricevo un'ulteriore piccola mortificazione. Ma tant'è, se hai dimenticato, e ovviamente ne avevi ogni diritto, mi dispiaccio ma ne devo prendere atto.
RispondiElimina"Governare questo mezzo di comunicazione" non è mai stata LA sfida per me: LA sfida, e che sfida! è già vivere, troppo doloroso è urticante per me reggerne due!
Fortissimamente fragile, una consolazione mi aiuta a vivere, una dimenticanza mi fa male, un'omissione mi fa mettere in discussione per giorni e giorni, e ti assicuro che non sono affatto tenero con me! Intransigente e severo, a volte mi sembra di spezzarmi, e faccio miracoli di equilibrismo per reggermi sul filo sottilissimo di una giornata fatta di prepotenze, strepiti e gomitate.
Comunque reggo, ma talvolta soccombo.
Reiterare il tutto in un blog sarebbe per me un suicidio.
Grazie per l'attenzione.
Grazie ancora marina per la tua attenzione sincera. Ho ripreso a postare, forse più lentamente di prima, ma sono di nuovo tra di voi.
RispondiEliminaGrazie, un abbraccio a tutti.
Vi ho risposto nel mio blog. Ho cambiato piattaforma e sto usando questa.
Un bacio e ancora un sentito grazie
E' tornata Giulia!!!
RispondiEliminaGrande risultato, Marina! Vieni qua e dammi il cinque. ;-)
@Giulia: Festa grande, sei di nuovo tra di noi!
RispondiElimina@ Artemisa: ecco il cinque!
grande coppia la nostra, modestamente...
hai detto bene, Marina:
RispondiEliminai motivi di una chiusura sono tanti, spesso è semplice stanchezza, bisogno di passare oltre, come succede per tante cose di noi nel corso della vita.
Ed è vero anche che attraverso i blog si costruiscono rapporti speciali, dove le parole e i significati hanno un grande spazio e tornano protagonisti delle relazioni tra persone.
Ecco, questo vedo come valore fondamentale: questo ritorno alla comunicazione fatta di parole e di significati, contrapposta al linguaggio SMSico cui si impronta ormai il chiacchierare comune.
Teniamocelo questo bene, non lo disperdiamo, lo dico per primo a me stessa ché ogni tanto la tentazione di tirar su la tenda l'avverto pure io...
Marina sei grande.
RispondiEliminaLa tua riflessione sui blog che così bene descrivi in questo tuo post mi fa riflettere, scusa il bisticcio.
Da qualche tempo noto che molti blog si sono "dimagriti": pochi commenti, pochi post, molte assenze.
Finchè ce la sfango io continuo a scrivere quello che so scrivere, niente di più e niente d'impegnativo, non ne sarei capace.
Però gironzolo tra i blog e ce ne sono di interessanti, tipo il tuo,
perdonami la sviolinata.
Il più delle volte mi riesce difficile commentare e quindi, per paura di rovinare il post alzo i tacchi, pardon le mani, dalla tastiera e lascio saluti silenziosi
@Anonimo: mi spiace molto l'ostinazione nel restare Anonimo. Soprattutto mentre mi rivolgi un'accusa.
RispondiEliminaMa è evidentemente un'accusa che merito se non riesco ad individuarti. Ci sarebbero almeno due giustificazionii diverse oltre la mia superficialità: la buona, vecchia rimozione (che però non invocherò) e gli ingorghi di una mente affaticata come la mia. Ma non invocherò neanche questa.
Invoco invece la risposta ad una domanda che credo legittima: verso chi ho così gravemente mancato?
Infatti le possibili ipotesi mi lasciano tutte, per varie ragioni, ugualmente insoddisfatta.
se vuoi puoi rivolgermi la tua accusa qui (emmepi43@mclink.it) ed offrirmi l'opportunità di difendermi o di scusarmi.
altrimenti subirò la punizione che hai scelto per me: restare all'oscuro. Ma questa non sarà utile né a me né a te
marina
grazie a Gaspare, a Baol, a Giardigno, a Aldo, a Tereza. A tutti i resistenti e a quelli che hanno staccato.
RispondiEliminaIo penso che da FB uscirò, per varie ragioni che poi spiegherò. Twitter è troppo veloce per me, col rischio anche di diventare pura cacofonia.
Il blog, finché sarò in grado di tenerlo, è la mia dimensione.
marina
ri-flessione ...
RispondiEliminaHo sempre praticato e addirittura teorizzato un approccio riflessivo alla vita e a tutto ciò che comporta. Ma adesso mi domando non siamo sufficientemente costretti a fletterci/piegarci da aver bisogno di ripetere l'esperienza ri-flettendoci e ri-piegandoci ?
Insomma forse una volta basta ! ;-)
@bip: maestro di flessioni e ri-flessioni ti stiamo annoiando, eh? va beh, mi taccio
RispondiEliminamarina
@marina: per carità mica penso che lo scopo di questo blog sia il mio sollazzo ;-)
RispondiEliminaVolevo solamente ed in forma spero sufficientemente autocritica, porre l'attenzione su i limiti ed i pericoli della ri-flesione. Se la ri-flesione non sia in qualche modo una forma di compulsione, un doloroso e forse inutile ritornare su i propri passi un voler ri-percorrere ciò che ci ha causato dolore la prima volta che è stato percorso ...
Credo l'affermazione dell'Anonimo sul rifiuto di rivivere certe dolorose esperienze scrivendone mi abbia fatto fare questa ri-flessione ;-)
Mia cara Marina, spesso la vita colora diverse emozioni, da la carica e sprona a continuare, forse sono i temi trattati o forse un velo di indifferenza, a non destare l'attenzione o il logorio della vita moderna con la quale non basta un'amaro a cambiare le cose; credo che a volte è l'amicizia racchiusa in un nome a aprire la finestra delle ideee ricordandoci che in fondo, dobbiamo sempre crederci ancora.
RispondiEliminaIl mio saluto per te. Ciao
Rischio di scrivere un post sul post su questo tema ma provo a sintetizzare il mio pensiero: sono in assoluta sintonia con te per quanto riguarda la riflessione sulla parola scritta e quella parlata, è tema di continuo confronto per me (e già questo mi sembra interessante). C’è sicuramente l’onda di facebook o di altre distrazioni ; i tempi di ciascuno, i ritagli di tempo per meglio dire, contano molto sulla dedizione al blog, ma sono convinta che tutte queste siano motivazioni secondarie, penso che la causa scatenante sia un senso di scontentezza, che si applica al blog come ad altri aspetti della vita. Si investe in rapporti umani col blog, ma non sempre questi rapporti sono all’altezza delle aspettative. Nel virtuale come nel reale il malefico tarletto delle aspettative lavora instancabile.
RispondiEliminaIn definitiva Marì…penso che il blog rispecchi moltissimo la vita interiore di una persona e lo si evince anche osservando il rapporto che ciascuno di noi ha col proprio blog. C’è chi si scusa se manca per qualche giorno, c’è chi annuncia chiusure, pause, c’è chi avvisa quando parte…come di chi ha la certezza di un uditorio certo e costante. Come di chi pensa che c’è qualcuno ad attenderlo. Tante sensibilità diverse, ognuna palpita e soffre a modo suo, in un certo senso comprendo anche il disagio dell’anonimo qui sopra, perché ci sono persone che soffrono davvero per essere trascurate, così come ci sono persone che amano di più essere visitate che visitare, altre che passano solo per ricambiare…modi di agire che secondo me qualificano i legami esattamente come nella vita reale. Perché reali sono le emozioni che passano, su questo respingo ogni diniego. Grazie di questa riflessione. Molto utile. Baci
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminamessaggio di pubblicità (neanche tanto) occulta:
RispondiEliminacarissima marina,
il piccolo Lord non lascia ma raddoppia! Non solo ho deciso di riprendere finalmente in mano il mio diario personale (dall'accesso ovviamente riservato), ma ho spolverato anche un vecchio progetto: la Repubblica delle Banane www.larepubblicadellebanane.tumblr.com
un abbraccio affettuoso,
ilpiccoloLord :)
caro bip non credo affatto che la riflessione sia una compulsione. Quella ci porta a vivere le stesse situazioni non a ripensarle.
RispondiEliminaalmeno credo
cara Arnicamontana capisco le tue riflessioni (pardon, bip!) ma per quanto mi riguarda le aspettative che possono andare deluse sono sempre le mie nei MIEI confronti. Io posso deludere me, gli altri difficilmente possono deludermi. Non perché io non abbia bisogno di loro o mi senta superiore, al contrario perché tutto quello che mi viene dagli altri mi sembra sempre un di più, un regalo immeritato. Dipende quindi non da troppa autostima ma da un'autostima insufficiente persino a crearmi aspettative. Per aspettarsi qualche cosa bisogna forse pensare di meritarlo. Almeno per quanto riguarda me è così. Per gli altri non lo so come funziona.
RispondiEliminaQuanto all'Anonimo credo di aver capito chi è ma non so chi è! E' complicato ma è proprio così. So a che cosa si riferisce ma non so chi è e non ho modo di rintracciarlo.
Vorrei raccontare questa storia ma sembrerebbe un maldestro tentativo di giustificarmi perciò non lo farò
ti abbraccio, marina
@marina, possiamo forse dire che la riflessione non é una compulsione se ci libera. Ma siamo sicuri che tutte le nostre ri-flessioni ci rendano più liberi ? o che sotto forma di ri-flessione non si manifesti, almeno qualche volta, in forma più sottile una qualche compulsione ? Insomma tu dovresti essere brava quanto me ad evitare le auto-assoluzioni ;-)
RispondiElimina@ il commento che risulta eliminato dall'autore non è stato eliminato dall'autore del blog ma dall'autore del commento stesso. marina
RispondiEliminacaro bip, mi sfugge da che cosa dovrei o non dovrei assolvermi. La riflessione anche protratta per una vita intera e anche se non ci libera per me è degna e non ha niente a che fare con la compulsioe. Ma forse tu ed io abbiamo un problema di linguaggio e usiamo le due parole con senso diverso. marina
RispondiEliminaA parer mio le ri-flessioni cui allude Bip sono le cosidette PIPPE MENTALI, tout-court, e da quelle... dio ce ne scampi fritti e triglie libere.
RispondiEliminaLe riflessioni, (senza trattino, eh!), sono altra cosa: sono costruzione di futuro sulla base dell'esperienza.
E l'esperienza non è necessariamente esperienza ri-flessa e auto-riflessa ma può essere anche la lettura, l'ascolto, qualunque attività di apprendimento che allarghi il nostro sguardo verso l'esperienza di altri, altri da noi.
Riflessione sull'appreso dunque, metodo di rielaborazione e di costruzione dell'apprendimento prima e dell'esperienza poi.
E per imparare, si sa, non è mai troppo tardi, nemmeno quando l'età per le flessioni è già passata da un pezzo.
@Tereza: splendido commento! arguzia e sapienza...
RispondiEliminamarina
vi comunico un senso di profonda scontentezza di me.
RispondiEliminaNon ve ne fotte niente? mi pare giusto.
Lo analizzerò quando il Puppi avrà smesso di tempestare.
marina
No, non pensare nemmeno che io non voglia più bene ai miei lettori! con il blog ho conosciuto una reciprocità che spesso manca nella vita "reale".
RispondiEliminaDopo aver preso atto della penosa agonia in cui il mio spazio virtuale era precipitato ho preferito chiudere, tutto qua; ho provato anche a scrivere un post d'addio, ma tutto quello che mi veniva in mente mi appariva troppo patetico...
Cancellarlo mi avrebbe fatto male, così come lasciarlo aperto e abbandonato. Chiudere e conservare l'account per far visita ai miei vicini sul web mi è sembrato (forse sbagliando) il modo più rispettoso per definire il nuovo rapporto che si è venuto a creare fra me e il mio blog, e con tutti voi.
Ti ringrazio e ti abbraccio, senza dirti addio, però, ma arrivederci :)
Clotilde
grazie, clotilde! gli arrivederci sono decisamente meglio degli addii!
RispondiEliminamarina
@Marina,"Quanto all'Anonimo credo di aver capito chi è ma non so chi è! E' complicato ma è proprio così. So a che cosa si riferisce ma non so chi è e non ho modo di rintracciarlo."
RispondiEliminaNon ho nulla a che fare con la frase di cui sopra, non stressarti, davvero.
Se il senso di profonda scontentezza deriva dal mio intervento, me ne dispiaccio molto e ti chiedo scusa.
Non ho commentato per accusarti, quanto piuttosto per portare il mio punto di vista e il mio contributo a un tema che mi è sembrato interessante. Poi... si sa... la tastiera cattura!
Mi fermo qui, ti auguro un mondo di bene. Ciao.
Come sempre,mia cara,riesci a vedere le variate sfaccettature delle reazioni umane.Mai ho pensato di chiudere questo spazio che mi permette di sfogare,il più delle volte,la rabbia.
RispondiEliminaSe dovessi abbandonarvi,improvvisamente,sarebbe perchè m'ha beccata un colpo apoplettico.
Cristiana
anche a me spiace quando perdo un contatto,i motivi possono essere tanti, io stessa ultimamennte ho diradato per ragioni di salute e sto tornando ora, ma anche se aggiorno e giro meno, se chiudessi taglierei via un pezzo importante della mia vita, proprio come se rinunciassi all'insegnamento.
RispondiEliminaDai, Marina, non te la prendere. Cerchiamo tutti di essere un po' più "lievi", please.
RispondiEliminaBeh devo dire che un pò mi dispiace di non esere stata nominata, ma fa niente. Posso dirti il perchè ho cancellato il mio blog, semplicemente perchè la vita REALE ha preso il sopravvento su quella VIRTUALE. Mia figlia aspetta il figlio che nascerà (spero) a marzo. Ne ha già perso uno purtroppo e con questo c'è molta preoccupazione. Come vedi ho dovuto fare una scelta. Tra lavoro, casa mia e mia figlia e blog chi avrei dovuto scegliere?
RispondiEliminaHo tenuto in piedi solo questo:
http://farfallaleggerabis.wordpress.com/ perchè in fondo non necessita di aggiornamenti visto che è una specie di raccoglitore.
E poi su cara, diciamocelo, tutto inizia e tutto finisce, specialmente qui sul web (scusa la durezza..ma è una realtà che non si deve mai dimenticare quando si apre un proprio spazio). E' la vita anche se virtuale. Bacio Giò
@giovanna: Non ti ho nominata perché sono ancora alla caccia di farfalla leggera 1, mentre il 2 è dato disponibile per altri! alludevo proprio a te! ma mi sono detta che non potevo darti per dispersa se prima non trovavo farfalla 1! Nella pagina di wordpress non c'è l'indirizzo indica solo le tue community, insomma ci ho perso la ragione e non ti ho trovata.
RispondiEliminaquindi rimangiati subito il dispiacere di non essere stata nominata perché sei stata tanto cercata! Oh!
mo l'ho detto!
un abbraccio marina
ora cambio il link
@artemisia: hai ragione, voglio imparare la leggerezza
RispondiEliminagrazie ancora, marina
@giovanna auguri alla figlia, presto mamma e alla nonna!
RispondiEliminaun paio di abbracci, marina
Possiamo sederci TUTTI QUANTI insieme a riposarci, bere qualcosa, sorriderci e ascoltare un po' di jazz stasera, dopo aver tanto chiacchierato tutt'oggi dicendoci tante verità?
RispondiEliminaGiorgio
Rudyguevara é tra quelli che ricordo di più. Anche Guccia ed altri ma lei era molto impegnata sul sociale. Peccato che abbia dovuto abbandonare il blog che però non ha mai (fino ad ora almeno) cancellato.
RispondiEliminaPS: volevi più poesie? Ti ho accontentato, adesso non ti lamentare però LOL!!!!
Daniele
idealmente ho seguito il consiglio di Giorgio e ho bevuto quello che avevo a disposizione: del banalissimo Frascati senza quarti di nobiltà ma fresco. L'ho accompagnato con ricotta salata che io adoro.
RispondiEliminae poi dritta a cantare...
Arrivo in ritardo alla festa... ma festa sia, Marina. Ti abbraccio forte, Giulia
RispondiEliminacara Marina
RispondiEliminabella carrellata di blogger dai pensieri diversi
io ho avuto impegni di lavoro faticosi in questi due mesi ed ho ridotto i post nei miei blog ma non per questo ho rinunciato a scrivere
amo troppo i blog
non mi interessano FB o Tw
e non importa se non tutti mi leggono
mi bastano quei pochi amici sinceri che io leggo sempre e che passano regolarmente da me
come nella vita privata e reale ho poche amicizie vere così preferisco averne un numero limitato e scelto anche nel web
un blog è sempre e comunque solo una parte di noi ma se uno ci crede è importante, e molto...
un saluto erica